ⓢⓘⓧ

1.7K 167 63
                                    

Iniziai il percorso per tornare a casa e mangiai giusto qualcosa per poi sentire il campanello, eri tu.
Ti aprii e vidi il tuo viso tranquillo salutarmi mentre automaticamente andavi in camera mia per studiare.

Cominciammo la nostra lezione come al solito ma sembravi proprio non voler ascoltare, e io mi sentivo sempre più in imbarazzo per qualsiasi cosa facesti.
Prima la penna, poi il temperino dall'altra parte della scrivania, poi il tuo monologo che si fermò soltanto per osservarmi.

"Non ne vuoi proprio parlare?" mi dicesti e mi morsi il labbro per aver subito capito di cosa si trattava "Jeongin non c'era niente di male in quel bacio."
"Non lo so Chan, non lo so...tu mi piaci, ecco, ma c'è Minho, c'è tutta la scuola, il mio cuore..."

Mi alzai uscendo fuori correndo fino ad un parco non molto lontano. La tua voce mi richiamò e guardai dietro.
Tu eri lì, tutto sudato, con uno sguardo incastonato al mio che mi fece tremare.
Cosa ti aveva spinto a correre da me?
Io ero scappato come solo un coniglio sapeva ben fare.

Non ebbi tempo di formulare altro nella mia mente che tu prendesti il mio viso tra le mani, e con i pollici, iniziasti ad accarezzarmi le guange.

Il tuo respiro si stava mescolando al mio, la tua vicinanza mi procurava brividi, le mani sudavano e la mente era più in confusione che mai.

Perché eri lì? Perché, come tutti gli altri ragazzi, non ti eri rifiutato o non eri scappato da me? Volevi dirmi che forse era così anche per te?
Sentivi anche tu i miei stessi sentimenti, le mie stesse emozioni, tutte quelle sensazioni?

"Jeongin..."
Come una folata di vento la tua voce risuonò nelle mie orecchie.
"Hyung..."
"Non devi mai scappare, mai. Da me e da quello che senti, da quello che vuoi fare, compreso se questo è baciarmi."

Mi spiazzasti totalmente con quelle parole ma non mi lasciasti riflettere un momento che azzerasti la distanza tra me e te con un altro bacio, più voglioso, più dolce, più umido, più tutto.

Le mie mani andarono in automatico, si poggiarono al tuo petto e le tue ai miei fianchi, di tanto in tanto pizzicandomi una natica.
I nostri nasi si strofinavano, mentre gli occhi erano chiusi.

Appena ne avesti possibilità sorridesti guardandomi, sembravi tanto innamorato Chan, di me, per la prima volta mi davi questa impressione. Forse Seungmin e Felix avevano ragione, forse era vero che eravamo l'uno pazzo per l'altro.

Mi invitasti a casa tua a cena, saltando completamente quelle ore di studio giornaliero.
Ma prima di venire da te, mi decisi a mettermi qualcosa di più adatto ed elegante della divisa scolastica che avevo addosso da una giornata.

Mangiammo ramen, come due piccioncini sull'isola della cucina, l'uno di fronte all'altro, sorridendoci, parlando, non smettendo di guardarci.

"Jeongin... perché non mi hai mai detto di essere geloso di Minho?"
"Mmh... perché avrei dovuto dirtelo? Con quale scopo, e poi non sono nessuno per dirti che non puoi stare con una persona o per dirti che sono geloso."
"Perché sei la persona la cui opinione è quella che conta di più..."

"...sei importante, okay? Quindi tutto quello che ti passa per la testa è mia preoccupazione. E lo so che hai giocato partite di basket senza dirmelo. Vedo i lividi, ti hanno spinto?"
Annuii con la testa bassa.

Mi prendesti per mano portandomi in bagno e prendesti una valigetta rossa con tutto per curarmi di graffi e lividi che neanche avevo notato. Una ad una le curasti tutte mettendomi in sacco di cerotti solo per divertimento. Risi alla tua faccia.

La serata la passammo sul tuo divano a guardare la televisione, cose stupide, sgranocchiando qualche snack: i pop corno al burro, cioccolato e chi ne ha più ne metta.
Ci stavamo divertendo.

Il mio cuore batteva ad ogni tuo gesto di attenzione, ogni sguardo, ogni abbraccio, ogni parola che mi dedicavi o quello che ti succedeva a scuola, stavo morendo dalle risate. Mi facevi il solletico che strisciare a terra, solo dopo notai l'ora sul cellulare.

"Oh merda."
"Che succede?" mi chiedesti.
"È tanto tardi."
"Puoi rimanere a dormire qui, se vuoi."
"...okay."
"Preparo un pò di cose, che bello, pigiama party!"
"Ssh, sono le undici di sera, piano."
"Devono tutti sapere che sono felice."

"Okaay. Vieni in braccio."
"Non voglio" mi misi di nuovo a ridere.
"Avanti, poi non voglio sentire storie del tipo: 'ma Minho...' daii" insistesti prendendomi di peso come una mamma prende un bambino piccolo sotto le proprie cure.

Mi buttasti sul letto ridendo ancora.
"Sei scemo" dissi "totalmente pazzo."
"È colpa tua, mi farai impazzire tu" sorridesti a pochi centimetri dal mio viso incandescente "Ora dormiamo, domani c'è di nuovo la scuola."
"Io entro dopo."
"Allora hai tempo domani mattina, ti va di fare colazione insieme?"
"Va bene."

Mi misi a dormire con il sorriso sulle labbra, finalmente stavo bene dopo tanto tempo, proprio a causa tua.
Ti amavo e finalmente la mia crush aveva tanto interesse per me, solo il tempo mi avrebbe fatto capire tutto.

◯  Foreign love off the glassesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora