c a p i t o l o 13

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Ho dovuto passare la sbronza a suon di pozioni fatte sul momento da me, e proprio oggi che vorrei dormire devo stare fuori a fare la ronda.
Sono costretta ad usare una bacchetta magica di quelle che si danno a chi ancora al primo anno non ha trovato la propria. La mia continua a non funzionare più, e questa qua fa semplicemente schifo.
Ottima difesa di notte.
Non ho visto e sentito il prof fino al turno nostro di ronda, è pure arrivato in ritardo facendo roteare come sempre la bacchetta bianca tra le dita come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Restiamo uniti.
È la prima cosa che mi dice superandomi come se non avessimo mai passato una giornata ad ubriacarci.
Lo seguo avvolgendomi nella giacca di pelle, morendo dal freddo, e vado a sbattere contro la sua schiena dura appena si ferma senza avvisarmi, e grazie tante. Si vede che entrambi non vogliamo stare fuori o parlarci dopo essere stati sgridati dalla preside. È come quando improvvisamente smetti di parlare col compagno di banco, e non sai se parlargli perché magari ce l'ha anche con te.
-Ferma.
Ribadisce alzando un braccio per spingermi indietro, puntando la bacchetta come una pistola babbana verso l'immensa area di Hogwarts. Mi sporgo e riesco a vedere una piccola luce crescere sempre di più sulla punta della bacchetta, resta così immobile per qualche minuto e poi mi fa quasi cadere a terra quando di getto fa un gesto come se dovesse impiantare la bacchetta nella terra, e un'onda azzurra si espande su tutto il perimetro della scuola.
-Okay, questo è strano.
Mormoro e lui mi fa soltanto un ghigno perché conosce la magia moderna ed io no.
-Ho cercato vari pericoli attorno alla scuola, e ci sono un sacco di posti da tenere sotto sorveglianza.
Sale su una roccia che riesce a farci vedere quasi tutto il panorama, il vento sposta leggermente il suo mantello e il suo ciuffo. È bellissimo. Mi avvicino cercando di capire cosa stia pensando, ma lui scruta l'orizzonte respirando a pieni polmoni.
-Sai dove sono?
Abbassa lo sguardo alzando un sopracciglio, e mi guarda in un modo stranissimo, poi indica l'ultimo posto che vorrei rivedere.
-Nella Foresta Proibita.
Inizio a scuotere la testa deglutendo, il coraggio che credo sempre di avere va a farsi una vacanza.
-No no, te lo sogni.
Lui sospira e con un balzo agile scende dalla roccia, avvicinandosi mentre io indietreggio.
-Non voglio rivedere quel maledetto parrucchiere.
Ha paura anche lui, forse più di me, però continua ad avanzare stringendo la sua piccola arma magica.
-Ci sarò io a proteggerti.
Allunga una mano verso di me ed io ci lancio sopra una fattura facendogli spuntare un bel ematoma sul dorso di essa.
Non mi scuso nemmeno quando lo vedo piegarsi in due ed emettere dei lamenti poiché sta cercando di non urlare dal dolore.
-Ti prego Alicia non voglio costringerti.
Mormora e questa volta riesco a vedere parte dei suoi pensieri: sta cercando di non puntarmi la bacchetta alla gola se continuò a rifiutarmi.
-Fallo pure.
Si accorge che ho usato la Legilimanzia e chiude di nuovo il muro dei suoi pensieri, afferrandomi per un braccio e tirandomi verso la Foresta Proibita a forza. Io grido e scalcio finché si stufa e mi preme contro il suo corpo tappandomi la bocca, mi sta pressando contro un albero.
-Basta gridare altrimenti siamo fottuti!
Spiega impacciato guardandosi attorno, ha la mano che mi copre metà faccia talmente è grande, però siamo in una gran bella posizione. Non ho voglia di scherzare adesso è questo il punto.
Mi tiene stretta per un polso, poi scuote la testa e toglie bruscamente la mano.
-Cazzo non voglio farti del male.
Sbotta assicurandosi di non avermi lasciato il segno, allora per evitare che scappi crea una sorta di corda quasi luminosa legata ai nostri polsi.
-Ti prego non voglio stare in questa foresta.
Perché ci siamo già entrati senza nemmeno essercene accorti.
-Se non lo facciamo ci buttano fuori dalla scuola, lo faccio soprattutto per te.
Mi fa incazzare ciò che ha detto quindi mi avvicino e gli do uno spintone sulla schiena.
-Ma tu che cazzo ne sai di cosa voglio io non mi conosci nemmeno.
Si gira arrabbiato e pesta un piede per terra facendo tirare magicamente la corda, mi ritrovo a due soffi dal suo petto.
-Vedi di non peggiorare le cose, Alicia.
Mi soffia sui capelli digrignando i denti.
Lo sovrasto certamente non di altezza, ma di spirito.
-Ti odio.
Lo spintono ancora per farlo allontanare di nuovo e continuiamo a camminare per sto posto buio e schifoso.
Il prof ha la bacchetta puntata ovunque, io mi distraggo cagandomi addosso per ogni minimo rumore che sento.
La corda si può allargare a dismisura, così senza accorgercene prendiamo strade diverse, però la corda quando siamo in pericolo si riallaccia automaticamente per farci ritrovare. Ancora nulla di pericoloso, però non di riallaccia quando hai paura. Perché l'unica cosa di cui ho bisogno adesso è stare con qualcuno possibilmente umano e possibilmente buono.
Nei miei sensi sento che la mia vera bacchetta si sta ricaricando, è una cosa che non posso spiegare, quindi tra poco potrei buttare sto catorcio e chiamarla come fosse un mjolnir.
Il gioco cambia faccia quando sento un urlo maschile in lontananza, e nella foresta ci siamo soltanto io e il prof.
-Fustacchione!
Grido pestando un piede per terra per riallacciarmi a lui, ma appena abbasso lo sguardo vedo che la corda è stata tagliata. Vedo una sorta di esplosione verso sud ed inizio a correre nonostante non lo voglia davvero.
Io sono da sola praticamente indifesa, mentre continuo a sentirlo urlare.





*non sono io se non ci stanno guai. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Expecto Patronum | Rdj | Teacher - StudentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora