- se.

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prendetela come headcanon e ambientatela pochi mesi prima i fatti di "The burning maze" :)  (no spoiler in the story)

«Ma Reyna, io ti amo!»

Quelle parole la colpirono con una forza che neanche un colpo di fucile avrebbe saputo imitare. Dritte al cuore, come faceva di solito lui. Jason Grace non amava i giri di parole; non amava nascondere la verità sotto strati infiniti di bugie e rimorsi; non gradiva le prese in giro. Jason Grace andava sempre dritto al cuore.

«Anche io ti amo, Jason. Non sai per quanto ti ho aspettato.» rispose la ragazza, arrossendo violentemente. Nascose il viso tra le mani, ma lui, avvicinandosi piano, gliele scostò delicatamente, sussurrandole che era bellissima anche mentre arrossiva. Le disse che l'aveva sempre trovata stupenda che non l'avrebbe più lasciata andare. Che non se ne sarebbe più andato.

La ragazza barcollò per uno o due secondi prima di riprende la calma. Se fosse successa una cosa del genera in Senato, non se lo sarebbe mai perdonata. Non poteva rischiare di sembrare debole agli occhi degli altri ragazzi del campo.

«Non sai quello che dici, Jason.» rispose lei fredda, mentre si sentiva la faccia pizzicare e, lentamente, andare a fuoco. Odiava quella sensazione – la sensazione di poter farsi sottomettere, di non riuscire a tenere testa a qualcuno che, in realtà, mostrava molta meno sicurezza di lei. Era vero: Jason Grace non sapeva quello che stava dicendo (forse qualcosa non andava, in lui?, aveva la febbre?) e non poteva essere il contrario. Reyna allargò le spalle mentre, con una mano, si aggiustava delle ciocche di capelli che le erano cadute sul viso – odiava portarli sciolti.

«So benissimo quello che dico, invece. Non vedevo l'ora che... finisse. Reyna...» Il ragazzo le si avvicinò, e lei fece istintivamente un passo indietro. Non voleva essere toccata. Sentiva che, se lui l'avesse fatto, si sarebbe scottata. Stavano giocando con il fuoco.

«Anche io, Jason, anche io.» rispose lei. Jason la guardò dolcemente con quegli occhi di un blu così profondo e cristallino in cui Reyna aveva tante volte sognato di perdersi per non fare più ritorno. Era bellissimo anche con l'aria confusa di chi non si aspettava una risposta del genere o di chi non sa cosa dire.

«Eri felice con Piper, fino a poco tempo fa.» obiettò lei. Era vero: Jason Grace non si era mai lamentato, nei mesi in cui lui e la figlia di Venere avevano vissuto la loro storia d'amore.

«Ma ora so che non ero felice in quel modo. Ti prego. Voglio restare con te.»

La ragazza quasi cadde su se stessa. Sentiva le gambe molli e la bocca asciutta. «Ti prego, non lasciare più che ci separino.» sussurrò.

Reyna non lo guardò negli occhi neanche una volta (scotta, scotta, scotta). «No» disse, semplicemente. Non voleva essere ferita. Non di nuovo. Le ferite andavano curate subito, no?, non dopo mesi, non dopo che le si erano lasciate cicatrizzare per così tanto tempo. «Il Campo Giove non ti appartiene più. Sei greco, ora.»

«Ti prego,» ritentò ancora lui, «voglio stare con te.»

«Lo voglio anch'io. Non sai quanto.»

Reyna scosse la testa e gli voltò le spalle: non voleva che la vedesse piangere. Se ne andò lasciandolo solo con i suoi pensieri, mentre il sole, assonnato, regalava a Nuova Roma le sue ultime energie prima di lasciarla per un tempo che, Reyna ne era sicura, le sarebbe parso infinito.

Approfitto di questo aggiornamento super triste (prometto che sarà l'ultimo della serie delle os tristi che ho pubblicato qui) per invitarvi a leggere la mia nuova fanfiction Jeyna Vices & Virtues che potete trovare sul mio profilo. Se ci va, andate a dare un'occhiata e a farmi sapere cosa pensate del primo capitolo. Buona lettura!
Giorgia.

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