Capitolo 1

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MALAKAI

Tiro un sospiro di sollievo, quando annunciano che il volo proveniente da Santiago è atterrato da venti minuti.

Ho passato l'ultima ora a sperare che quell'aereo non precipitasse, viste le continue notizie dei media riguardanti l'uragano che sta colpendo la città di New York. Se ci fossi stato io su quell'aereo, non mi sarebbe importato nulla, ma c'era lei... e lei è tutto per me.

Mi passo una mano tra i capelli, guardando il via vai di gente che affolla l'aeroporto. La signora sedutami  accanto, scorre con discrezione i suoi occhi su tutto il mio corpo.
Fingo di non vederla, strusciando i palmi delle mani sui jeans.

E in un attimo percepisco la sua presenza. Prima ancora di vederla, il mio corpo sa che si sta avvicinando.

Mi volto verso sinistra, mentre lei spunta dall'uscita degli arrivi, portando il mio muscolo cardiaco ad accelerare di colpo.

Lei, è un un'iniezione di adrenalina, una scarica elettrica improvvisa che non ti lascia vie scampo.

Lei può ucciderti la mente.
Far rinascere il tuo corpo..

Cammina a passo sicuro: l'incertezza non fa parte della sua vita; l'insicurezza è bandita dal suo corpo modellato da chi desiderava far cadere in tentazione anche le anime più pure; dal suo viso ideato da mani divine.

Mi alzo, sentendo le ginocchia cedermi. È un anno che non la vedo e non la sento. È scomparsa esattamente nello stesso modo in cui è riapparsa ieri, inviandomi quel messaggio di sole tre parole: -alle 17 aeroporto-

Lei, si accorge di me, ma nel suo viso non appare nessuna espressione.

È Impassibile.
Fredda.
Eterea.
È Rama.

Tutti gli occhi sono per lei, perché è impossibile che passi inosservata. Un jeans attillato fascia le sue gambe longilinee; il suo busto è coperto da un crop top bianco a costine, che lascia scoperto il ventre piatto, impreziosito da un gioiello nell'ombelico.
Il suo seno alto e sodo sobbalza ad ogni suo  passo. Non indossa il reggiseno, e questo mi fa impazzire.

"Rama" biascico, una volta arrivata dinanzi a me, perdendomi nei suoi occhi di un colore indefinito.Li ho guardati troppe volte, ma non sono mai riuscito adattribuirgli un tono definito.

"L'aria della città ti fa bene Malakai: sembri uno fichetto del cazzo" abbozza un sorriso, soffermando lo sguardo sulla camicia bianca che indosso.

E vorrei risponderle, ma non riesco a dire nulla, ho solo una voglia matta di abbracciarla, ma lei non lo gradirebbe, perché odia l'affetto in ogni sua forma.
Votrei dirle che mi è mancata da morire ma non le importerebbe nulla.

"Mi hai fatto preoccupare" è l'unica frase  stupida che riesco a dire, mettendomi le mani in tasca per placare l'istinto di toccarla.

"Perché?" chiede, soffocando una risata "Lo sai che non sarei mai potuta morire:ho ancora troppi conti in sospeso" spiega, e i suoi occhi perdono in un attimo la loro anima, annegando nel vuoto.

E ti salverei Rama.
Sempre.
Ma tu mi odieresti, perché preferisci essere condannata.

"Le chiavi" ordina, protraendo la mano.

"Ti accompagno io" prorompo, perché  non voglio che guidi dopo tredici ore di volo "Mangiamo prima qualcosa?" le propongo ma lei percepisce subito che voglio dissuaderla.

"Le chiavi Malakai" ripete duramente, facendo un passo verso di me.

"Non ti ho affittato nessuna macchina Rama" ammetto, reggendo il suo sguardo furioso.

"Ah no?" domanda retorica "E per quale diavolo di motivo?" si innervosisce, le labbra turgide si schiudono, le cinghia lunghe sbattono incredule.

"Rama...voglio che vieni a casa con me. Ho passato un anno qui e posso dirti con certezza che quello che vuoi fare è dannatamente sbagliato! Ci sono molte alternative da prendere in considerazione" provo a farla ragionare, malgrado sia consapevole che è tutto inutile.

