Capitolo 9

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Il mio stomaco era talmente in subbuglio, che non riuscii a mangiare niente.
Emma e Vichy cercarono di convincermi a mandare giù qualcosa, ma fu tutto inutile.
Le farfalle non ne volevano proprio sapere di abbandonare il mio povero stomaco.
La partita sarebbe iniziata tra dici minuti, così ci alzammo da tavola e iniziammo ad avviarci verso l'uscita del ristorante.
Stavamo per uscire quando un uomo addetto alla sicurezza ci ha avvisato che ci avrebbe scortato nella zona "vip" dello stadio.
Era una tribuna riservata alle famiglie dei calciatori e alla dirigenza delle squadre.
Vichy iniziò a saltellare come una bimba in un negozio di caramelle.
"Che figata!" Disse battendo le mani.
Dovevo ammettere che lo Juventus Stadium era molto bello, e soprattutto nuovo di zecca; ma non era assolutamente paragonabile al nostro.
La sensazione di stupore e meraviglia che mi colpiva ogni volta che entravo a San Siro, era insuperabile.
Lo stadio era già quasi al completo, e mentre raggiungevamo i nostri posti, tutti gli occhi del settore più in basso, erano puntati verso di noi.
"Come mai ci fissano tutti?" Chiesi imbarazzata ad Emma.
"Forse perché siamo entrate dall'ingresso dei ricchi e ci stiamo per sedere nella zona vip?" Rispose come se fosse ovvio.
"Oh ... giusto" dissi continuando a camminare e a guardare intorno.
C'era gente che ci indicava, e altri che facevano video e foto con i cellulari.
Mi scappò da ridere, perché ancora non potevo credere che tutto questo stesse succedendo proprio a noi. 
Finalmente raggiungemmo le nostre poltroncine, e notai che sopra c'erano addirittura delle coperte per il freddo.
"Ecco qua. Ci vediamo a fine partita." Lo steward ci fece un sorriso cordiale e si allontanò.
Emma e Vichy si erano già sedute, con la coperta fin sotto al collo.
Presi posto di fianco a loro, e iniziò a salirmi l'adrenalina.
Le partite contro la Juventus erano sempre le peggiori, ogni volta rischiavo di morire di ansia.
"Mandy sei fra noi?" La mano di Vichy sventolò davanti alla mia faccia e mi riscosse dai pensieri.
Annuii sospirando rumorosamente.
"Si è solo che tutta questa attesa mi fa impazzire." Dissi guardandomi intorno.
All'improvviso si levarono urla e applausi da parte dei tifosi, e quando guardai verso il campo notai i giocatori che erano entrati per riscaldarsi.
I miei occhi ovviamente lo cercarono subito, e finalmente incontrai il suo sguardo.
Mauro mi sorrise facendomi l'occhiolino, e continuò a palleggiare con Rafael.
"Cavolo quanto è sexy." Mi voltai verso Emma, cercando di capire a chi si stesse riferendo, ma quando seguii il suo sguardo capii subito.
Vichy scoppiò a ridere. "Qualcuno ha una cotta eh?"
"Smettetela! Dico solo che è un gran figo, tutto qui. E poi è un playboy." Disse arrotolandosi al dito un suo ricciolo biondo.
"Si come no..." rispose dandole una spinta.
Emma alzò gli occhi al cielo e guardò altrove.
Sorrisi continuando a guardare verso il campo.
Finalmente i ragazzi iniziarono a tornare negli spogliatoi, e Mauro mi lanciò un ultimo sorriso prima di essere trascinato via dai suoi compagni.
Lo speaker annunciò le formazioni, e la partita iniziò pochi minuti dopo.
Per tutto il primo tempo non facemmo altro che sederci e alzarci in continuazione.
Era una partita bellissima, piena di colpi di scena, ma nessuna delle due squadre aveva ancora segnato.
L'intervallo passò come se non ci fosse mai stato, e i ragazzi ripresero a giocare.
Entrambe le squadre erano combattive, nessuna delle due lasciava passare un pallone.
Si stavano avvicinando i minuti finali e l'ansia cominciava a farsi sentire.
Emma continuava a urlare e Vichy chiamava il suo adorato Dybala.
Non potei fare a meno di ridere nel vedere la sua espressione adorante.
Eravamo tutte e tre nella tensione più assoluta, e per poco non svenni quando Mauro cadde a terra per un fallo.
Strinsi la mano di Emma sperando che stesse bene, e tornai a respirare quando lo vidi rialzarsi.
Eravamo ancora zero a zero, e mancava poco al fischio finale.
I ragazzi erano esausti ma non si arrendevano.
A un tratto vidi Rafael che andava come un treno verso la porta avversaria, e lì trovò Mauro pronto per tirare.
Le unghie di Emma erano infilate nella mia carne, ma in quel momento non mi importava e quando la palla entrò in rete in un attimo fummo in piedi.
L'esplosione di gioia era indescrivibile.
Emma mi abbracciava e saltava, il pubblico era in delirio.
Vichy era rimasta seduta con le mani sulla faccia, in completa disperazione.
"TE L'HO DETTO CHE VI AVREMMO FATTO IL CULO!" Urlò Emma al suo orecchio.
Vichy di rimando le mostrò il medio e le fece una linguaccia.
"Vi odio!" Disse sbuffando e incrociando le braccia.

