Capitolo 5 - La musica dentro.

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~♪Tu, dentro me, sei la musica che voglio sentire ♪~

-Amore mio, Cesare Cremonini-


Irama.

Tornai a Roma il giorno dopo. L'albergo dove avrei dovuto alloggiare non era male, nonostante avesse uno stile un po' antiquato. L'indomani avrei dovuto iniziare con le lezioni, non ero agitato, solo emozionato. In fondo avevo ottenuto quello che volevo, se sarebbe durato o no non mi era dato saperlo, ma ero deciso a metterci tutto me stesso. Era il momento di ricominciare e non avevo nessuna intenzione di perdere tutto anche sta volta.

Arrivai in hotel domenica pomeriggio, nella Hall la receptionist mi sorrise, presi le mie chiavi e mi avviai verso la mia stanza, terzo piano.

<<Ciao>>, disse qualcuno alle mie spalle. Riconobbi immediatamente la sua voce e il mio cuore fece un sussulto.

<<Ciao, anche tu qui?>>, chiesi girandomi verso di lei.

<<Si, la mia stanza è al terzo piano...>>, disse Emma, le sue guance rosee stavano pian piano colorandosi di più, <<anche Einar sta al terzo piano, Simone al secondo, gli altri ragazzi sono sparsi tra i piani>>, si affrettò a dire lei.

<<Capisco, quindi siamo tutti qui eh?>>, ero nervoso.

Perché tutta questa agitazione?, mi chiesi.
Lei sorrise dolcemente e annuì.
<<Hey Babe sei qui!>>, Biondo scendeva energicamente le scale, mise un braccio intorno alle spalle di lei e le diede un bacio sulla guancia.
<<Ciao Bro!>>, mi disse porgendomi la mano, io la strinse e lo salutai con un cenno del capo.
<<Stasera andiamo tutti a mangiare sushi, voi che fate?>>.
Gli occhi di Emma si illuminarono, <<sushi! Si finalmente!>>, disse contenta.
<<E tu? Vieni?>>, mi chiese lui tranquillo.
Ci pensai su un attimo, mi ero detto niente distrazioni, ma era solo una cena, magari mi avrebbe aiutato ad inserirmi nel gruppo. Poi incrociai i suoi occhi, lei mi sorrise e le parole che uscirono dalla mia bocca non riuscii a controllarle <<si, perché no>>.
Biondo fece un gran sorriso e mi diede una pacca sulla spalla, <<bene! Ci vediamo alle 20.30 nella hall, il ristorante è qui vicino, andremo a piedi>>, disse contento.
Mi voltai e mi avviai verso la mia stanza salutandoli con un cenno della mano. In ascensore mi accigliai, ma che cavolo stavo combinando? Dovevo mantenere il controllo, chi diavolo era questa ragazza e perché mi faceva questo effetto?
Arrivato al terzo piano vidi il facchino che attendeva davanti alla mia stanza, l'ultima del corridoio, lo raggiunsi e lui lasciò i miei bagagli sull'uscio.
Stavo per chiudere la porta quando in lontananza sentii la voce di Einar: <<sushi? Ok a me sta bene>>.
<<Allora a dopo>>, rispose Luca allontanandosi.
Uscii e salutai Einar.
<<Hey siamo vicini di stanza!>>, disse lui, << dopo la mia c'è quella di Daniele, poi Valentina, Filippo, Emma e alla fine Lauren>>, continuò.
Emma...Maledizione!
Entrammo nella mia stanza e restammo un bel po' a parlare. Mi raccontò un po' di lui, della sua vita, della sua fidanzata, era proprio innamorato quel ragazzo.
<<Hai proprio colpito tutti con le tue canzoni>>, disse lui mentre disfavo i bagagli.
<<Si? Davvero?>>, chiesi un po' incredulo, un po' conpiaciuto. Lui annuì pensieroso.
<<Vorrei avere anche io la tranquillità che hai tu sul palco>>, continuò.
<<Non sono mai tranquillo sul palco>>, gli dissi ridendo.
<<Si, ma non lo dai a vedere>>.
<<Beh, io vorrei avere la tua capacità di interpretare.>>
Lui sorrise e cambiò argomento:<< cosa pensi degli altri? Ho visto che hai chiacchierato un po' con tutti>>.
<<Sembrano in gamba>>.
Lui mi guardò di sbiego, forse si aspettava qualcosa in più.
<<Le tue canzoni sono piaciute molto soprattutto alle ragazze>>, disse ridendo.
<<Si?>>, chiesi ingenuamente.
<<Come se non lo sapessi>>, replicò ridendo.

