4. Night owl e marmellata di fragole

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Non è necessario un sensitivo per comprendere che in casa nostra nessun membro della famiglia è un morning bird.

Per esempio, prendete me: io detesto dormire. Dico sul serio, la notte sono più sveglia e pimpante che mai. Non mi addormento mai prima delle tre del mattino e se potessi passerei la mattinata a dormire, come fanno i miei che diventano più attivi che mai dopo il crepuscolo.

Per cui quando per le cinque del pomeriggio io e Micah rientriamo a casa, li troviamo intenti a sorseggiare del tè mentre mio padre batte qualcosa al suo computer.

-La donna è entrata in casa. E adesso? - Domanda mio padre.

-Deve morire? - Chiedo mentre entro in cucina e cerco del pane a fette in dispensa.

-Sì, ma è ignara di tutto. Crede di andare all'appuntamento con il nuovo vicino sexy, ma lui è un vampiro.

Se c'è un vampiro sexy, potrei anche pensare di leggere il nuovo libro di mamma e papà.

-Mostrerà già i suoi canini?

-Tuo padre vota per il sì. Io voto per il no: lasciamola ancora in vita, giusto un altro paio di capitoli - dice mia madre.

Cospargo il pane di marmellata alle fragole e lo addento mentre osservo il deskstop di papà per leggere quanto ha scritto finora.

-Beh, l'appuntamento prevede una cena? - Chiedo.

-Ho in mente qualcosa di splatter. Il vampiro che mangia pane e marmellata proprio come te, o almeno così sembrerebbe. In realtà è...

-Non dirlo... - mormoro.

-Sangue! - Esclama mio fratello facendo il suo ingresso in cucina.

-E che cavolo, io starei anche mangiando!

Ma quando non è destino non è destino e a farmi passare ulteriormente l'appetito ci pensa Vlad.

Vlad è il gatto nero di zia Savannah. Quando arriva lui, sappiamo che dopo un paio di minuti arriverà anche lei.

Secondo zia Savannah, non è realmente un gatto: dentro di lui risiederebbe lo spirito del prozio Vladimir, deceduto circa trent'anni fa. E il suo spirito la guiderebbe anche.

Ma questa è un'altra storia.

-Kim! - Esclama zia Savannah con una certa urgenza facendo anche lei il suo ingresso in cucina.

La osservo perplessa, la fetta di pane ancora a mezz'aria. -Stai bene?

Un fermo immagine su zia Savannah è d'obbligo.

Immaginatevi una donna sulla quarantina, con una zazzera di capelli neri lunghissimi, una gonna che arriva sino alle caviglie, degli orecchini più grandi delle mie mani e una decina circa di collane con altrettanti anelli alle dita.

-Sì... credo di sì - rispondo alla sua domanda inarcando un sopracciglio.

Zia Savannah si avvicina a me, prendendomi per le spalle e osservandomi attentamente negli occhi. Solo quando si allontana mamma si azzarda a parlare.

-Hai avuto una visione? - Le chiede.

-No. Il prozio Vladimir mi ha parlato.

-Vlad ha miagolato? - Chiede Micah.

-No. Mi è apparso in sogno. Poi ho consultato le carte e adesso Vlad si è diretto verso casa vostra.

-E cos'hanno detto le carte? - Domanda ancora mia madre pazientemente.

Zia Savannah punta nuovamente lo sguardo su di me.

-Guai, mia cara - mi dice.

-Guai? A me? - Domando.

-Guai. A te.

Normalmente mi sarei fatta due risate. Ma con la faccenda di James, "guai" è un'implicazione non così irrealistica.

-Beh, che genere di guai?

Zia Savannah chiude un istante gli occhi, inspirando ed espirando lentamente.

-Cambiamenti. Cuori spezzati. Cuori ricuciti da altre persone e poi nuovamente spezzati.

Alzo gli occhi al cielo.

-Nel frattempo quanto sangue avrò perso? - Domando.

Tanto ormai la mia merenda è andata.

Zia Savannah però non sorride e continua a fissarmi.

-Ma in fondo c'è l'amore - mi dice.

-Bleah. Non fare spoiler - interviene mio fratello.

-Quindi vedi un ragazzo nella vita di Kim? - Chiede mia madre.

Zia Savannah non risponde subito.

-No. Ne vedo due.

Weird and weirdoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora