Capitolo 2

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TERESA'S POV

Mentre stavo camminando nel corridoio per raggiungere la mia aula, sento qualcuno strattonarmi per un braccio e solo quando mi giro noto una chioma bionda che riconosco appartenere alla mia migliore amica. Quando la smette di trascinarmi si gira verso di me con le braccia incrociate, segno che era arrabbiata per averla lasciata sola.

<<Mi dispiace di averti lasciata sola ma giuro che ho una buona scusa>> mi giustificai.

<<Ah si, e quale sarebbe?>> mi chiese la bionda.

<<Dopo te lo racconto, adesso andiamo a lezione che siamo già in ritardo!>> chiusi il discorso senza aggiungere altro e ricevendo un verso in disaccordo da parte della ragazza al mio fianco. Ci avviammo ognuna verso la propria aula senza continuare il discorso.  

Non prestai molta attenzione a quello che stava dicendo l'insegnate, pensavo all'incontro disastroso con il numero 33 della Juventus.

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Alla fine delle lezioni raggiungo Virginia fuori dal cancello pronta per andare a casa. Appena cominciammo a camminare capii di doverle dare delle spiegazioni.

<<Io ti dico il perché sono arrivata in ritardo, però devi promettermi una cosa>>

<<Cosa?>>

<<Non sclerare!>> dopo aver detto questo vedo che ha un'espressione interrogativa ma non dice niente. Stavo cercando il modo in cui dirglielo ma non lo trovai e di colpo le parole mi uscirono dalla bocca <<Mi sono alzata tardi e mentre correvo per arrivare in orario mi sono scontrata con Bernardeschi e gli ho rovesciato il caffè sulla polo della nazionale!>>. Dopo aver detto tutto mi coprii il viso dalla vergogna ripensando all'accaduto.

<<Cooosa?! Non ci posso credere, sei sempre la solita!>>dissi ridendo a crepapelle. La guardai con aria offesa e accorgendomi che ero arrivata al mio appartamento iniziai ad avviarmi verso l'entrata mentre Virginia stava ancora ridendo. <<Scusami, lo sai che ti voglio bene, ci sentiamo dopo>> disse smettendo di ridere. Io dopo un dito medio rivolto alla ragazza mi avviai per le scale raggiungendo il mio appartamento.


FEDERICO BERNARDESCHI'S POV

Ero in macchina diretto a Coverciano per fare allenamento con la nazionale, mi trovavo a Firenze per una colazione con dei vecchi amici che non vedevo da tempo poiché all'inizio della stagione mi sono trasferito a Torino per giocare nella Juventus.

Mentre parcheggio la macchina noto che fortunatamente sono in orario per l'allenamento nonostante lo scontro con quella ragazza. Questo mi fa pensare alla mia povera maglia che ormai ha al centro un'enorme macchia marrone quasi asciutta. Non ne ho una di ricambio così cerco di nasconderla con la felpa della nazionale azzurra. 

Quando entro in spogliatoio tutti mi fissano strani, non hanno tutti i torti, stavo indossando la felpa con 30 gradi al sole.

<<Hai freddo Berna?>> mi chiese Bonucci ridendo insieme a tutti quelli presenti in spogliatoio. <<Ah ah che ridere! No, non ho freddo, la mia polo ha avuto un piccolo incidente!>> dissi togliendomi la felpa e mostrando la macchia marrone, <<sei proprio un imbranato, cos'è caffè?>> chiese il mio omonimo giocatore delle fiorentina, <<si, è caffè, ma non è stata colpa mia, mi sono scontrato con una ragazza e questo è il risultato>> <<era bella almeno?>> domandò qualcuno, <<si, era molto carina>> chiusi la conversazione. Mi cambiai e mi avviai verso il campo pronto per l'allenamento.  

Come un calcio di rigore|| Federico Chiesa & Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora