Capitolo 1 - Preparativi

331 25 7
                                    

«No... no... neanche questo... ma che si sognino che io mi metta questa roba!».

Yumi stava rovistando nel suo armadio, scartando alcuni abiti da sera.

Per esser precisi, non solo alcuni, ma più della metà del suo armadio.

Tutti gli abiti da sera che aveva glieli avevano comprati i suoi genitori, quindi non ce ne fu solo uno che soddisfò pianamente le sue esigenze di non essere "tutta fronzoli e merletti".

Eppure ci deve essere almeno un SOLO vestito che potrebbe andare bene... pensò.

I suoi erano fuori casa per lavoro, ancora una volta, e sarebbero tornati solo per prenderla e portarla con loro alla festa.

Ciò, per lei, aveva sia lati negativi che positivi.

Poteva scegliersi lei stessa come vestirsi, quellq volta, ma... avrebbe voluto allo stesso tempo che loro fossero stati di più a casa.

«Dov'è, dov'è!» continuò a ripetere tra sé e sé.

Questo finché non prese dall'armadio un vestito rosa chiaro, dal corpetto che si staccava dalla gonna grazie ad una ricamatura nera ma con un piccolo fiocco nero al petto e del leggero pizzo alla fine della gonna.

(Se non avete presente come è fatto, ecco un immagine, solo che la gonna non è trasparente, ovviamente!)

Certo, c'erano abiti molto più semplici e comodi di così, ma per tutte le cose che aveva trovato finora quello era il migliore

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Certo, c'erano abiti molto più semplici e comodi di così, ma per tutte le cose che aveva trovato finora quello era il migliore.

«Facciamolo... »sospirò lei, cominciando a cambiarsi.

Dopo essersi messa il vestito, si guardò allo specchio, mentre cominciò a pettinarsi i capelli.

Non le piaceva molto pettinarseli, anche se lo faceva sempre con forza.

Ogni volta si ritrovava dei nodi difficili da togliere e questo lo trovava irritante.

Proprio quando finì di pettinarsi, sentì bussare alla porta.

«Chi è?» chiese lei, posando la spazzola.

«Signorina, sono Charlotte, sono qui per comunicarle che i suoi genitori sono arrivati a prenderla» disse una voce femminile dalla porta.

Dopo aver sentito la parola "genitori" Yumi guardò in basso, stringendo i lembi della gonna.

«Grazie, Charlotte. Entra».

Dalla porta entrò la sagoma di una ragazza vestita da cameriera con i capelli rossi scuro intrappolati in un concio e dagli occhi di un profondo blu.

«Signorina, c'è qualcosa che non va?» le chiese la domestica.

«Charlotte, lo sai. La festa, io, i miei genitori, i di Rigo... tutto questo! Non sono fatta per queste cose!» disse Yumi, disperata.

«Signori- Yumi, non ti devi preoccupare. Andrà tutto bene» sospirò Charlotte.

«Me lo dite in tanti».

«Lo so, ma perché è la verità. Hai ragione, tu non sei fatta per queste cose come io non sono fatta per cucinare, infatti qui ho il compito di riordinare e fare le pulizie. Ma so anche che dopo averti vista crescere e conosciuta, tu puoi perfettamente reggere a tutto questo».

Lei doveva solo continuare a recitare la parte della figlia perfetta.

Un gioco da nulla, vero?

Sì, se è per poco.

Ma se ciò sarebbe continuato per anni ed anni... alla fine l'attrice avrebbe potuto sentirsi sotto pressione e odiare la sua parte.

Ma ormai, ci era abituata a tutto questo.

Era abituata a quella realtà.

Yumi guardò Charlotte negli occhi.

«Ho già detto ad Hina che ci avrei provato... e ci proverò, anche se so che non sarà l'ultima volta».

Charlotte annuì, per poi abbozzare un sorriso.

«Yumi, ti consiglio di fare in fretta... stanno aspettando in macchina» disse la rossa.

«Digli che arrivo tra due minuti... ».

La giovane domestica uscì dalla stanza, facendo un inchino alla ragazzina e chiudendosi la porta alle spalle.

Yumi posò gli occhi smeraldini sugli scaffali nella sua stanza.

Uno era pieno di bambole di ceramica e carillon, un altro di statuine... e così via.

Erano tutti regali che i suoi le avevano portato dai loro viaggi.

Però a lei non interessavano, l'unica cosa che avrebbe voluto da loro, come regalo... era mostrare la vera lei.

Con gli occhi scartò tutti gli scaffali, per poi fermarsi su uno.

Uno scaffale pieno di boccette di profumi, delle idee di sua madre.

Non li usava mai poi così tanto... anzi, alcuni erano persino rimasti chiusi da quando erano stati portati in camera sua.

«Lavanda... Arancia... Camomilla... Limone... Frutti di bosco... Magnolia... ah! Vaniglia!» disse, prendendo tra le mani una boccetta dorata.

Si spruzzò un paio di volte il profumo sul corpo, per poi correre fuori dalla stanza e raggiungere i suoi genitori.

«Yumi! Finalmente!» le disse la madre, mentre Shizaki fece partire la macchina.

«Lo so, mamma... scusa, ma mi stavo preparando» mormorò Yumi, incrociando le braccia e posando la schiena sul sedile.

«Andiamo, Kaede, sono solo cinque minuti di ritardo e guarda un po' come è- Yumi, tesoro, lo hai scelto tu questo vestito?» le chiese suo padre, guardando l'abito indosso alla figlia.

«Era l'unico che mi piaceva» risponse lei, guardando fuori dal finestrino.

«Davvero?! Con tutti i bei vestiti che ti abbiamo comprato... proprio questo?» le disse la donna, stupita «Cioè, non intendo che non è carino, ma per una serata così importante... ».

«Mamma, senti, ormai ho questo di vestito e siamo quasi arrivati... ».

«Hai ragione, Yumi» disse l'uomo, sorridendole «Spero solo che tu ti possa comportare bene».

«Lo farò... come sempre... » sussurrò lei, guardando in basso.

I suoi cominciarono a parlare tra loro, mentre un solo pensiero si insidiò nella sua mente.

Riuscirà a non deluderli o...

Potrà mai scappare dalla realtà?

Yumi guardò davanti a sé, scorgendo una villa bianca in vista.

La recita comincia....

~°[Τrυε Sειf]°~ {Riccardo di Rigo} // SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora