Capitolo 11

245 11 0
                                    




Con tutti quei flash non riuscivo a vedere niente, e camminavo solo grazie a Mauro, che non mi lasciava mai e cercava di coprirmi il più possibile.

"Mauro lei chi è?"

"Dov'è Wanda?"

"È la tua ragazza?"

Dio non resistevo più.
Ma dove cavolo è la macchina?
Cercai di voltarmi per controllare che le mie amiche fossero dietro di me, ma non riuscivo a fare niente.
Poi finalmente, Mauro mi prese il braccio e mi spinse dentro l'auto.
Mi appoggiai allo schienale e tirai un sospiro di sollievo.
"Mi dispiace tanto Mandy." Afferrò la mia mano e baciò il palmo.
Quel semplice gesto bastò a farmi aumentare la tachicardia.
Lo guardai, e notai che aveva lo sguardo rivolto verso il basso.
Sembrava nervoso, persino triste.
Mi avvicinai a lui, e gli accarezzai la guancia, ma lui continuava a non guadarmi.
"Ei, guardami" dissi cercando il suo sguardo.
Finalmente i suoi occhi furono nei miei.
"Non preoccuparti, non me ne frega niente di quegli idioti."
"Pensavo di aver rovinato tutto." Rispose intrecciando le nostre dita.
"Ma non è colpa tua, va bene?"
Annuì silenziosamente e si avvicinò ancora di più a me.
La sua vicinanza, come sempre, mi provocava brividi su tutto il corpo.
"Oddio, ma dove sono Emma e Vichy?" Chiesi agitandomi.
"Sono nell'altra macchina con Rafael e Roberto, mi hanno mandato un messaggio proprio ora." Feci un sospiro e appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Allora, dov'è questa festa?"
Mauro si sporse verso di me.
"È una sorpresa" rispose sussurrando.
Questo ragazzo finirà per uccidermi, già lo so.
Per tutto il tragitto rimasi appoggiata a lui, e le sue dita non smettevano di disegnare cerchi sul palmo della mia mano.
Pensavo a quanto fosse bella quella sensazione, stargli così vicina mi faceva sentire al sicuro.
Ma quanto sarebbe durata questa cosa?
Cosa succederà quando torneremo a casa?
Cercai di spegnere tutti questi pensieri, dovevo solo vivermi il momento.
Lui è qui con me ora.
Alzai la testa per guardarlo, e accorgendosene mi mostrò le sue meravigliose fossette.
Restammo a guardarci per quella che mi parve un'eternità, e poi la macchina si fermò.
"Pronta?" Chiese di nuovo con sorriso malizioso.
"Mai stata così pronta in vita mia."
Mauro aprì la portiera, e come sempre prese la mia mano, aiutandomi a scendere.
Fortunatamente non c'erano paparazzi in vista.
Era un quartiere completamente deserto, non c'era anima viva.
Che strano...
"Ma siamo nel posto giusto?" Chiesi guardandomi attorno.
"Fidati di me." Rispose sorridendomi, e mi trascinò verso un negozio di alimentari.
Scoppiai a ridere.
"Mauro ma dove andiamo?" Ero impaziente lo so, ma non riuscivo proprio a capire dove mi stesse portando.
Quando entrammo, il signore alla cassa ci sorrise.
"Che posso fare per voi?" Chiese gentilmente.
Mauro prese qualcosa dalla tasca dei jeans e gliela mostrò.
Cercai di osservare l'oggetto del mistero, e notai che era una carta da gioco: la donna di cuori.
Che cavolo succede?
"Per di qua." Disse il signore, indicando una porta sul retro del negozio.
"Grazie" rispose Mauro.
Ci allontanammo in silenzio e l'agitazione si impadronì sempre più del mio corpo.
Mauro si voltò verso di me prima di aprire la porta.
Il suo sorriso arrivava fino agli occhi.
Era davvero felice, e il mio cuore si sciolse.
"Ti piacerà da morire."
"Dai apri! Sto morendo di curiosità!" Dissi saltellando come una bimba piccola.
Mauro scoppiò a ridere, e la sua risata scatenò altre farfalle nel mio stomaco.
Finalmente quella maledetta porta si aprì, e io rimasi completamente senza fiato.

