Capitolo 13

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La stanza era veramente piccola. C'erano vari macchinari e sacche di sostanze che Damiano pensò essere antibiotici, tutti collegati a dei tubi.
E i tubi portavano al magrissimo corpo di Victoria. Era quasi irriconoscibile. Le sue labbra, quelle che Damiano adorava baciare ogni giorno, quelle che amava mordicchiare quando si baciavano con foga, quelle che erano un modo per unire i loro mondi, non erano più rosso ciliegia, ma bianche e secche. Una mascherina trasparente le copriva mezzo volto. Aveva la tipica camicia da notte da ospedale, dalla quale si intravedevano alcune ventose attaccate al suo petto, che si alzava solo di pochi millimetri in un movimento quasi impercettibile. Le ventose erano collegate a una macchina che emetteva un bip costante.  Si ricordò di quanto fosse rilassante sentire il rumore del suo cuore quando dormivano abbracciati.
Il resto del corpo era coperto da un lenzuolo.
"È tutta colpa mia" pensò. E scoppiò a piangere.
"È tutta colpa mia" questa volta lo disse ad alta voce, sperando che Vic si svegliasse e gli dicesse "sì stronzo, è tutta colpa tua" ma non avvenne e il silenzio calò nella stanza.

If only//Damiano David||Victoria De AngelisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora