Un raggio di sole illuminó il viso di Rachel, costringendola a girarsi dall'altro lato.
"Rachel" bisbigliò qualcuno nella stanza.
"Rachel svegliati".
Rachel non rispose, sbuffò e si stropicciò gli occhi.
"Che c'è Marcus?" chiese per poi sbadigliare.
"C'è che oggi è il gran giorno"
"Mi sposo?"
"Ma no Rachel, oggi puoi tornare a casa!" urlò felice lui.
"Ah, figo" rispose lei senza mostrare emozioni.
"Figo?"
"Sì, figo"
"Certo che sei strana" disse lui per poi aiutarla ad alzarsi.
"Ce la faccio anche da sola, grazie, ed ora esci che mi devo cambiare".
Successivamente prese tutte le sue cose, per poi salutare i dottori e lasciare l'ospedale.
"Come stai?"
"Con il cancro" rispose lei smorzando l'allegria di lui.
Per tutto il tragitto dall'ospedale a casa regnò il silenzio.
"Eccoci" disse Marcus.
Lei aprì la porta ed entrò, lasciando a terra le sue cose.
"Ah, questi sono per te, comunque" fece richiamando la sua attenzione.
Rachel si voltò e vide nelle sue mani tre rose rosse dal profumo intenso.
"Grazie" disse lei arrossendo.
Prese le rose dalle mani di lui e si precipitarono nella sua stanza.
Appena aprirono la porta una lacrima scivolò sulla guancia di Rachel.
Guardandola, Marcus non poté fare a meno di sorridere.
Rachel guardò la sua stanza, ancora uguale come quando l'aveva lasciata.
Guardò le mensole piene di libri ancora da leggere, le pareti piene di disegni e la sua scrivania sommersa da schizzi fatti da lei.
"Allora io vado" le disse Marcus lasciandola sola immersa nei ricordi.
"Ciao" disse infine, senza ricevere risposta.
Quella sera Marcus andò da lei, portando con sé la sua chitarra.
Lei era seduta sul letto e guardava fuori, lui ai piedi di esso, e suonava.
Suonava qualsiasi canzone gli passasse per la testa, qualsiasi canzone gli facesse ricordare i loro momenti.
E lei ascoltava, ricordava, e guardava il cielo, che tanto le era mancato e che quella sera aveva una sfumatura di rosso, come le tre rose che aveva posto sul davanzale.
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Artist
Short StoryBella come un dipinto di Monet, dannata come una poesia di Bukowski.