N. A. S. A.

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Prima di girare l'angolo mi volto.

Lo vedo là immobile, nello stesso punto di prima.

L'unico movimento che fa è alzare le spalle tremanti su e giù, ed è da quello che capisco che sta piangendo.

Io non so se le cose che gli ho detto le pensavo tutte, ma ora l'unica cosa che voglio è andarmene e non parlargli più.

Non voglio più nemmeno pensarci.

Mi rigiro e continuo a correre.

Non so dove sto andando...
Ma so che è lontano da lì e questo mi basta.

Quando capisco che sono abbastanza distante rallento e mi inizio a guardare intorno cercando qualche indicazione.
Ma il paesaggio intorno a me ora é diverso da quello di prima, é un paesaggio...normale.

Al posto dei palazzi abbandonati, ce ne sono di nuovi, formati da vetro e ferro, o acciaio.

Io mi trovo in un marciapiede vuoto.

Infatti intorno a me non c'é nessuno, mi sembra strano.

Niente macchine, niente clacson, niente traffico e niente odore di gas, l'unica cosa che si sentiva é il rumore del silenzio. Sono un po' in agitazione a stare tutta sola, dopo tutte le cose che mi sono capitate e con la brutta gente che c'è in giro.

Dopo pochi metri trovo un bar, non ha un'aspetto molto intrigante, ma sempre meglio di qui fuori.

Entro e noto subito che deve essere uno di quei locali a tema, sembra di essere in una navicella spaziale.

I tavoli sono semplici bianchi e abbastanza spaziali.
Le pareti sembrano proprio quelle di una navicella. Alle pareti ci sono anche degli Oblò dai quali si scorge una terra spaziale sconosciuta.

Mi siedo ad un tavolo senza dare nell'occhio.

La cameriera si avvicina.
È una ragazza vestita in tuta spaziale, provvista di casco e ha una spilla attaccata con su scritto N.a.s.a.

Un brivido mi passa per la schiena a solo la vista della spilla.

Ma la ragazza non mi sembra malvagia.

Lei mi guarda con fare sospettoso.

Io mi affretto a prendere un menù e le dico il primo cibo che leggo:" Palla Spaziale " lei se lo annota.

Sinceramente io non so nemmeno cosa sia e ho il terrore che non mi piaccia, con i miei gusti, ma dovevo togliere da me l'attenzione al più presto.

La ragazza se ne va.

Non lo guardata in volto mai da quando mi sono seduta, non voglio che magari mi riconosca, dato che attaccato al bancone c'è una mia foto e il numero di mia madre scritto sopra...

per il momento sembra funzionare.

Dopo pochi minuti la ragazza torna con una polpetta enorme su un fondo di patate fritte.

Il cibo grosso mi ha sempre fatto vomitare, ma questo è enorme.

Mi sembra di vomitare al solo pensiero di mettermi in bocca quella cosa.

Alzo lo sguardo per distrarmi da quella cosa e noto che la cameriera è ancora lì intenta a fissarmi.

Allora la guardò e le faccio un sorriso.

Lei mi scruta e poi se ne va di fretta.

Spero che non mi abbia riconosciuta.

Dato che ho fame inizio a mangiare qualche patatina.

Solo ora noto che sono sola, non ci sono altri clienti. Solo io e la ragazza. Guardo se c'è un'orologio, devo tornare a casa.

Saranno preoccupati, sarà preoccupato.

Trovo un orologio a forma di oblò attaccato alla parete.
Sono le 15.00 e in queste 24 ore non è che ho dormito un gran che e non ho neanche mangiato, ma non ho fame, ho lo stomaco chiuso.

Mi alzo dal tavolo e mi avvicino alla cassa cercando di nascondere la mia foto col corpo.

" dodici euro..."

Mi guardo in tasca, tirò fuori i soldi e pago.

Il mio pranzo è ancora sul tavolo intatto, manca solo qualche patatina.

Non mi hanno ancora riconosciuta per fortuna.

Mi avvicino velocemente alla porta ed esco.

Mi guardo intorno per cercare di orientarmi, ma non capisco dove sono.

Mi volto e vedo una gran confusione all'interno del locale, non andrei mai indietro, in quell'inferno.

Destra o sinistra...

Mi sto decidendo quando una mano mi si posa sulla spalla.
È una mano forte ruvida, immagino anche scorticata per delle lotte, ma di sicuro non è una mano amica.

Un'altra mano diversa dalla prima per il peso mi si posa sull'altro spalla e lì si stringe.

Mi inizia a salire l'ansia, sto per fare uno scatto quando qualcuno mi mette una bandana in bocca e me la lega dietro alla nuca.

Voglio urlare, voglio chiedere aiuto.

Sto per correre via quando uno dei due uomini mi assesta un colpo alle gambe facendomi cadere sulle ginocchia.

Io inizio a sbattere le braccia per cercare di liberarmi dalle prese, ma un uomo mi prende entrambe le braccia e me le lega dietro la schiena.
Un'altro nello stesso momento mi lega le caviglie insieme...

Non so cosa fare, cerco magari di colpire qualcuno con la testa o con le braccia o con i piedi.

Ad un certo punto sento che dopo aver sbattuto non so quante volte gli arti ho colpito qualcosa di duro e sento un

"Aia..."

Perfetto ho colpito qualcuno, ma questo non migliora le cose il signore si è già ripreso e mi ha spinto una siringa nella spalla ed ha premuto lo stantuffo.

All'inizio ha fatto solo male, niente di più, ma dopo un po' la vista a iniziato ad offuscarsi.

Mi gira la testa...

Sto iniziando a vedere tutto nero...

Non capisco più niente...

Non vedo più niente...

E non sento più niente...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2018 ⏰

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