"Cavolo è stato davvero incredibile! Ma ti rendi conto??? Abbiamo vinto all'ultimo!" Emma continuava a saltare e urlare di gioia mentre lo steward ci riaccompagnava nel garage.
Vichy invece era tutt'altro che contenta, così mi avvicinai e le misi un braccio attorno alle spalle.
"Avanti Vic! È solo una partita!" Dissi facendole un sorriso.
"Lo so! Ma è stato bravo il mio Paulo vero?"
Scoppiai a ridere e le scompigliai i capelli.
"Si è stato bravo, devo ammetterlo!"
"Va bene ragazze, aspettate qui. Arriveranno a momenti." Le parole dello steward ci fecero drizzare i peli sulla nuca.
Emma cominciò ad agitarsi, e il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
Non vedevo l'ora di vederlo.
Iniziai a cercarlo con lo sguardo, ma non lo vedevo da nessuna parte.
Poi due mani che ormai conoscevo bene, mi circondarono i fianchi e mi fecero voltare.
Ma da dove diavolo era arrivato?
I suoi occhi finalmente furono nei miei, e con un sorriso gigantesco mi tirò su da terra iniziando a farmi volteggiare tenendomi stretta.
Mi aggrappai alle sue braccia e iniziai a ridere.
"Mi hai davvero portato fortuna!" Disse posandomi di nuovo a terra, ma le sue mani non si staccarono dai miei fianchi.
"Certo! Cosa credevi?" Risposi dandogli un colpetto sulla spalla.
Mauro rise di gusto e mi strinse ancora tra le braccia.
Il suo profumo invase subito tutti i miei sensi e chiusi gli occhi, dimenticandomi persino il posto in cui eravamo.
Stavo per allontanarmi, perché avevo come la sensazione che tutte le persone intorno a noi ci stessero osservando, ma lui mi impedì di muovermi.
"Mi sa che ci stanno guardando tutti." Sussurrai.
"Non mi interessa.." la sua voce profonda mi fece tremare, e lo strinsi ancora di più.
Poi un colpo di tosse, ci riportò alla realtà.
Quando controvoglia mi staccai, vidi Emma e Vichy con in faccia la stessa espressione adorante.
"Allora è vero che sei un portafortuna vivente!" Rafael venne verso di noi, col suo solito sorriso malizioso, e alzò la mano per farsi dare il cinque.
A un tratto il suo sguardo passò da me ad Emma, e la squadrò da capo a piedi.
"E tu chi sei?" Chiese avvicinandosi, con voce suadente.
Emma arretrò di un passo, cercando di mantenere la calma in tutti i modi.
"Emma." Ripose decisa, guardandolo negli occhi.
Lei era così.
Difficilmente si lasciava intimidire da qualcuno, riusciva sempre a tenere testa a tutti.
Rafael sembrava sempre più incuriosito.
"Bel nome... io sono Rafael." Disse sorridendo, e porgendole la mano.
"Lo so chi sei." Rispose rifiutandola.
Rafael rimase sorpreso da quella risposta, e il loro gioco di sguardi continuò per quella che sembrò un'eternità.
Vichy mi guardò con aria interrogativa, e alzai le spalle non sapendo nemmeno io cosa stesse succedendo fra quei due.
"Amico! Dobbiamo muoverci o ci perderemo tutta la festa! Che hai organizzato tu, fra l'altro." Mauro cercò di attirare l'attenzione di Rafael, che non ne voleva sapere di staccare gli occhi da Emma.
Era come se fosse ipnotizzato da lei, come se Emma fosse una specie di calamita per i suoi occhi scuri.
"Va bene andiamo! Ma Blondie viene con me." Disse continuando a tenere lo sguardo fisso su di lei.
"BLONDIE? Ma per chi mi hai presa? Col cavolo che vengo con te." Emma fece un passo avanti urtandogli apposta la spalla, prese per mano Vichy e la trascinò verso la nostra auto.
Nascosi il viso dietro la spalla di Mauro, per non scoppiare a ridere.
Uno a zero per la mia migliore amica.
"Giuro che sarà mia." Disse Rafael seguendo Emma con lo sguardo, e notai che nei suoi occhi c'era desiderio.
"Allora buona fortuna amico!" Risposi dandogli una pacca sulla spalla.
"Andiamo Casanova, la festa ci aspetta!" Mauro scoppiò a ridere e gli diede un colpetto sul collo, facendolo riemergere dallo stato di trance.
Poi si voltò verso di me, intrecciò le dita alle mie e insieme ci avviammo verso le macchine.

" It's always been you " Mauro Icardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora