11. Forse mi cadranno i capelli

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Avevo deciso di ribellarmi. Non ponendo resistenza, ho già capito che così non farei che peggiorare le cose. No, avevo deciso di ribellarmi utilizzando la strategia opposta: mi sarei rifiutata di mangiare. Sarei stata seduta a braccia incrociate, a fissarlo mentre ingurgita cibo e tracanna coca cola come il troglodita che è. Sarei rimasta in silenzio e prima o poi, preferibilmente più prima che poi, si sarebbe scocciato di me e mi avrebbe lasciata in pace.

Peccato che il mio stomaco brontoli come non mai. Temo che i suoi rumori molesti siano stati sentiti persino dal tavolo accanto al nostro. E poi, oggi ci sono le patatine fritte. Di sicuro non saranno croccanti come le vorrei, però...

-Che fai, non le mangi quelle? - Mi chiede Dorian con la bocca piena.

Allunga una mano per prendere il mio piatto, al ché allungo il mio braccio, bloccandolo, e inizio a mangiare.

Solo quando Dorian si esibisce in un rutto mi azzardo finalmente a sollevare lo sguardo su di lui con espressione disgustata.

-E' così che conquisti le fanciulle? - Gli domando.

-Non ho bisogno di conquistare nessuno. Corrono tutte dritte da me.

-Che dongiovanni...

-Preferisco tombeur de femmes.

Inarco un sopracciglio, continuando ad osservarlo.

Poi scuoto la testa, sospirando.

-Certo che sei proprio strano. Sei così idiota, rozzo e maiale e poi utilizzi termini come tombeur de femmes e stipuli contratti con la gente.

Dorian mi fissa a sua volta.

Proprio in quel momento sento delle risate e mi volto verso la porta della mensa, dalla quale sta entrando James insieme ai suoi amici.

Sta ridendo insieme ad uno di loro e fa scorrere lo sguardo per la mensa, probabilmente alla ricerca di un tavolo libero. Finché i suoi occhi non incontrano i miei.

Mi sbrigo a distogliere lo sguardo e mi posiziono in modo che il tipo del tavolo accanto mi copra dalla sua visuale.

-Ti odio, Dorian Hollow - sibilo.

-Stai forse provando a ferire i miei sentimenti? Perché, sai, non ne ho - risponde.

Inarco un sopracciglio.

-Bene, sentiamo: mi hai costretta a mangiare al tavolo con te. Con quale fine?

-Infastidirti - dice come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Capisco... ma ti renderai anche tu conto che questo pranzo è una noia totale. Non parliamo. Non abbiamo nulla da dirci, nulla da condividere. È una noia per entrambi.

-Io mi sto divertendo tantissimo, invece.

-Stai mentendo.

-Suvvia, Mercoledì. Dubiti forse che possa diventare una persona buona?

-Conosco un solo modo per far diventare buone le persone: la frittura.

È il suo turno di inarcare un sopracciglio.

Poi poggia la schiena alla spalliera e incrocia le braccia al petto.

-Lo dicevo che sei proprio uno spasso.

Ma io non lo sto più ascoltando. Non quando vedo la mia migliore amica farmi i segnali di fuoco. Individuo Julia qualche tavolo più in là e mi rendo conto con mio stupore che è sola. Con entrambe le braccia - e in modo sin troppo plateale - mi indica di puntare lo sguardo verso un altro tavolo ancora, tavolo al quale è seduto Justin. Justin insieme a Sarah. Per la precisione, Sarah è sulle ginocchia di Justin. Strabuzzo gli occhi. Ecco cosa intendeva dire prima quando diceva che ci saremmo viste più tardi... Come diavolo salta in mente a Justin di mettersi con quell'arpia?

Weird and weirdoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora