7.

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Nuvole grigie, un vento forte, foglie secche sul cemento e strade deserte.
Quella mattina, più fredda del solito, Marcus stava andando a casa di Rachel, ma sentiva che qualcosa non andava.
Infatti, non appena aprì la porta della sua stanza, trovò il letto vuoto.
Tutto era al suo posto, nessun foglio scarabocchiato sulla scrivania, nessun pennello sul pavimento, nessun colore sparso in giro per la stanza.
Era vuota, senza di lei.
Era come se nessuno avesse trascorso anni della propria vita lì.
Marcus deglutì.
Pensò a dove potesse essere Rachel, forse al parco, forse al bar, o forse no.
Forse era in ospedale, ma lui non ci aveva pensato.
Male.
Però era così, Rachel era in ospedale.
Era tornata alla vita di un tempo, stesa su un lettino, avvolta da un lenzuolo bianco, circondata da pareti dello stesso colore, di fronte ad una piccola finestra.
Forse quello era il suo destino.
Forse qualcuno aveva deciso che doveva andare così, che lei lì doveva morirci, come ci era nata.
In un ospedale.
Rachel non stava male, non era triste, disperata o altro, era solo stanca.
Stanca di aspettare, di continuare a vivere in questo modo, stanca di vivere.
Se questo era il modo in cui doveva andare avanti ogni giorno, preferiva morire.
E un po' era dispiaciuta.
Era dispiaciuta di non aver fatto tutto quello che aveva programmato, di non essere andata in giro per il mondo a scoprire posti nuovi, di non aver fatto in tempo.
Perché anche se è ancora viva, se il suo cuore batte ancora, piano, sa che il tempo è scaduto, che quando chiuderà gli occhi non li riaprirà per trovarsi davanti Marcus.
Ah, Marcus.
Marcus le mancherà più di tutto.
Le mancherà la sua voce, la sua ironia, il modo in cui suonava la chitarra, il suo ciuffo sempre spettinato, i suoi occhi verdi, come la speranza, quella che Rachel ha perso da un po' ormai, da quando le è stato diagnosticato il cancro.
Da quel giorno, ha scritto pagine di diario, che però non ha mai letto nessuno.
In quelle pagine scriveva qualsiasi cosa: da quello che succedeva durante il giorno, a quello che le passava per la testa.
Scriveva lettere, a Dio, e anche a Marcus.
Poi nascondeva tutto in una scatola, che metteva in cima ad uno scaffale.
Oggi ha scritto la sua ultima lettera.
Una lettera d'addio.
Ha intenzione di lasciarla sul lettino, in modo che appena Marcus la raggiungerà, potrà trovarla.
Una lacrima scivolò sulla sua guancia.
Un piccolo sorriso si formò sulla sua bocca.

Pareti bianche, tende bianche, cielo grigio.
Questo è ciò che Rachel vide, prima di chiudere gli occhi.

ArtistWhere stories live. Discover now