Il tempo passava e Rachel stava sempre peggio.
La sua pelle era candida, le sue iridi spente.
Era tremendamente fragile, delicata.
Quella mattina Marcus entrò nella sua stanza ma non la trovò, come al solito, sul suo letto ad aspettarlo, quella mattina Rachel era sul balcone, seduta su una sedia, con gli occhi chiusi e il vento che le accarezzava la pelle.
'Come mai non sei a letto?'
'Volevo godermi l'aria, la vista, i tetti delle case, gli alberi, le persone, prima di andarmene'
Tra le dita stringeva un rosario.
'Mi mancherà tutto questo' disse poi guardandolo.
'Alla fine l'hai appeso il quadro' notò Marcus cambiando del tutto discorso.
'Quale?'
'Quello del mare'
'Ah, si'
'Avevi detto che non ti piaceva'
'Nessuno dei miei quadri mi piace realmente, ma li appendo lo stesso per colorare un po' la mia stanza, dato che non posso colorare altro'.
'Dovresti provare a colorare la tua vita'
'Non c'è più tempo' rispose guardando davanti a sé
'C'è sempre tempo, se si vuole' ribattè Marcus.
'Insegnami allora'
'E tu insegnami a dipingere'.
Rimasero per un po' in silenzio, lei guardava il mondo fuori, lui guardava il suo mondo.
'Sai' riprese poi lui
'Penso che verrebbe tanta gente alla tua mostra'
'Io no'
'Perché dici così?'
'Perché sto morendo e l'unico a conoscere i miei quadri sei tu' disse schietta.
'Però non so se ti porterei mai a visitare una galleria d'arte' continuò lui
'E perché?'
'Perché ho paura che tutti guarderebbero te, che negli occhi hai i girasoli di Van Gogh e sulle labbra i papaveri di Monet'.
Le guance di Rachel si colorarono di rosa.
'Grazie' disse poi, ma senza guardarlo.
'Sei bella', disse, 'Perché non fai un autoritratto?'
'Non lo so, non ci ho mai pensato'
'Allora lo faccio io'.
Marcus rientrò nella stanza, prese tutto quello che serviva e si sedette vicino a lei.
'Però di profilo'
'Come vuoi'.
Rachel sorrise.
Passò altro tempo e Marcus finì di disegnare.
'Allora?' chiese emozionato
'È orribile, Marcus' rispose lei ridendo
'Grazie eh, gentile' disse lui fingendosi arrabbiato
'Sto scherzando, di sicuro finirà esposto alla mia mostra'.
Le luccicarono gli occhi nel pronunciare quelle parole.
'Alla tua mostra' ripetè lui.
'Se mai ci sarà' concluse.
'Ci sarà'.
Rachel passò tutto il pomeriggio su quel balcone, con lui al suo fianco.
Non voleva perdersi nemmeno un particolare, perché non ci sarebbe stato tempo per recuperare.
Voleva godersi ogni giorno che passava, ogni ora, ogni minuto che scorreva.
Non voleva perdersi nemmeno una parola che pronunciava Marcus, non voleva dimenticarsi la sua voce, il suo sorriso, la speranza racchiusa nelle sue iridi.
Non voleva dimenticarsi dei loro momenti passati a ridere, a suonare, a dipingere, o stando in silenzio.
Voleva ricordarsi il più possibile di questo mondo, che nonostante tutto, le sarebbe mancato.
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Artist
Short StoryBella come un dipinto di Monet, dannata come una poesia di Bukowski.