Restammo a parlare per un bel po', poi lui andò nella sua stanza ed io andai a prepararmi.

In ascensore ci rincontrammo e ci avviammo verso la Hall insieme, quando arrivammo erano quasi tutti lì.
<<Hey eccovi!>>, disse Lauren.
Emma era seduta su una poltrona con il cellulare all'orecchio, sembrava arrabbiata.
<<Possiamo andare?>>, chiese Einar.
<<Manca Biondo>>, disse Valentina.

Aspettammo circa 15 minuti, Emma continuava a chiamarlo, andò perfino nella sua stanza, ma lui non rispondeva.
Quando finalmente rispose le disse che potevamo andare avanti, ci avrebbe raggiunti dopo. Eravamo in ritardo per la prenotazione, ma conservarono comunque il tavolo. Quando arrivammo Einar chiese ad Emma come mai Biondo fosse così in ritardo, <<vorrei saperlo anche io>>, rispose lei con tono seccato, <<l'unica cosa che mi ha detto è che ci avrebbe raggiunti dopo>>, continuò.
Il locale era molto carino, ci sedemmo, avevo Einar accanto ed Emma di fronte, era di una bellezza inspiegabile.
<<Irama! Allora dicci un po' di te>>, disse Carmen.
<<Cosa vuoi sapere?>>, le chiesi sorridendo.
<<Come ti senti? Domani inizierai ufficialmente a studiare>>
<<Sono emozionato, non vedo l'ora di iniziare, aspetto da molto questa opportunità>>
<<Suoni qualche strumento?>>, chiese Filippo.
<<Si, la chitarra e il piano, ma come per il canto sono un'autodidatta, quindi non sono proprio bravissimo>>.
<<Anche Emma suona il piano>>, disse Einar.
Mi voltai verso di lei, mi osservava con aria pensierosa.
<<Sarebbe figo fare tipo una jam session>>, continuò Einar.
Iniziammo a mangiare ma di Biondo ancora nessuna notizia. Emma usciva fuori dal locale di tanto in tanto, forse per chiamarlo al telefono. Tra un vassoio di sushi e l'altro Einar mi propose di fumare una sigaretta e ci avviammo verso l'uscita.
<<Scherzi vero? Ok senti lascia stare, ci vediamo dopo>>, diceva Emma accigliata, il cellulare all'orecchio.
Si salutarono e riattaccò visibilmente innervosita.
<<Hey tutto ok?>>, mi accorsi che quelle parole uscivano dalla mia bocca solo quando lei si voltò verso di me. Perché non mi stavo facendo gli affari miei?
<<Si, lui...si era addormentato. Non verrà>>, era proprio arrabbiata.
Einar rise scuotendo la testa, <<è tipico di Biondo>>.
Lei sorrise, ma non era molto convinta.
Emma rimase fuori con noi sulla panchina vicino l'ingresso del locale, Einar si allontanò poco dopo, quando il suo telefono iniziò a squillare.
Io continuai a fumare mentre Emma incrociava le braccia sul petto.
<<Sei molto bravo>>, disse lei piano.
<<Grazie>>
<<Io suono il piano praticamente da quando sono nata, lo adoro>>, continuò lei con lo sguardo fisso di fronte a se, <<mi sento a casa quando suono, mi viene naturale>>
<<Nasciamo con la musica dentro, no?>>.
Lei si voltò verso di me, un'espressione di sorpresa le attraversò il viso.
<<Si, è vero>>, sussurrò lentamente.
Sostenne il mio sguardo fino a che Einar non fece ritorno.
<<Hey, rientriamo?>>, disse lui.
Lei trasalì, poi annuì si alzò dalla panchina e si avviò all'interno.
Io rimasi seduto ancora per qualche secondo, gettai il mozzicone della sigaretta per terra e piano lo spensi con il piede.
<<Te lo dico da amico, fossi in te me la farei passare>>, disse Einar.
<<Cosa?>>
<<La cotta che ti sei preso per Emma>>
<<Ma quale cotta?!>> dissi tra le risa isteriche.
Lui mi guardò fisso negli occhi sospettoso.
<<Come lo hai capito?>>, ammisi guardandomi i piedi.
<<Ieri in sala relax, dopo la puntata continuavi a fissarla, e poi diventi nervoso quando c'è lei, non sei agitato quando sei sul palco ma una ragazza ti fa questo effetto?>>, mi disse ridendo. Un sorriso amaro attraversò anche il mio viso, ci aveva preso in pieno.
<<DEVO farmela passare>>, dissi infine, enfatizzando la prima parola.
Si, dovevo farmela passare.

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