- quello che l'alba fa al cielo.

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o un esercizio che ho fatto tempo fa per esercitarmi nello scrivere i dialoghi:


«Quello che voglio dirti è che...»

«Che?»

«Che sto per fare una scelta» Reyna alzò lo sguardo per la prima volta in quella conversazione. Erano venti minuti che cercava di spiegare a Jason i suoi sentimenti, ma, a quanto pareva, era un'impresa più difficile di quello che aveva immaginato. «Una scelta molto importante.»

«Che tipo di scelta? Reyna? Mi stai facendo preoccupare.»

«Forse è meglio se ci sediamo.» disse lei. Però, nessuno dei due sembrava intenzionato a muovere un muscolo.

«Per favore, Rey, dimmi di cosa stai parlando.»

«Non posso.»

«Ma certo che puoi! Reyna, sono tuo... amico.»

La ragazza notò una strana ombra nei suoi occhi mentre pronunciava l'ultima parola. «No, non lo sei, Jason. E non posso. Non insistere.»

«Ma allora perché mi hai portato qui, alle cinque di mattina, sul tetto del Senato – il tetto! – di Nuova Roma? Rey, sei strana.»

«Per mostrarti qualcosa.»

«Mostrarmi cosa?!»

«Quello che mi hai fatto.»

«Che io ti ho fatto? Ehi, sei sicura di stare bene? Sei un po' pallida.»

«Stai zitto ed osserva.»

«Cosa dovrei osservare, in partic–»

«Shhh! Guarda.»

«Non capisco, è solo...»

«Sono i primi raggi di sole, vedi?»

«Sì, li vedo. Ma cosa c'è di così speciale?»

«Quello che tu hai fatto a me.»

«Ovvero?»

Reyna poteva sentire il cuore del ragazzo battere anche da quella distanza. «Ovvero quello che l'alba fa al cielo.» spiegò.

«Ti ho, ehm resa azzurra?»

Lei scosse la testa. «Mi hai illuminato.»

«Rey...»

«Prima non riuscivo a comunicare niente agli altri; ero chiusa in me stessa e mi sentivo, be', mi sentivo... vuota, non so se capisci. Ma poi sei arrivato tu.»

«Poi sono arrivato io.»

«Sì, sei arrivato tu. Mi hai fatto capire che le persone non sono poi così tanto male, e che non tutti mi avrebbero tradita come aveva fatto Hylla.»

«Mi dispiace.»

«Per cosa?»

«Per il fatto che Hylla ti abbia tradita. È una cosa molto triste.»

«Lo è, sì.»

«Perché me lo dici ora?»

«Cosa?»

«Tutto questo. Perché adesso e non domani, ad esempio?»

«Perché domani la mia decisione sarà già presa, Jason. E non ci sarà più modo per me di dirti queste cose.»

«Ed è davvero così importante che tu me le dica?»

«Sì.»

«E perché?»

Reyna distolse lo sguardo dal ragazzo per un attimo e osservò come la luce del sole potesse schiarire in un attimo il cielo, cancellando le stelle ed il buio della notte. «Perché sei la persona a cui tengo di più, qui.»

«Anche tu lo sei, per me.»

«No, non è vero.»

«Perché dici così?»

«Perché tu hai Piper, e Percy, e Leo e tutti gli altri. Non sono poi così importante, per te.»

«Sì che lo sei, invece.»

La ragazza scosse la testa, rimanendo in silenzio. Sentiva le lacrime premerle sugli occhi e la gola secca. Quasi si pentiva di aver voluto iniziare quella conversazione.

Jason le mise una mano sulla spalla. «Ti giuro su tutto quello che vuoi che lo sei, Rey.»

«Non chiamarmi in quel modo.»

«Perché?»

«Perché era il soprannome che usavi quando eri mio amico.»

«Ma io sono tuo ami–»

«No, non lo sei, Jason. Hai smesso di esserlo quando io ho smesso di essere per te una persona speciale... e quando mi hai dimostrato che era così.»

«Mi dispiace.»

«Non importa. Sto per fare la mia scelta, ormai, e a quel punto non ci sarà più bisogno di dispiacersi.»

«Reyna, ti prego...»

«Volevo solo ringraziarti, Jason. Grazie per esserti preso cura di me e per avermi fatto capire una delle cose più importanti nella mia vita.»

«Reyna...»

«Ti prego, non farlo.»

«Cosa?»

«Lo sai cosa. Non farlo.»

«E se non lo sapessi?»

«Saresti un vero stupido.»

Jason emise una risata amara e la guardò negli occhi. «Scusami per tutto quello che ho fatto, Rey. Non intendevo ferirti, né allontanarti, né nulla del genere. Scusami tanto.» Le prese il viso fra le mani, forzandola a guardarlo a sua volta. Reyna non si astenne. «E,» continuò lui, «se sono io il motivo della tua stupida scelta, o come diavolo vuoi chiamarla, ti prego, non farlo, Rey. Reyna. Reyna, guardami, okay? Non voglio che tu lo faccia. Voglio che tu resti qui con me – cioè, con tutti noi, d'accordo?»

«Lo stai facendo ancora.»

«Non mi interessa. Continuerò finché sarà necessario.»

«Non è mai stato necessario.»

«Gli amici lo fanno anche quando non lo è.» rispose lui, e poi la abbracciò.

Reyna non disse nulla; restò solo ferma, in quel momento magico, nel silenzio dell'alba e fra le braccia della persona che amava e che, ne era certa, avrebbe amato per sempre.

«Grazie ancora, Jason.»

«Ti voglio bene, Rey.» disse, affondando la testa nei suoi capelli neri.

«Ti amo, Jason.» confessò lei, consapevole che quella notte non era mai esistita e che, come ogni volta, la brezza mattutina avrebbe trascinato via verità e menzogne, portando con sé un nuovo inizio per il mondo che si sarebbe svegliato sotto un cielo già blu.

Queste prime one-shot sono le più brutte, okay. Però posso scusarmi dicendo che questa era solo un esercizio per scrivere i dialoghi, dato che non li so fare lol. Spero vi sia piaciuta almeno un po'. Come sempre, sarei davvero grata se lasciaste un commento per esprimere il vostro parere sulla ff / sclerare insieme sulla Jeynaaa. Alla prossima ;)

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