Capitolo 36 - Verità.

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  ~♪ Siamo una sola direzione in questo universo, che si muove...♪~

-Nessun grado di separazione, Francesca Michielin-


Irama.

<<Prenditi cura di lei perché è te che vuole>>, le parole di Simone riecheggiarono nella mia mente come un disco in loop.

"È te che vuole"

Eppure mi aveva lasciato, eppure era andata via, eppure mi aveva sbattuto in faccia di non amarmi, ma di essere innamorata di un altro.

Quale altra domanda poteva mai venirmi in mente se non: perché?

Se era davvero come Simone diceva perché Emma aveva deciso di distruggere tutto e mandare a monte l'unica cosa bella che avevo avuto dalla vita, oltre la mia musica?

<<È andato via?>>, la debole voce di lei mi riportò di nuovo a quel mondo scuotendomi dal turbinio dei miei pensieri angosciosi e confusi.

Era appoggiata sullo stipite della porta intenta ad attorcigliarsi i capelli tra le dita, mi guardava timorosa ma senza incrociare i miei occhi, le guance pallide in contrasto con i suoi occhi arrossati. Aveva pianto, si capiva subito quando Emma piangeva, era come se il sole facesse meno luce, o forse era lei che brillava un po' meno.

<<Si>>, risposi in un sussurro.

Lei fece per tornare dentro, mi scaraventai giù dal divano per seguirla e solo in quel momento mi accorsi che eravamo da soli in casa, completamente soli...

Io, lei e le telecamere.

<<Aspetta>>, le dissi prima che lei potesse rinchiudersi nella sua stanza.

<<Dimmi>>, rispose monotono e inespressiva.

<<Perché? Perché stai facendo tutto questo?>>, non c'era rabbia nella mia voce, ma solo un immenso bisogno di capire.

<<Questo cosa?>>

<<Perché mi hai lasciato?>>

<<Te l'ho già detto>>, aprì la porta della sua camera pronta ad attraversare la soglia, ma la trattenni per un braccio.

<<Non ti credo, Simone è andato via dicendo che non è vero che sei innamorata di lui>>

Per un attimo vidi la sorpresa nei suoi occhi che teneva costantemente bassi, questa poi lasciò il posto alla paura, il suo braccio iniziò a tremare sotto le mie dita che non accennavano a mollare la presa.

<<Dimmi la verità Plume, ti prego. Almeno questo me lo devi, poi giuro che ti lascerò in pace>>.

I nostri occhi si incontrarono finalmente e mi sembrò di tornare indietro nel tempo di mesi, mi sembrò di rincontrare quello sguardo che tra tanti mi era sembrato così diverso... degli occhi verdi incorniciati da un viso angelico in cui mi persi completamente.

Emma.

La verità... Se solo lui sapesse la verità...

Per un momento mi persi nel colore del cielo all'alba, nell'azzurro così chiaro da sembrare bianco, quasi trasparente... per un momento mi persi nel ghiaccio, proprio come era successo tante altre volte prima di allora, proprio come era successo la prima volta, rischiando di ricadere ancora nel mio amore per lui.

<<Mi dispiace>>, fu l'unica cosa che riuscii a dire con sincerità prima di approfittare della sua distrazione per liberarmi dalla sua morsa e rinchiudermi in camera.

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