Evita di esaurirmi il credito

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Così mi ritrovo dall'altra parte della vetrata.

Tutto questo vetro al posto delle pareti mi fa sentire esposta e contribuisce al mio disagio.

James mi fa accomodare su uno dei divani per poi sedersi di fronte a me, con il busto proteso in avanti e i gomiti sulle ginocchia.

-Allora, cosa c'entra una come te con uno come mio cugino Dorian? - Mi chiede James, la curiosità dipinta in volto.

-Nulla - mi sbrigo a rispondere. -Cioè... nulla. Credo solo che per sbaglio lui abbia qualcosa che mi appartiene.

James annuisce.

Io distolgo lo sguardo, imbarazzata. Avrei fatto meglio a restare a casa, lo sapevo. James mi troverà certamente noiosa. Probabilmente gli sto pure rompendo le scatole, avrà certamente avuto di meglio da fare.

-Allora... tu sei una dei ragazzi che si è occupata di scrivere la sceneggiatura del nuovo Romeo e Giulietta, giusto? - Mi chiede.

Lo sa?

-Uhm, sì. Sono tra di loro.

James annuisce.

-Complimenti per il lavoro, allora. Ho letto il copione, mi piace il vostro adattamento.

-Ne sono... contenta.

-Sai, stavo proprio imparando una scena. Ti va di provarla insieme? Insomma, sei tu ad averla scritta, quindi sai già come dev'essere. Un po' come gli scrittori quando viene realizzato il film del loro libro.

Forse non ho capito bene.

-Provarla... insieme?

-Sì, insieme.

-Oh, ma io non so recitare.

-Su, Kim!

Kim. Kim?!

-Tu sai il mio nome? - Sfugge dalla mia bocca prima ancora che possa frenare la lingua.

James aggrotta la fronte come se fosse tutto normale.

-Sì. Perché, non dovrei conoscerlo? - Domanda sfoderando un sorriso che mette in risalto le fossette sulle sue guance.

-No, cioè sì, è solo che non credevo che ti ricordassi chi sono e poi sai, quando mi chiamano vengo di solito chiamata Mercoledì e quindi...

James scoppia a ridere.

-Mi ricordo quando ti divertivi a terrorizzare gli altri bambini alle elementari. Fulminavi tutti con lo sguardo, fissavi con la tua espressione impassibile ed eri la rappresentazione vivente del mai una gioia con i tuoi vestiti scuri e le trecce. Se non mi sbaglio, una volta hai decapitato la Barbie di Hilary Robinson e hai infilzato la testa nella sua matita. Pianse parecchio la poverina. Eri davvero una grande!

Sbatto più volte le palpebre, mentre il mio cuore batte ad un ritmo sempre più rapido.

-Queste cose non le ricordo nemmeno io. Come fai a ricordare tutto questo?

Il sorriso non scompare dal volto di James, ma distoglie lo sguardo.

-So che non ci siamo mai parlati molto, ma adesso dovremo lavorare insieme per il corso di teatro, quindi tanto vale diventare amici già da adesso. Vedi, all'epoca avevo una cotta per te. Tranquilla non voglio metterti in imbarazzo, avevamo solo nove anni! Però eri diversissima da tutte le altre bambine e a modo tuo mi attiravi. A quanto pare non eri l'unica strana.

Infilo le unghia nel palmo della mano, finché non sento dolore. Sì, sono sveglia. No, non è un sogno. Sono a casa di James Hollow, siamo soli, stiamo parlando e mi sta dicendo di aver avuto una cotta per me quando avevamo nove anni.

Weird and weirdoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora