Passavano i giorni, le settimane, le foglie cadevano dai rami come i capelli di Rachel lasciavano la sua testa.
Grigio.
Quella mattina era grigia, come le tipiche mattine d'autunno.
Un grigio spento, monotono, che dopo un po' che rimanevi a guardarlo t'annoiava.
Rosso.
Rosso come il sangue che le fuoriusciva da piccoli taglietti sulle sue labbra procurati dai denti, si mangiava sempre le labbra quando era nervosa, ansiosa, o quando pensava.
Ad un tratto si aprì la porta ma lei non ci fece nemmeno caso.
Sapeva che era lui.
Chi altro poteva essere?
Lui era l'unica persona che le era rimasta accanto nonostante la malattia, l'unico a vedere dell'azzurro nelle sue iridi anche quando erano palesemente grigie.
L'unico a vedere sempre una folta chioma nera sulla sua testa, l'unico a vedere ancora una speranza, una luce, infondo a quel tunnel dell'orrore.
Già, l'unico, perché ormai anche Rachel si era rassegnata.
Lo sapeva che non ce l'avrebbe fatta, e ciò la straziava.
Marcus si avvicinò al letto e si sedette accanto a lei.
'Come stai oggi?' le chiese sottovoce.
'Sto perdendo i capelli'
'Sei comunque bellissima' rispose provando a tirarla su di morale.
Anche lui lo sapeva che prima o poi avrebbe smesso di andare, ogni giorno, in quella casa, in quel bar, in quel parco.
Lo sapeva che quel letto su cui era seduto sarebbe rimasto freddo.
Sapeva che quelle tre rose sarebbero appassite, e sapeva che Rachel sarebbe morta.
'Sto morendo, Marcus' continuò senza guardarlo
'Ti va di uscire?'
'E dove mi porti?'
'Tu dove vuoi andare?'
'Al mare'
'Allora ti porto al mare'.
E così fece.
Quel giorno andarono davvero al mare.
Presero il primo treno al volo e partirono, senza una meta precisa, semplicemente il mare.
'Sei pazzo' gli disse ridendo
'Di te' pensò
'Io? Sei tu quella che voleva andare al mare', disse invece.
Era così bella la risata di Rachel, era contagiosa.
Era così bello vedere le sue labbra piegarsi in un sorriso, i suoi occhi sorridere, lei sorridere.
Era così bello vederla felice dopo così tanto tempo.
Appena scesero dal treno percepirono subito che l'aria era diversa.
Si respirava un'altra aria, e a Rachel piaceva, piaceva da morire.
Si lasciò accarezzare da quell'aria mentre si recavano in spiaggia, mimetizzandosi tra la gente.
Non conoscevano nessuno, ed era così bello.
Nessuno sapeva chi fossero, né la loro storia o da dove venissero.
Era dannatamente bello.
Sentirsi libera di fare qualunque cosa, consapevole di non rivedere mai più quelle persone.
Rachel amava la sabbia sotto ai piedi.
Amava il mare e amava guardarlo, per ore, per poi copiarlo su una delle sue tele ancora bianche.
I due si tolsero le scarpe, si sedettero e rimasero in silenzio.
'Ti piace qui?' le chiese poi
'Tanto'
'Come stai?' domandò per la seconda volta
'Bene. Sto bene Marcus'
Sorrise
'E tu come stai?'
'Io sto bene Rachel'.
Rachel prese la sua tela, un pennello, qualche colore ed iniziò a dipingere.
'Non mi piace' sbuffò.
'Invece è bello'
'Non devi dirlo per farmi felice'
'Sul serio, a me piace'
Rachel scosse la testa.
'E dimmi allora, perché lo trovi così bello?'
'Perché quando lo guardo provo una sensazione di pace. L'arte non deve essere bella, deve farti provare qualcosa'.
Lei sorrise. Quelle parole le fecero bene al cuore.
'Grazie' disse infine.
Restarono lì fino a quando non arrivò il tramonto, l'uno affianco all'altro.
Quei due avevano così tante cose da dirsi ancora, così tante esperienze da fare, così tanti viaggi, ma così poco tempo.
'Dove vuoi andare domani?'
'Non saprei, tu?'
'Non lo so nemmeno io'
'Lasciamo arrivare domani'.
Quei due erano così simili e così diversi allo stesso tempo, litigavano per tutto e facevano pace subito.
Erano come il cielo e le stelle.
Certo, capita che alcune sere il cielo sia senza stelle, e quindi buio.
Ma quando ci sono è tutta un'altra storia.
Quando ci sono le stelle è completo, brilla.
E così loro due.
Quando sono insieme è un cielo sereno, quando l'uno è senza l'altro è nuvoloso.
Forse Rachel rappresenta le stelle.
Forse è Rachel a far brillare Marcus.
E forse, quando Rachel sarà coperta dalle nuvole, Marcus sarà solo un cielo nuvoloso, incompleto.
Gli mancherà un pezzo, gli mancheranno le stelle per tornare a brillare.
Ma le nuvole trionferanno, e chissà se daranno vita ad un temporale.#SpazioAutrice
Scusate l'assenza ma ero in crisi perché non sapevo come andare avanti con la storia, non avevo idee.
Ma ora sono tornata.
Anyway, spero che la stroria vi stia piacendo e niente, al prossimo capitolo.
Bye.
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Artist
Short StoryBella come un dipinto di Monet, dannata come una poesia di Bukowski.