Parlo a raffica, ma lei non mi ascolta: il suo sguardo è fisso alla sua destra, dove due ragazze poggiate alla vetrina di un negozio mi stanno osservano minuziosamente, sogghignano, e bisbigliando tra di loro.

Ed è sempre così: la gente osserva la tua esteriorità, ti giudica in base a quello che indossi, alle curve del tuo corpo, ai lineamenti del tuo viso, al colore della tua pelle, al profumo che emani.

Quello che hai dentro non conta.
Tutto ruoto intorno a quello che c'è fuori.

Loro osservano me.
Lei osserva loro.
Gli entra nella testa, legge i loro pensieri sorridendogli maliziosamente.
E prova piacere nel vedere altre donne divorarmi con gli occhi, immaginarmi tra le loro gambe.

E poi si volta, rivolgendomi tutta la sua attenzione.

"Sei sempre più bello Malakai" accarezza il mio viso con le sue dita affusolate. Le unghie sono lunghe e tinte di nero; il polso sfilato è cinto da un filo spinato tatuato sulla sua pelle diafana "Sembri un angelo" afferma,facendo scivolare la sua mano lungo il mio collo. Rabbrividisco, sentendo le sue dita gelide tracciare le mie vene, scendendo fino alla spalla.

"Ma qui non siamo in paradiso quindi ti conviene adattarti" sentenzia, raggelandomi con lo sguardo che percepisco attraversarmi la carne.

"Se vuoi tirarti indietro, puoi farlo, ma non azzardarti a cercare di dissuadermi. Tu potrai mantenere la tua coscienza pulita. La gente continuerà a guardare il tuo bel faccino, i tuoi lunghi capelli biondi, le tue spalle larghe, i tuoi grandi occhi azzurri. Le donne ti brameranno, vorranno il tuo sesso, i tuoi addominali che risaltano dalla maglietta" i suoi occhi accarezzano il mio corpo, denudandomi di ogni sicurezza.

"Ma...quando ti alzerai e farai un passo, vedranno solo uno zoppo che si trascina" dichiara priva di ogni briciolo di emotività.

"Non ci metterò molto a trovare un tuo sostituto perché i soldi non fanno schifo a nessuno, gli stessi soldi che potranno farti camminare come una persona normale".

"Tu non lo fai per soldi" preciso.

"A te non deve interessare perché lo faccio io" commenta duramente, avvicinandosi al mio viso.

Il suo profumo mi investe, confondendomi come una droga estasiante. Il suo fiato fresco accarezza le mie labbra che la bramano più dell'ossigeno che respiro.

E poi lo fa.

Si alza sulle punte, prende il mio mento con una mano e posa le sue labbra sulle mie, come se potesse fare di me ciò che vuole.

Ed è così...È stato sempre così.

Per lei non è niente, solo un gioco, solo due pezzi di carne che si toccano.
Per me è linfa vitale.
Lei è vita.

Lentamente si stacca, leccandosi sensualmente il labbro inferiore, prima di darmi le spalle.

"Rama..." la richiamo, facendola voltare "Sono delle brave persone".

"Anch'io lo sono" dichiara, sorridendo beffarda, prima di darmi le spalle, ed incamminarsi a passo deciso verso l'uscita.
I lunghi capelli neri fluttuano ad ogni passo,  sfiorandole con le punte la zona lombare scoperta.

Sorrido, scuotendo il capo, quando lei alza l'avambraccio, facendo ruotare intorno all'indice le chiavi della mia macchina che è riuscita a fregarmi dalla tasca.

È l'inferno non è sottoterra, il demonio non ha le corna, ne sono certo, perché l'ho appena visto uscire da quella porta, trascinandosi dietro tutti gli occhi dei presenti.

⭐️⭐️⭐️
.Questa storia sarà molto diversa dal mio ❤️H.p.a

Non mi va di svelare la sinossi come neanche chi è il personaggio maschile presente nel prologo, ma voi potete fare supposizioni man mano che presenterò i maschietti😂.
Il personaggio di Rama va contro ogni cliché femminile, e sono consapevole che potrà urtare la sensibilità di qualcuno, ma non costringo nessuno a leggere la mia storia, quindi lasciatemi la libertà di scriverla come l'ho immaginata.

Tu sei velenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora