Sentivo le voci nella mia testa ma ero troppo stanca per aprire gli occhi e capire chi fossero, quell'immagine di quel dito nella busta, quella frase, Charlie che era scomparso e la gita nel.bosco con Christine mi avevano davvero sfinita eppure in tutto questo il suo viso era sempre presenta, la sua voce mentre mi diceva quelle parole e...
"Se lui è tornato lei è in pericolo lo capisci? Lascia che io la protegga sai che lo farò..."
"Si come hai fatto l'altra volta? Quando stava per..." mi mossi voltandomi su un fianco a causa delle luci dei fari che passavano e le voci tacquero.
"Ho sbagliato e ho pagato il mio prezzo, ora però lei è qui ed ha visto gia troppe cose"
Ci fu silenzio nella stanza, sentivo soltanto i passi di qualcuno sul pavimento che cigolava in alcuni punti.
"L'ho promesso a sua madre che l'avrei protetta da voi e io non voglio e non posso ritirarmi la promessa"
Sentii una ventata di vento accarezzarmi la pelle, cosi tanto da farmi venire la pelle d'oca. Non era semplicemente vento era qualcos'altro.
Mi alzai da sotto le coperte e scesi di sotto dove sentivo dei rumori, mia zia era in cucina con le braccia incrociate sul tavolo e piangeva.
Scesi le scale di corsa e l'abbracciai, non sapevo cos'altro dirle, non sapevo cosa fare.
Qualcosa però catturó la mia attenzione, c'era una figura di un ragazzo sul marciapiede di fronte che ci guardava, aveva lo sguardo puntato verso la finestra della nostra cucina.
Una macchina passò a tutta velocità sulla strada e per poco non faceva un incidente e la figura di quel ragazzo era scomparsa, come se si fosse volatilizzato in qualche secondo.
"Ehm...zia vado a letto ora, sono stanca" dissi sciogliendomi dalle sue braccia.
"Si..."disse asciugandosi le lacrime "è tardi ora va" la lasciai in salone mentre dalla cantina provenivano dei rumori strani, come di martello e ferro ma nonostante ciò ritornai in camera e mi rimisi sotto le coperte.
Era difficile dormire la notte con gli incubi e i ricordi ma ora era praticamente impossibile, la polizia si era appostata davanti alla nostra casa avendo paura che il rapitore potesse tornare è tutto questo mi metteva i brividi.
La mattina dopo non essendosi Charlie ad accompagnarmi a scuola dovetti farmela a piedi poi che avevo perso il pullman.
Il cielo era ricoperto di grandi nuvoloni grigi pronti a riversarsi con tutta la sua furia su di me. Speravo cosi tanto che aspettasse che arrivasse a scuola e incominciasse a piove ma...un tuono squarció il cielo e la pioggia iniziò a cadere sempre più velocemente.
Iniziai a correre verso qualche riparo ma non c'era nulla per la strada se non qualche pensilina che era completamente piena di persone, inoltre dovevo arrivare a scuola puntuale per il compito di biologia.
La giornata non poteva cominciare peggio di così,avrei beccato una punizione e un brutto voto e a peggiorare le cose c'era questa continua è assurda paura che mi comprimeva il petto, paura per quel messaggio e per la vita di Charlie. E se fosse...una macchina nera lucida si fermò accanto a me abbassando il finestrino.
I suoi occhi furono la prima cosa che notai erano così chiari ora che il cielo era scuro e che non c'era quasi nessuna luce ad illuminargli il volto, sembrano due fari nell'oscurità.
"Vuoi un passaggio?" Era calmo mentre lo disse, stranamente da come mi parlava ogni giorno.
"Si ne avrei proprio bisogno" dissi stringendomi il cappotto ancora di più attorno al corpo.
"Forza sali" aprì lo sportello ed entrai, quando entrai in macchina mi sentii quasi al sicuro, la sua presenza mi faceva stare bene eppure dietro tutto ciò c'era un segreto che mi faceva paura scoprire.
"Come hai fatto ieri a sapere dov'ero?" Mi uscì spontaneo fargli quella domanda era comparso è scomparso praticamente alla velocità della luce e entrambe le volte non si era fatto sentire.
"Ero andato a fare una passeggiata e ho visto la tua amica addentrarsi nella foresta, stava male?" Non mi guardava ma teneva gli occhi puntati sulla strada.
"Si, era come se non ci fosse, come se non fosse presente mentre le parlavo e poi..." i nostri sguardi si incontrarono."Maia va, scappa" avevo le mani sporche di sangue, ero stesa a terra e sentivo un dolore tremendo in tutto il corpo, avevo qualcosa di rotto sicuramente.
Il respiro mi mancava come se avessi un macigno sul petto.
"Maia ti prego alzati e va" c'erano cosi tanti rumori di sottofondo, urla e...poi c'era la sua voce era riconoscibile tra mille ed era anche così lontana.
Due braccia mi sollevarono dal terreno bagnato e mi portarono in una casa, sentivo il calore del fuoco e il divano profumato e lavato sotto di me.
"Vi prego dovete proteggerla prima che arrivi, vi prego" sentii la voce di due persone rispondere insieme si è poi soltanto lui che mi abbandonava.

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Innamorata di un vampiro
VampirMaia Jones è costretta a trasferirsi dai suoi zii dalla soleggiata Miami alla piovosa e tetra Transilvania, a causa della morte improvvisa dei suoi genitori scomparsi in piena notte. Nella nuova scuola il Transylvania College, Maia viene presto ac...