happy days ✓

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capitolo quindici corretto.

jung hoseok,

o forse, dovrei imparare a chiamarti solo hoseok. o "hobi", come mi ripeti spesso di fare.
che mi convenga ricominciare allora?

hoseok,
(perdonami, ma non mi sento ancora in grado di passare ad "hobi")
sono min yoongi. o anche solo yoongi, come preferisci tu. ormai, hai trovato così tanti nomignoli per il mio nome che non saprei consigliarti il mio preferito da chiederti di usare con me.

sinceramente, non ho minimamente il motivo per cui io ora stia scrivendo una lettera indirizzata a te, qualcosa che non leggerai mai poiché questo foglio non giungerà mai tra le tue dita. mi vergognerei abbastanza a sapere di te che leggi questi miei pensieri, confusi e intimi, e molto probabilmente imbarazzanti e ridicoli. perciò la terrà lontana da te, nascosta nei miei libri, in un quaderno, e rileggerla forse tra un po' di anni e ricordarmi di questo.

questo che, bé, non so nemmeno io cos'è che è. come trovare le parole giuste se nessuna sembra render giustizia a ciò che provo con te, hoseok? la sensazione di aver appena cominciato a vivere e qualcosa che si dovrebbe imparare da bambini, troppo piccoli per potersi ricordare. un'emozione forte e vivida, da farmi battere il cuore tanto da provare un peso sul petto, e sentirmi patetico.

quando ti vedo arrivare verso di me continuo a pensare che tu stia sbagliando persona, che non puoi davvero desiderare di voler parlare con me, eppure appena i tuoi occhi si posano sulla mia figura e le tue labbra si piegano in un sorriso il mondo appare differente. un posto migliore, in cui mi piace vivere, e di cui vorrei reinventare e regole.

perché così niente più mi va bene. con te, la giornata appare sempre troppo corta, e vorrei invece farla durare all'infinito, per non doverti mai salutare e cominciare a chiedermi se il giorno dopo saremo gli stessi di quel pomeriggio. vorrei che il sole splendesse ogni giorno, così da portarti il buon umore, e che il tempo si bloccasse. che le parole non dovessero smettere di uscire, e continuare a parlare fino a non trovare più assolutamente niente da dirsi, completamente spogli (non in modo letterale, ovviamente).

e vorrei essere profondamente sincero con te, raccontarti quello che davvero sono e quello che accade intorno a me, e che di conseguenza accade anche intorno a te. dirti la verità su ogni cosa, ed essere sicuro che tu stia davvero bene. perdonami, troverò il coraggio un giorno per parlarti come meriti. vorrei raccontarti dei miei disegni su di te, di quanto il tuo volto sia una fissa per la mia matita e ormai un calco continuo sul foglio, ormai ripassato mille volte. raccontarti di quella canzone che ti ho suonato quel pomeriggio col piano. dirti che ogni nota ti appartiene.

dirti di jimin, chiederti mille volte se sia davvero la persona giusta, fino ad avere la più profonda certezza che sia la persona che merita di essere al tuo fianco. non si rende nemmeno conto di quanto tu possa brillare, e l'idea che abbia l'opportunita per essere la tua amabile metà mi manda in palla. so che comunque non lo farò mai, non sono fatto per immischiarmi negli affari altrui, ma continuo a sperare che sia comunque una brava persona con te.

ti prometto che un giorno comincerò a chiamarti "hobi"

con un sospiro, richiuse in fretta il foglio, quasi potesse imprigionarci all'interno tutto quello che sentiva di così forte nel tempo così da tenerli lontani da sé. dentro di sé si dava per l'idiota. non er auna cosa che facevano tutti, scrivere una lettera che non sarebbe mai stata letta da nessun altro oltre a lui. ma non poteva negare di sentirsi molto meglio, quasi leggero.

con un secondo sospiro, si passò una mano fra i capelli, stanco. si alzò dal divano, abbandonando la propria lettera sul tavolo e avvicinandosi al proprio letto, fino a caderci sopra a peso morto, con lo sguardo fisso sul soffitto, e diversi minuti dopo si addormentò. tutti i suoi pensieri prima di ciò, ovviamente, tornarono immediatamente ad hoseok. vorrei sapere a cosa stai pensando.