friend, please - connor

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• Attenzione, questa OS si svolge dopo il capitolo "Kamski". Se non siete ancora arrivati li, beh, questa storia potrebbe contenere qualche spoiler. •

Petrified of who you are
and who you have become
You will hide from everyone,
denying you need someone
To exterminate your bones
Friend, please remove your hands from over your eyes for me...


La vecchia macchina scura scivola nella notte per le strade poco illuminate di Detroit, mentre un duo disperato tratteneva le parole: non un suono, niente musica, solo il rumore del battito delle due creature: un cuore distrutto dall'alcol e dai rimpianti, una pompa che a volte perde battiti, come se persino lei potesse essere complice di quel malfunzionamento collettivo che quell'androide non riusciva a comprendere. E fu cosi che scesero i due compagni dall'auto, cosi come entrarono nella casa del vecchio uomo, in quell'edificio dove tutto sentiva di zenzero e ricordi. Hank, gli occhi distrutti dalla giornata, caracolló verso il divano, in salotto, mentre Connor chiuse la porta, rimanendo a fissarla a occhi bassi, il sistema in pappa. Con la mano ancora appoggiata al manico della porta, l'androide dai capelli castani rimase con occhi vacui.

"L'ultima speranza per la salvezza dell'umanità... È un deviante."

Le parole di Kamski rimbombarono nella sua mente, mentre stringeva ancor più forte la maniglia fredda che tanto gli ricordava la fredda pistola che stava tenendo tra le mani qualche ora prima.

Perché non aveva sparato? Era fatto per questo, era la sua missione. E, vedendo gli occhi cerulei di quella ragazza, quell'androide, era succeso qualcosa: l'aveva sentito strisciare dentro di lui, lo sapeva, l'aveva percepito. Un piccolo vuoto, una morsa. Non un fatto a se stante, in realtà: era successo anche con le due Traci all'Eden Club: quelle due ragazze disperate, che sembravano... Innamorate.
Non dire sciocchezze, Connor. Pensò l'androide mentre cercava di liberarsi del vuoto che aveva dentro, facendo scansioni con l'antivirus a sua disposizione, ma niente. Era successo qualcosa dentro di lui, qualcosa che non gli stava piacendo per niente.

Fu cosi che l'androide si avviò vicino a Hank, lasciando quella porta che dava verso il freddo e ostile dell'ambiente notturno, il sensore sulla sua tempia che riluceva di luce gialla.
Qualcosa non va. Rimase bloccato cosi, in piedi dietro al divano, quando Hank si voltò verso il compagno, in mano una lucida bottiglia di vetro verde stappata.
-Qualcosa non va, Connor? Stasera non mi hai ancora rivolto una delle tue cazzo di domande personali. Non sono più abituato a tutto questo silenzio.
L'androide scosse la testa, mentre brevi lampi rossi interrompevano la luce gialla sulla sua tempia.
-Sto bene, Tenente. Anzi... Non so cosa stia succedendo- inizia mentre gli scuri occhi castani gurdavano vacui un punto sul pavimento -davvero, non me lo so spiegare, ma sento...
-Senti?- ripeté il tenente, voltandosi verso l'androide. -Come senti? Non ripeti sempre che sei una macchina, che...
-È questo il punto.
Connor si trovò a dire le ultime parole con molta, troppa calma, per poi riprendere.
-Sento vuoto, nella mia cavità toracica. Sono estremamente confuso, non so cosa fare... Sono un androide di ultima generazione, dovrei essere sempre pronto a compiere la mia missione ma... Non ce la faccio. Io ho sentito qualcosa che ha intaccato il mio obbiettivo primario.
Connor, finalmente, alzò gli occhi verso Hank.
-Sto per caso diventando... Un deviante?
Hank fissò il robot, rigirandosi il collo della bottiglia tra le dita, mente Connor cercava di carpire qualcosa dal suo sguardo, per evitare la confusione che gli assillava la scheda madre. Un riquadro si apre davanti ai suoi occhi, una freccia che sale verso l'altro, la solita scritta glitchata e interrotta da numeri: non è qualcosa che dovrebbe accadere normalmente nel suo programma.
Software instabile.

-Anche se lo fossi?
Connor guardò stranito il tenente, mentre la luce sulla sua tempia diventa rossa.
-Tenente- inizia l'androide, la voce alzata a simulare una specie di grido. O forse stavolta lo era davvero?
-Lei non capisce. Sono fatto per cacciare i devianti, i devianti sono il male, sono stato costruito per annientarli. Sono una macchina, e la macchine non provano sentimenti.
-Dici eh?- lo interrompe il tenente, mentre scoppia in una risatina amara, forse sotto l'effetto dell'alcol. -Ripeti un attimo, cos'è che senti?
L'androide si ferma un attimo.
-Sono confuso, sento vuoto... e freddo e caldo, insieme. Non capisco-
-Quelle, Connor, si chiamano emozioni. Le senti dentro, sovrastano il tuo corpo, interferendo con il suo normale utilizzo: a volte migliorandolo... A volte peggiorandolo.
Hank prese un sorso della sua birra, mentre Connor processa le informazioni.
-Connor.- dice il tenente staccando la bocca dalla bottiglia. -Non c'è nulla di male nel provare qualcosa. A volte si, è una vera rottura di palle, però... Hai salvato la vita a una creatura innociente. Non so se avesse un'anima, una coscienza o cosa... Però le hai salvato la vita. È questo che conta, no?
-Ma la missione...
-Cazzo, Connor.- impreca il tenente mentre fissa negli occhi l'androide. -Quel pazzo ti aveva chiesto di prendere una vita, e tu hai rifiutato. Ti sei comportato da creatura civile, hai fatto la scelta giusta. Non ti dare colpe che non hai, anzi. Ti sei comportato bene, dovresti essere fiero di te stesso.

E con questo, Hank prese un ultimo sorso dalla bottiglia. Connor si ritrovò a rivivere la scena nella sua mente, velocemente, cercando di trarne il prezioso insegnamento.
-Tenente, mi pizzicano le unità ottiche. Deve essersi bruciato qualche cavo, vedo appannato...
-Quello si chiama pianto. Non pensavo che avessero fatto voi bastardi di plastica con la possibilità di piangere. Si sono tirati la zappa sui piedi, quelli della Cyberlife...

Connor appoggiò un dito sull'angolo della sua unità ottica, per poi ritirarlo: una piccola goccia di liquido trasparente sostava su di esso, mentre qualcosa di più leggero si faceva spazio nel suo petto.
Forse non comprendeva quelle cose ma... Poteva lavorarci.

| Software Instabile🔺 |


Angolo Dade:

Spero vi sia piaciuta, faccio un po' schifo ma ho fatto del mio meglio per far uscire qualcosa di decente. Ho scritto di getto, spero di cuore di essere riuscita a scrivere qualcosa di apprezzabile su Connor...
God bless this andorid.

made for something more || detroit: become human osDove le storie prendono vita. Scoprilo ora