4 "Lo stesso passato, un solo sguardo"

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Jenna

Questo è forse il primo giorno in cui mi sento veramente come una madre, dato che la mia mi ha comunicato l'esigenza di assolvere il mio dovere. Anche se, a dirla tutta, è stata lei a decidere per me. Mi sveglio di fretta, noncurante del braccio di Kyle che mi avvolge, e mi dirigo verso la camera di Julia. Già, Zaira dorme in camera con mia sorella e, per questo motivo, Helena non ha perso tempo nell'affidarmi l'incarico di farle alzare in tempo entrambe.

Le guardo dormire stravaccate, ognuna sul proprio materasso, ricordando a me stessa quanto è difficile far svegliare degli adolescenti che odiano la scuola. Una volta ho usato due coperchi delle pentole e sorrido all'idea di poterli riutilizzare, ma non credo che sia appropriato. Non voglio sentire delle urla già al primo giorno. Preferisco vivere nel modo più sereno possibile questa situazione. Almeno è quello che vorrei che accadesse, però c'è qualcosa in me che mi fa agire prima ancora di potermi controllare. Insomma, devo pur divertirmi in qualche modo.

Alla fine mi ritrovo ad osservare tutte le sveglie, da me puntate e portate appositamente in camera loro, suonare contemporaneamente. Eh già, ho trovato il posto in cui mia madre collezionava quelle che le lanciavo contro ogni mattina. Per questo motivo posso affermare che sono veramente tante.

-Diamine, qualcuno può spegnere la luce?- Urla Zaira in preda al panico. –Cioè no, intendevo dire la lavatrice!-

-Qualcuno la sopprima- bisbiglia Julia. –Sono le sveglie, alzati a spegnerle! Ma quante ne hai puntate?-

-Io nessuna- sospira –e poi potresti farlo anche tu. Se qui non mi muovo io, te non fai nulla.-

-Guarda, già che ci sei potresti anche spolverare. Noto un certo grado di polvere sopra i mobili che mi da fastidio.-

-Ma che diamine!- Prorompo in preda al panico. –Sono qui in piedi, con almeno dieci sveglie che suonano in modo assordante e voi pensate solo a litigare? Voi avete qualche serio problema! Insomma, perché non le avete ancora spente, distrutte o chissà cos'altro?!-

Noto i loro sguardi confusi, così decido di andarmene in cucina rattristata dalla loro reazione. Va bene che non tutti sono come me, ma credo che loro due non siano nemmeno più umane. Di fronte all'oltraggio del loro sonno, avrebbero dovuto accendersi d'ira o chissà cos'altro. E invece trovano anche il modo di smontare l'unica certezza che mi era rimasta dopo tutto il tempo vissuto.

Cerco di cucinare dei pancakes ma, mentre li cuocio, capisco che il procedimento non prevedesse che metà dell'impasto versato sulla padella rimanesse attaccato ad essa. Nel momento in cui noto la difficoltà che impiego nel ripulire l'utensile dopo il primo, decido che la mattina non si addice a me. Non riesco a cucinare, pensare, ragionare e ad essere autonoma. Qualcuno dovrebbe abolirla. Così ripenso ad Aria e alla nostra missione di stravolgere le leggi universali. Solo ora realizzo di quanto sia fortunata ad averla come amica e al fatto che io non le abbia ancora comprato alcun regalo.

Non che sia essenziale, ma fa parte del nostro essere e delle nostre comuni dimostrazioni di affetto.

-Ehi, tutto bene?- Improvvisamente mi ritrovo ad inviarle un messaggio.

-Caspita, senti già la mia mancanza?- Attendo un attimo, con la consapevolezza che lei spezza sempre il discorso in più battute. –Comunque tutto bene, grazie. Te come procede con la tua nuova vita da madre?-

-Non me lo ricordare! Oggi ho provato a svegliare sia Zaria che Julia con dei rumori assordanti, ma non ho sortito alcun effetto desiderato. Almeno io lanciavo le sveglie contro mia madre e così iniziavano le nostre conversazioni.-

The Song of Life vol.2 "An untold story"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora