the nights - connor & hank

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Richiesta da mimi_violet

One day my father-he told me,
"Son, don't let it slip away"
He took me in his arms,
I heard him say,

"When you get older
Your wild life will live for younger days
Think of me if ever you're afraid."

He said, "One day you'll leave this world behind
So live a life you will remember."

Connor

Sono passati anni dalla rivolta degli androidi, molti anni. Macchine e umani vivono in pace da allora, e cosi Hank e Connor. I due sono diventati inseparabili.

È questo che pensò Connor, mentre portava la colazione a letto ad un Hank sempre più debole, sempre più anziano. Facendosi spazio tra i ricordi di quella grande casa, oramai quasi sempre vuota, l'androide aprì la porta d'ebano della stanza di Hank, trovandolo come lo aveva lasciato la sera prima: disteso a letto, gli occhi stanchi rivolti verso di lui, come se non avesse dormito. Borse violacee sotto agli occhi, molte più rughe di un tempo, ma sorprendentemente i capelli tutti al loro posto: ancora ribelli, candidi come la neve.

Chi l'avrebbe detto che sarebbe sopravvissuto fino a quell'età? Con tutto l'alcol che aveva in corpo una ventina di anni fa, tutti avrebbero pensato che stava morendo: la vita lo stava abbandonando lentamente, attaccato a ogni sorso di quei recipienti ricolmi di liquido alcolico.

Connor si avvicinò quindi all'uomo, sedendosi vicino a lui e tenendo il vassoio sulle ginocchia: una semplice fetta di torta morbida rivestita di candido zucchero a velo, e una tazza di te che sapeva di limone, riempiendo la stanza con il profumo caldo.
Hank sorrise, vedendo il deviante che ormai era lo scopo della sua vita.
-Hai imparato a preparare una torta, finalmente. Spero di non scendere e trovarmi il casino che facevi spesso quando ero più giovane...- disse, ridacchiando. La risata si trasformò in tosse, e Connor gli fu subito vicino.

-Hank, non hai dormito stanotte. Ti serve assolutamente riposo, non puoi continuare cosi.
Hank sorrise a Connor, gli occhi sempre più stanchi.
-Ne è passato di tempo eh? E tu non cambi. Sei sempre tu: giovane, gentile, rompicoglioni.
Continua sorridendo, osservando bene i lineamenti del viso dell'androide.
-E ne abbiamo vissute tante insieme. Sono felice di aver passato tutto questo tempo insieme a te, figliolo. Sei stato la mia ragione di vita, la mia speranza, mio figlio. Sei mio figlio.
-Papà...
Connor si chinó su Hank, rovesciando il vassoio contenente torta e tè, bagnando e sporcando il pavimento con zucchero e te.
Hank rise.
-Si, tu proprio non cambi mai. È per questo che ti voglio bene, sai?
-Perché non cambio mai?
Disse Connor, confuso.
-No. Perché sei tu, Connor. Sei unico, sei speciale... Cole sarebbe felice di essere tuo fratello, ne sono proprio sicuro.
Connor sorrise per poi alzarsi.
-Vado a preparati un'altra colazione, papà.
-Non sarà necessario, Connor. Mi auguro esista un aldilà per androidi... Non vorrei passare altro tempo senza di te.
Poi continuò, un sorriso sereno in volto. -In più, sto per riabbracciare Cole...

-Ti voglio bene, figlio mio.
E con queste parole, Hank Anderson lasciò questa terra. Chiuse gli occhi, il volto rilassato in un sorriso rilassato e un'ultima, solitaria lacrima e scendergli fino allo zigomo, per poi finire nella barba bianca.

Lui prima non voleva crederci, ma l'evidenza non si puó negare. Connor sentì il suo sistema andare in breakdown: percepí tutto il suo essere spaccarsi dall'interno, con un'onda di dolore che non aveva mai sentito prima d'ora.
Questa è la perdita?

Connor urlò. Spaccò il silenzio della casa, della via, della città, gridando di dolore per la persona che aveva amato più di se stesso. Il padre che non aveva mai avuto, lui il figlio che non avrebbe più riavuto indietro. Si erano trovati, consolati, ed erano andati avanti insieme. E in quel dolore le persone si svegliarono, meravigliandosi ancora una volta di quanto gli androidi siano cosi vicini agli umani: spezzati da una perdita che ti perseguita, ti consuma, ti distrugge.

E passò una settimana. Connor era... Distrutto. Aveva passato gli ultimi giorni dal funerale davanti alla tomba marmorea del padre, salvaguardando l'eterno riposo di quell'uomo. Un enorme mazzo di fiori troneggiava sulla tomba: fiori dorati di alstroermeria mischiati a giovani germogli multicolori di zinnia, fiori aperti dai colori violacei di anemone e i semplici papaveri, dalle foglie vellutate e rosse. Connor aveva gli occhi rossi, perforati dal dolore, insieme al cuore, al suo intero essere: era rimasto cosi da tre giorni, immobile e inginocchiato sulla tomba, in cerca di pace. Ma si sa, gli androidi sono eterni, vivono per sempre. E Connor, purtroppo, ne era consapevole.

Cosi tirò fuori una pistola: fredda, metallica. Un solo colpo dentro una canna, sei colpi a vuoto. Con gli occhi distrutti dal pianto, pronuncio una vuota preghiera, sperando che qualcuno la sentisse. E posizionò la pistola sotto al suo viso, pronto a morire per raggiungere il padre: se essere vivi signicava soffrire cosi tanto, allora Connor non aveva niente da perdere. Non le missioni, che oramai svolgeva da solo. Non i colleghi: nessuno valeva come Hank. E nessuno varrà più di lui, dello scorbutico tenente cha aveva imparato ad apprezzare ed amare.

Infine, Connor chiuse gli occhi.
-Ti voglio bene anche io, papà.

Il colpo riecheggió per tutto il cimitero, il corpo di Connor cadde prono sulla tomba dell'uomo, come in un abbraccio che stavolta nessuno avrebbe potuto interrompere. Una promessa eterna di amore profondo, tra umano e androide, carne e plastica.
Tra Hank e Connor.
Tra padre e figlio.


Qualcuno aveva cambiato l'iscrizione della tomba più avanti, trovando il corpo di Connor riverso su di essa, il colpo piantato in gola. Li avevano seppelliti insieme. E chissà, magari si sono ricongiunti... Ma questo non lo sapremo mai. Ci resta solo la speranza... che l'affetto abbia vinto su tutto.

Che l'amore vince su tutto.

"Qui riposano Hank e Connor Anderson. Padre e figlio, testimoni di un amore che va oltre la carne. Che va oltre tutto."

Angolo Dade:

Buongiorno e buona domenica! Mi dispiace spammare, ma volevo portare alla vostra attenzione dei libri che potrebbero interessarvi, a tema Detroit!
La prima è la raccolta "DETROIT: BECOME HUMAN OS." di FrancescaBridger, mia grande amica e scrittrice dotatissima: Vi consiglio tantissimo il suo libro, dategli una possibilità!
Il secondo è il mio nuovo libro su Detroit: Become Human, chiamato "La caduta delle farfalle". È un progetto che vorrei portare avanti con voi, insieme, verso un finale degno per i nostri eroi e per i nuovi protagonisti che introdurró.
Detto questo, non posso fare altro che ringraziarvi e augurarvi buona giornata! Grazie ancora❤

made for something more || detroit: become human osDove le storie prendono vita. Scoprilo ora