Capitolo 3

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Mi svegliai di soprassalto col rumore infernale della sveglia.
Con la mano la buttai giù dal comodino.
Odiavo la sveglia, la odiavo con tutte le mie forze perché mi faceva sempre svegliare con la luna storta.
Ma non questa mattina, non dopo quello che era successo la sera precedente.
Non vedevo l'ora di dirlo ad Emma.
Così mi buttai giù dal letto e andai in cucina per fare colazione in cui vidi mia madre col suo solito cappuccino intenta a leggere un giornale.
"Giorno mamma!" dissi col sorriso a trentadue denti.
Lei sollevò lo sguardo e mi guardò sospettosa.
"Che hai?" chiese sorridendo.
"Niente perché?" risposi facendo finta di niente e preparando il pane tostato.
"Come mai sei così raggiante? Non lo sei mai la mattina! E' per ieri sera vero?"
"Mamma una domanda alla volta per favore."
Mi sedetti a tavola, e iniziai a spalmare la marmellata sul pane appena fatto.
Riuscivo a pensare solo a lui in quel momento, i suoi occhi erano stampati nella mia testa; per non parlare delle meravigliose fossette che apparivano ogni volta che sorrideva.
Sospirai, cercando di calmare i battiti del mio cuore.
"Allora? Mi racconti o no?" la voce impaziente di mia madre mi rispedì sulla terra ferma.
"Mamma, non puoi capire chi ho incontrato ieri sera al parco! Farai fatica a credermi però per favore cerca di farlo, perché è davvero importante per me okay?" dissi tutto d'un fiato.
Mia madre mise via il giornale e si avvicinò di più a me con la sedia.
"Ok tesoro, dimmi!"
Feci un respiro profondo e le raccontai per filo e per segno dell'incontro di ieri.
Ero davvero eccitata e mia madre non ha smesso per un secondo di ascoltarmi e rimase con la faccia sorpresa per tutto il tempo.
So che stentava a crederci, così le mostrai la prova sul mio telefono facendole vedere il numero e i messaggi.
"O mio dio!" disse guardando lo schermo.
"Faccio fatica a crederci anche io mamma!" risposi riprendendo il mio iphone.
"E' una cosa fantastica! Solo sta attenta okay? Non voglio vederti soffrire per uno stupido che tira calci a un pallone." disse imbronciata.
Sorrisi prendendole la mano, e annuii perché aveva ragione, non potevo lasciarmi trasportare troppo dall'euforia.
Lui era sposato, aveva dei figli, e io ero solo una ragazzina con una cotta.
"Adesso devo andare, c'è fuori Emma. Ci vediamo dopo lezione!" dissi alzandomi e dandole un bacio sulla guancia.
"Va bene a dopo tesoro"
Uscii dalla cucina e recuperai tutte le cose che mi servivano per le lezioni.
Diedi un'ultima occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio e uscii di casa.
La mia migliore amica non c'era ancora, così ne approfittai per fumare una sigaretta. 
L'accesi e buttai fuori il fumo.
"Non dovresti fumare sai?"
Al suono di quella voce sussultai e mi andò il fumo di traverso.
Iniziai a tossire, fino a farmi venire le lacrime agli occhi.
Mi girai e notai Mauro che rideva a crepapelle.
"Molto divertente, vorrei vedere te a tossire così tanto! Mi hai spaventata a morte!" dissi continuando a tossire, ma nel frattempo mi scappò da ridere.
Mauro era di fronte a me, in tutto il suo splendore.
Vestito di nero, tranne che per le nike azzurre, era sesso allo stato puro.
Mi soffermai un po' troppo sulla sua bocca, sulle sue fossette e infine sugli occhi.
Lui se ne accorse e diede un colpo di tosse.
Io arrossii come una stupida, e cercai di coprirmi coi miei lunghi capelli.
"Dove vai a quest'ora vicina?" domandò appoggiandosi al muro.
"Ho lezione fra un'ora, sta arrivando Emma a prendermi" risposi dando un tiro alla sigaretta.
"Chi è Emma?" domandò curioso.
"La mia migliore amica, c'era anche lei ieri alla partita."
Annuì silenziosamente.
"Tu invece? Cosa fai sveglio a quest'ora?" domandai.
Mauro sembrava a disagio, come se non volesse rispondere.
Continuava a guardare in basso, e io attesi con ansia la sua risposta.
"Avevo bisogno di fare due passi per conto mio, ma fra poco passano a prendermi per l'allenamento."
Stavo per rispondere ma in quel momento un clacson ci interruppe.
Guardai verso la strada e vidi la 500 blu di Emma, che nel frattempo aveva sbarrato gli occhi incredula.
Mi voltai verso Mauro per salutarlo.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia.
"Ci vediamo al parco" disse sorridendomi, poi si voltò e tornò verso il suo portone.
Ok, Amanda, calma, non morire.
Le mie gambe presero a camminare da sole e andarono verso l'auto che mi stava aspettando.
Aprii la portiera e fui assalita dalle urla della mia migliore amica.
"SPIEGAMI ORA! COME DIAVOLO FAI A CONOSCERLO!" disse Emma urlando e spintonandomi.
Io non riuscivo a muovermi, non riuscivo a pensare, la sola cosa che avevo in testa in quel momento erano le sue labbra calde sulla mia guancia, e al ricordo di quel contatto rabbrividii.
"Amanda! Vuoi spiegarmi per favore?"
Mi ripresi e finalmente guardai la mia amica.
"Dammi un secondo ok?!" risposi senza fiato.
Mi allacciai la cintura per farle capire che dovevamo muoverci per non arrivare tardi a lezione, e finalmente mise in moto.
"L'ho conosciuto ieri mentre portavo fuori Harley, è stato ... intenso" spiegai con gli occhi fissi sulla strada.
"E poi che è successo? Perché prima ti ha baciato?" chiese impaziente.
"Abbiamo parlato come se ci conoscessimo già da una vita, e quando stavo per entrare in casa mi ha chiesto il numero"
Emma inchiodò di colpo facendomi prendere una testata contro il sedile.
"AHI! Ma che cavolo fai?" dissi ridendo e urlando.
"TI HA CHIESTO IL NUMERO?" rispose non curandosi della mia povera testa.
Annuii silenziosamente e col mio solito sorriso da ebete che avevo da ieri.
"Vuoi dirmi che Mauro Icardi, alias capitano dell'Inter, alias nostro idolo da sempre, ti ha chiesto il fottuto numero di cellulare?"
"Già" risposi tranquillamente.
"O mio Dio, e ti ha scritto?"
"Si, prima di andare a letto mi ha mandato la buonanotte" risposi rossa in viso, scossa da brividi di piacere.
Emma era rimasta senza parole, e questo non era proprio da lei.
"Wow è, .." fece una pausa non sapendo cosa dire.
"Ma che significa?" chiese guardando me e poi la strada.
Scossi la testa.
"Non ne ho idea, me lo sto domandando da quasi dodici ore."
Finalmente arrivammo nel parcheggio dell'università, e per nostra fortuna trovammo subito un posto per la macchina.
Uscite dal veicolo, prendemmo le borse e ci avviammo all'ingresso.
"Em, non voglio dirlo a nessuno per il momento okay? Lo sai solo tu"
La mia migliore amica si avvicinò a me e mi prese la mano per rassicurarmi.
"Contaci" disse sorridendomi.
Sempre col sorriso sulla bocca, e questa volta ce l'aveva anche lei, entrammo per la nostra prima lezione.

" It's always been you " Mauro Icardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora