Dopo lo stupro, per Silvia cambiarono radicalmente molte cose.Prima di tutto fu obbligata a mentire.La menzogna prevedeva di non parlare mai con nessuno di quello che era avvenuto, ma che anzi da allora divenissero fidanzati, altrimenti pesanti ripercussioni si sarebbero abbattute sui suoi genitori.
La presenza di Filippo nella sua vita divenne costante e il desiderio di possederla e limitare i suoi rapporti con gli altri,aumentò a dismisura soprattutto quando Silvia dopo innumerevoli mattine spese a rimettere e ad avvertire malessere generale, scoprì di essere incinta.
Quando ci fu quella scoperta, Filippo si era da poco diplomato, mentre Silvia dovette abbandonare il liceo e venne obbligata a vivere con il suo aguzzino.
Nonostante Pietro e Serena fossero rammaricati di perdere la figlia, non sospettando il suo dolore, provavano una gioia enorme nel sapere che presto avrebbero avuto un nipote.I genitori di Filippo all'inizio non condividevano l'idea che il figlio sposasse una ragazzina qualsiasi, ma pian piano grazie al suggerimento del figlio iniziarono a notare come molte cose strane accadessero. La loro azienda vinse appalti su appalti, nemici da sempre temibili, fallivano miseramente lasciando loro campo libero, qualsiasi cosa Filippo si facesse consigliare da Silvia era destinata a riuscire magnificamente.
Silvia era la dea della fortuna.
La protezione verso la donna aumentò a dismisura e quando si avvicinò il momento del parto, Filippo prese una drastica decisione.
Silvia era troppo preziosa e come tutte le cose di valore, doveva essere tutelata, per questo motivo alla nascita di Vittoria, la donna venne trasferita e costretta a vivere in un bunker, l'appartamento sotterraneo della loro villa e da allora non gli fu più permesso di abbandonarlo, divenne prigioniera nella sua stessa casa e con lei anche la piccola Vittoria. Tutti i rapporti con l'ambiente esterno vennero recisi, Pietro e Serena non conobbero mai la nipote e dopo innumerevoli tentativi per riavvicinarsi alla figlia, si arresero alla sua perdita e a quella della nipote.
Silvia d'altro canto soffriva immensamente, non per se stessa ma per quella bambina che non avrebbe mai potuto vedere la luce del sole. L'unico che poteva dirsi soddisfatto della situazione, era Filippo Donati, la sua impresa aveva raggiunto un patrimonio quadruplicato dalla nascita della figlia e ciò gli permise di comprendere come il dono della madre si fosse trasmesso alla figlia, diventata a sua volta una fonte di fortuna. La prigione che le due donne vissero fu lunga e dura, ma ciò che permise loro di non abbandonarsi mai completamente al dolore, fu proprio l'amore che madre e figlia si trasmisero in quei lunghi anni. Vittoria soffriva vedendo come la madre venisse ripetutamente violata da suo padre, che con il trascorrere del tempo diventava sempre più ossessionato dalle due donne, soffriva perché il male più grande veniva procurato loro proprio dall'uomo che più al mondo avrebbe dovuto proteggerle."Per quanto tempo hai intenzione di recludere tua figlia? Non ti è bastato quello che hai fatto a me?" Disse ferita Silvia, che in cuor suo sperava di poter salvare sua figlia.
"Cosa ti avrei fatto? Ingrata, vivi come una regina, non ti manca nulla, hai un marito devoto, nonostante abbia donne pronte a soddisfarmi in qualunque momento mentre tu sei qui, non penso ad altre, voglio solo te."
"Sei ossessionato, tu non mi ami e mai lo farai, ma almeno dovresti mostrare dell'affetto verso tua figlia."
"Vi amo follemente e voglio solo proteggervi e se non lo capisci, sei una stupida, ma per nostra figlia ho dei piani, voglio che sia felice così come lo siamo noi."
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Τύχη: quando la fortuna non basta.
RomancePer alcuni di noi la vita sembra possedere binari già stabiliti, percorsi già tracciati e per quanto si voglia cambiare rotta, c'è quel qualcosa o qualcuno che proprio non lo permette. Per alcune persone, tutto ciò può rivelarsi positivo, ma per alt...