The Song of Life vol.2 "An untold story"

3 "L'ottavo mese"

Jenna

Questo è il peggiore giorno del mese, almeno per tutti coloro a cui voglio bene. Io non conoscevo bene Patrick, ma tutti ne parlano benissimo e con occhi estremamente sognatori. Alcuni dicono pure che in un certo mi somigliasse e sostengono che questo sia uno dei motivi che ha spinto Kyle ad avvicinarsi a me.

Comunque sia, oggi dovrò andare a scuola solo per la lezione con il gruppo di canto coreografato, non per insegnare la storia della musica. Questo mi concede il tempo necessario per sbrigare una commissione importante e per portare poi il mio fidanzato al cimitero. A volte mi stupisco quando associo quel termine a lui, perché è una cosa ancora nuova per me.

Entro in un negozio musicale con Julia, la quale ha deciso di non andare a scuola per solidarietà, ed inizio a vagare alla ricerca di uno spartito qualsiasi che mi dia ispirazione. Per quanto possa essere brutto questo venerdì, per quanto sentiamo il bisogno rammemorare le persone che non ci sono più, la vita prosegue. Il tempo non fa sconti e non aspetta nessuno. È semplicemente imparziale e non possiamo fare altro che sottometterci a questa legge universale. Esattamente, i giorni avanzano, le provinciali si avvicinano e, tra l'altro, io ho solo undici membri e una scaletta pari ad un foglio bianco.

Julia si mette a scrutare tutti gli strumenti musicali nel minimo dettaglio, stupita dalle rifiniture così precise e capaci di affascinare chiunque. Non c'è nulla da fare, per quanto possiamo provare a negarlo, ognuno di noi nasce con un'innata attrazione verso tutto ciò che riguarda la musica. È come un mondo magico a cui possiamo accedere facilmente, eppure non sempre abbiamo il coraggio di usare la chiave.

Perché è questo il problema, la musica scava nel nostro io più recondito e a volte abbiamo paura di accettarlo. Crediamo che, nascondendolo, prima o poi possa scomparire, non tenendo conto del male che ci facciamo. La verità è che essere semplicemente se stessi porta con sé un prezzo da pagare e non tutti sono in grado di pagarlo.

Mentre mi aggiro per gli scaffali pieni di spartiti, sento l'ispirazione attraversarmi la schiena e risalire lungo il mio cuore. Qualcuno sta canticchiando un motivo che mi cattura da subito, ma la cosa che mi colpisce di più è la sua voce. È come se riuscissi a vedere le note fluttuare nell'aria, mentre risuonano dalle sue labbra.

Seguo la scia del suono e finalmente giungo alle spalle di un ragazzo giovane, con delle cuffie alle orecchie. Vorrei davvero non farlo, però non riesco a controllarmi e gli tocco la spalla.

-Porca miseria- esordisco quando si volta con uno sguardo colpevole. –Ma tu non dovresti essere a scuola?-

-Professoressa Lockheart?- Pronuncia quelle parole con stupore, probabilmente nella speranza che io abbia un alter ego e che non sia realmente qui.

-Jeremy, oggi hai deciso di andare in giro per i negozi di tua spontanea volontà?- Sogghigno mentre ripenso alla risposta che mi aveva dato ieri riguardo alle tre frammentazioni del nostro io. –Diamine se hai una bella voce.- Mi mordo il labbro inferiore per zittirmi, anche se ormai ho esternato già i miei pensieri.

-C'è la possibilità che lei riesca a mantenere questo piccolo segreto? No, perché noto una certa difficoltà nel trattenere i suoi pensieri.-

-Potrei fare un grande sforzo per te, ovviamente per dei piccoli favori.- Aspetto che annuisca e riprendo. –Punto primo: non darmi mai più del "lei". Secondo: entra a far parte del gruppo di canto. Poi mi indicheresti lo spartito di questa canzone?-

-Io cosa? Non sono il tipo di persona che riesce a stare davanti al pubblico. La musica è solo un hobby qualunque, tutto qui.-

-Non è vero.- Sospiro perché è una situazione contorta. –Tu sei diverso dagli altri, lo percepisco da come parli. Tu hai una profondità innata, che molta gente non riuscirebbe a raggiungere neanche dopo anni di allenamento. E ti dirò di più, spesso ti trattieni dall'esternarla perché hai paura di qualcosa di cui non sono a conoscenza.-