Io non ho mai pensato che scappare di casa mi avesse portato a raggiungere qualche obiettivo.
Non ho mai pensato che avesse aggiustato le cose, che le avrebbe migliorate.
Ho pensato certo che era una cosa brutta per i miei genitori, forse non è colpa loro se sono nata così.
Non è colpa loro se non sono mai entrata nella parte della figlia modello.
Ma non avrei mai pensato neanche che dei miei sentimenti e della mia vita, loro, avessero continuato a comportarsi prima di questa drastica scelta.
Io non ho mai preteso niente.
Non ho mai voluto sentirmi un peso o essere effettivamente un peso.
Io volevo soltanto esser voluta bene.Volevo solo un po di forza, uno sprono davanti a qualche obiettivo da raggiungere o magari raggiunto.
Volevo essere capita.Volevo vivere come un essere umano, non una bambola.
Per ricevere in qualche modo un po di affetto, mi impegnavo in tutti i modi a entrare in quel ruolo di figlia modello senza mai raggiungere la perfezione.
Non rendevo mai felice nessuno.Ho passato dieci anni di rinuncie.
I miei sforzi di renderli orgogliosi di me non hanno mai avuto un effetto positivo, intanto la mia vita passava mentre guardavo gli altri godersi tutti gli attimi ed essere figli modello insieme.
Io se provavo a godermi la vita ero egoista.
Se invece rinunciavo a godermela per conquistarmi il loro orgoglio facevo solo una piccola parte di quello che gli spetta oppure stavo facendo solo il mio dovere.
Ho solo deciso si essere finalmente libera.
Ma questa libertà la sto pagando con troppe notti insonni.Tante giornate storte.
Tanto pessimo umore.
E sentendomi perennemente abbandonata a me stessa.
Io non so davvero cosa fare.
Non so davvero il giorno in cui ho finito le elementari cosa sia andato storto.
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Non mi resta che scrivere.
Storie breviUna raccolta di piccoli sfoghi che non riesco ad evitare perché, triste o felice, io ho bisogno di appellarmi alle parole e scrivere maree di pensieri ingarbugliati sperando di dargli un filo temporale e logico.