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Dicono che la felicità sia la cosa più bella che possa esistere, ero totalmente d'accordo con questa affermazione, ma totalmente fragile da sentirmi così male dopo averla realmente provata.

Quel giorno mi alzai dal letto, era il sedici  settembre, l'estate era giunta al termine ed io stavo con te Chan, da più di tre mesi.
E sottolineo la parola ‹stavo›, ci tenevo a sottolinearla perché tu non c'eri più.

Quella mattina non trovai nulla a casa mia, nulla di quello che ti apparteneva, niente legato alla tua persona, nenache per sbaglio, eri totalmente svanito nell'aria.

Non sapevo cosa stesse succedendo ma la telefonata di tua sorella rese tutte le mie idee confuse ancora più chiare:
ti ricordi di quando mi avevi detto che tuo fratello voleva la scusa, ebbene, quella scusa l'aveva trovata.
Mi disse che eri su un'areo per l'Australia e che non saresti tornato facilemente se non con tanta fortuna.

"Jeongin lui sta malissimo, è appena arrivato e ti ha mandato una lettera, dice che tornerà e che devi aspettare un altro pò di tempo."

I fatti erano molto chiari e i miei occhi sempre più lucidi nel leggere quella che sarebbe stata la tua prima lettera, la prima di una serie di tante lettere, che durava almeno tre anni;

era così, erano tre anni senza la minima percezione del tempo, qualcosa che mi sembrava infinito e senza avere pace.

Mi mancava il suo profumo che inondava la casa, la sua voce squillante, il suo sorriso che illuminava tutto intorno a lui, i suoi vestiti in giro, le sue colazioni, le sue mani sui miei fianchi, le sue labbra sulle mie, il suo respiro a solleticarmi il collo, i suoi abbracci mentre eravamo la sera sul divano, le notti passate a giocare e a fare l'amore, persino il tempo in cui dovevo studiare mentre mi infastidiva o il periodo in cui dovevo aiutare lui.

In sostanza era la stessa sostanza di lui a mancarmi, in tutto e per tutto.

"Non ti ha dimenticato Jeongin, non ti ha mai dimenticato, Hyunjin  e Changbin sono in contatto con lui, Jisung porta notizie di te ogni giorno e sai quanto noi ne portiamo di lui, tornerà presto" diceva Seungmin mentre era sul mio divano a tenermi la mano e mi porgeva la tazza di cioccolata calda.

"Felix tra l'altro è andato lì la scorsa settimana, non hai idea di cosa stanno escogitando per tornare qui. Ce la farà in tutti i modi."
"Seungmin, io spero solo che dopo tutto questo tempo lui riesca veramente a tornare come dice e soprattutto senza farsi del male, ne soffrirei io."

"Ce la farà, vedrai."

Le parole di conforto del mio migliore amico furono le migliori che io potessi sentire e quando, quel pomeriggio, il suo cellulare squillò si mise quasi ad urlare.

"Jeongin, Jeongin!"
"Cosa?"
"È Chan!"

Stava parlando tramite una telefonata di Felix con te e dicevi che volevi parlarmi.
Io presi subito il telefono in mano chiamando il tuo nome.

"Chan..."
"Jeongin..."
La tua voce era molto diversa da quella che io mi aspettavo, molto più grande.
"Sto arrivando Jeongin, sto arrivando amore, non ti abbandonerò mai."
"Chan..." dissi con le lacrime e il cuore in gola "non farti del male, non farti male, stai attento, fallo per me."

"Hey baby non piangere" mi disse "sto arrivando, stiamo arrivando, mancano quattro giorni, ce la puoi fare per altri quattro giorni??"
"Per te, si che ce la farò. Dove siete?"
"In auto, mia sorella mi sta portando a Melbourne, da lì prenderò un aereo per il Giappone e poi per la Corea. Ha paura per mio fratello."

"Ti ha portato via."
"Mi ha sequestrato, è contro la legge, starà a Sydney per un pò per sequestro di persona, non uscirà dal paese. Ora vado, ci vediamo presto."

Salutai dalla gioia dopo che Seungmin chiuse la telefonata.
"Seungmin arriva!!! Arriva! Viene qui, sta arrivando!"
"Calmati diciottottene con gli ormoni a mille, calma. Sta venendo si, ma domani hai un esame, studia."

◯  Foreign love off the glassesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora