Capitolo 46.

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Nicolò's pov

-Forza, Dyl- sbuffo - suona il campanello-.

Lui scuote la testa in segno di negazione e io gli lanciò un'occhiata malefica. Siamo davanti all'appartamento di Diego da più di 15 minuti e, sinceramente parlando, ora sto perdendo la pazienza.

-Credo sia stata una stronzata colossale venire fin qua- afferma il mio amico, con panico - andiamo via, Nico-.

Fa per tornare alla macchina che abbiamo noleggiato, ma io lo blocco immediatamente.

-Tu sei pazzo.- sbotto, voglio farlo ragionare, visto che non l'ho mai visto così poco sicuro di sé -Siamo venuti fin qua da Roma. Hai comprato queste bellissime rose e quell'anello che hai in tasca. Ora, all'ultimo, credi di poter tornare indietro? Tu ami Mar, lei ama te. Abbi le palle di entrare dentro e riprendertela-.

Lui sgrana gli occhi davanti alle mie parole e, come se si fosse risvegliato da uno stato di trance, suona al campanello.

Rilascio un sospiro di sollievo, ridacchio, e mi allontano in modo di lasciare loro un po' di privacy.

Dylan's pov

La porta davanti a me si apre praticamente subito, facendomi sussultare.

La mia ragazza mi appare davanti e sorrido inconsciamente. È sempre più bella, e mi è mancata tantissimo.

-Dylan- sbarra gli occhi come se fossi un fantasma -che ci fai qui?-.

Faccio per abbracciarla, ma lei si tira indietro. Inutile dire che ci sono rimasto malissimo.

- Sono qua per te- rispondo con fare ovvio -ti ho portato queste-.

Le porgo le rose e lei le guarda in modo stranito, per poi afferrarle e appoggiarle sopra al tavolino.

-Come mai hai cambiato idea così, da un giorno all'altro?- chiede pungente -Ti ha convinto qualcuno, no?-.

-Ho un cervello per pensare- ribatto, offeso - sono qua perché ci tengo a te. Perché ti amo e voglio stare con te, anche se tu ora sei furiosa.-.

-Capisci quello che hai fatto?- chiede con rabbia -Mi ha fatto male vederti con altre e, ancora di più, sapere che tu non hai cercato di capirmi.-.

- Lo so.- sospiro -Se sono qua è perché mi dispiace-.

Tiro fuori la scatolina rossa dalla tasca della mia giacca e lei sussulta, non le lo aspettava proprio.

-Cosa è?- chiede sbalordita -Non dirmi che...-, si interrompe a metà e mi fissa inebetita.

Apro la scatoletta e tiro fuori l'anello, per poi afferrarle la mano.

- Io voglio solo te.- infilo l'anello al suo dito -So di essere un vero deficiente a volte, ma sei l'unica che mi fa stare bene. Da quando sei nella mia vita non ho bisogno di altre, riempi le mie giornate con il tuo carattere, il tuo sorriso. Ti amo e non mi stancherò mai di dirtelo-.

Vedo i suoi occhi azzurri riempirsi di lacrime, mentre guarda me e poi l'anello, con espressione felice e sorpresa allo stesso tempo.

-Oh Dyl- mette le sue braccia attorno al mio collo, stringendomi forte a sé - hai ragione, sei un deficiente, ma ti amo anche io-.

La stringo forte a me, poi alzo il suo viso e congiungo le sue labbra con le mie. Sento lo stomaco rilassarsi e l'ansia svanire. Mi sento a casa.

Finalmente sono di nuovo con lei e non permetterò mai più che si allontani da me.

Spezzacuori || Tony Effe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora