Il primo passo falso

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Ho proprio voglia di vedere Dafne. Sì, ho decisamente voglia di lei, anche se lei non è esattamente mia, o per lo meno, non nel senso che intendo io. Penso che occupi il 75% dei miei pensieri; e quel 75% è suddiviso tra occhi, sorriso e altro; occhi profondi, neri, incorniciati da quelle ciglia lunghe e da quelle occhiaie leggere che le danno l'aria di ragazza studiosa. E il sorriso? Beh quello è perfetto nelle sue imperfezioni, non è splendente, ha quel dente che sporge un po' di più, ma quando mi guarda, quando sono io la ragione del suo sorriso, allora risplende più di qualunque cosa al mondo...forse non più della cosa che ho trovato in corriera...ma non mi va di pensarci, sono troppo stanco quindi ne parlerò domani con Dafne. Il mio pensiero vaga poi torna da lei. Torno a pensare ai suoi capelli castani, lunghi e lisci, al suo modo di fare, al suo culo, alle tette; per fortuna è estate quindi non si mette più quei maglioni larghi che la coprono. Uno gliel'ho regalato io mi sa. Brutta mossa, avrei dovuto regalarle una minigonna ma posso sempre farlo l'anno prossimo.

Merda sono le 3 del mattino ed io non prendo sonno, non riesco a frenare il flusso di pensieri, tutti scollegati, tutti inutili. Ho bisogno di dormire! Conto.
1,2,3,4,5,6,7..8...12...20..50...

Ma chi me lo ha fatto fare volontariato? Alzarsi alle 6:30 del mattino anche d'estate. Sarebbe perfetto se fossero orari più decenti. Probabilmente ero ubriaco quando ho deciso di iscrivermi ma ormai sono qua quindi mettiamoci al lavoro, qualcuno dovrà pur accompagnare gli anziani a fare la dialisi. La Pubblica è desolata, ci sono solo io, la tartaruga e la voce del presentatore del tg. Devo stare qui ad aspettare le 9 prima di accompagnare la signora Franchini in ospedale e spero almeno che qualcuno chiami e prenoti un servizio  altrimenti sarò costretto a stare qui a fare una sega per le prossime 2 ore.

Vado a prendere un caffè alla macchinetta, spero di avere dei centesimi in tasca, ecco sì 20 cent, no aspetta, forse nell'altra tasca ne ho altri 20...Il coso. Mi ero dimenticato del coso. È davvero liscio e sta diventando sempre più opaco.
Ok spero che la macchinetta non mi mangi i soldi.

Più lo fissò più mi sembra che voglia comunicarmi qualcosa, come se piano piano entrassimo in sintonia. Il caffè è il solito schifo. Sintonia...sì, come se fossimo connessi. Il fatto che non brilli mi rende nervoso, mi sento sprofondare nell'angoscia, come se avessi l'ansia per aver perso qualcosa d'importante, ho voglia di rivedere quella luce e il non vederla mi agita. Quella luce mi faceva stare bene eppure ieri guardandola non me ne rendevo pienamente conto. Chissà se va caricato, se ha delle pile o qualcosa del genere. No, niente fessure e niente pulsanti. Sembra un sasso. Vabbe chissene.

*Ciao Dafne, ti va di fare un giro oggi pomeriggio?*

Spero dica di sì, non la vedo da una vita ed averla sognata ieri sera mi ha fatto sentire ancora di più la sua mancanza. Intanto devo distrarmi, vado a prepare il necessario per la signora Franchini. Ha 87 anni quella povera donna ed ormai non fa altro che stare sdraiata a guardare la tv. Che amarezza. Le uniche persone che vede siamo io, la sua badante, Guido e qualche volta la nipote. Quindi...ho preso la sedia automatica e il cuscino. So che poverina ha un tremendo mal di schiena e tutte le volte si lamenta della sedia; cerco di alleviarle un po' il male. Dovrebbe essere tutto. Le tapparelle sono giù e la luce è spenta, devo solo aspettare Guido l'autista e possiamo andare.

《Tutto bene figliuolo? Hai un'espressione cupa.》

Cazzo, che spavento. Gli anziani dovrebbero smetterla di prendere alla sprovvista giovani che fissano il telefono in attesa di una risposta.

《Sìsì, tutto bene. Lei come sta?》

Anche se "tutto bene" mica tanto; tra la strana ansia per il miniUFO e la normale ansia del messaggio, sono un fascio di nervi. A Guido però non interessa sul serio. Lui vuole raccontare i suoi problemi e sa che io non posso non ascoltarlo.

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