"O MIO DIO." I miei occhi erano completamente spalancati per quella sorpresa incredibile.
Sembrava di essere stati mandati indietro nel tempo di almeno cento anni.
Era un locale tipico degli anni Venti o Trenta. 
Dio era pazzesco.
Avevo sentito parlare di questi bar segreti in giro per tutte le città d'Europa, ma pensavo fossero solo dicerie.
"È uno speakeasy, un mio amico è il proprietario e sono riuscito ad affittarlo per una sera."
La voce di Mauro mi riscosse momentaneamente dallo shock.
Mi voltai verso di lui.
"È stupendo Mauro! Mi sembra di essere a una delle feste grandiose che faceva Mr Gatsby. Dio non ci posso credere! Ho sempre voluto andare in un locale segreto!" Dissi guardandomi intorno per la milionesima volta.
Era davvero fantastico, le poltrone rosso fuoco davano il giusto tocco proibito, e il bancone del bar era ancora meglio con tutte le bottiglie di vari liquori in vista.
I camerieri portavano ai tavoli cocktail nei bicchieri tipici di quegli anni.
"Ti piace?" Chiese al mio orecchio.
"Vuoi scherzare? È incredibile!" Risposi buttandogli le braccia al collo.
"Grazie, davvero Mauro è.. non riesco nemmeno a descrivere come mi sento. So solo che lo devo a te." Dissi guardandolo intensamente.
"No, Amanda, grazie a te. Non mi sentivo così bene e in pace con me stesso da parecchio tempo."
Il mio cuore perse un battito, e il mio sguardo scese sulle sue labbra carnose.
Potevo sentire il suo respiro, il suo calore, e il suo cuore batteva forte quanto il mio.
"Mandy!" La voce di Vichy mi fece trasalire, e Mauro imprecò appoggiando la sua fronte alla mia, facendo un sospiro.
Controvoglia mi sciolsi dall'abbraccio e mi voltai verso le mie migliori amiche.
"Ma dove cavolo eri finita?" Chiese Emma con un bicchiere di coca cola in mano.
Già, lei non beveva mai.
"Io ero..."
Non feci in tempo a finire la frase perché Vichy sembrò pietrificarsi sul posto, e le sue unghie si conficcarono nella mia carne.
"VICTORIA! CHE CAVOLO HAI?" Chiesi fulminandola con lo sguardo.
Spostai gli occhi verso Emma, che aveva un'espressione divertita.
"Ok, sto per morire, sto per avere un infarto, Amanda girati cazzo!" Vichy mi fece voltare, e finalmente capii.
Paulo Dybala fece il suo ingresso nel locale, insieme a tutta la squadra della Juventus.
Non ci posso credere.
"Torno subito piccola" sussurrò Mauro al mio orecchio.
Piccola...
Emma mi guardava con aria sognante e con le dita mimò il simbolo del cuore.
Alzai gli occhi al cielo e scoppiai a ridere.
"Oddio ma si conoscono!?" Chiese Vichy sempre più sconvolta.
"Certo che si, genio! Giocano nella stessa nazionale ricordi?" Dissi dandole un colpetto in testa.
"Stanno venendo verso di noi. Amanda nascondimi." Vichy si nascose davvero dietro di me e feci di tutto per non ridere. Emma si posò le mani sulla bocca, e cercò di non guardare la nostra amica che stava davvero dando di matto.
"Vichy, cerca di calmarti, sta arrivando qui." Dissi sorridendo, cercando di non far leggere il labiale ai ragazzi.
"Amanda non ce la faccio."
"Si che ce la fai, stupida. È solo un ragazzo." Si doveva calmare subito.
"COSA? Solo un ragazzo? Ma sei pazza? Amanda lui è Paulo! Sono cotta di lui da più di due anni, e lo sai!" Rispose urlandomi nell'orecchio.
"Victoria, piantala di fare la bambina di due anni e tira fuori le palle." Emma venne in mio aiuto e prese Vichy per un braccio.
Grazie a Dio, esiste Emma.
"Mandy, lui è il mio amico Paulo." Sorrisi quando mi porse ma la mano.
"Loro sono Emma e Vichy, le migliori amiche di Amanda." Continuò Mauro.
Mi voltai verso la mia amica sperando si fosse ripresa, e notai il rossore sulle sue guance.
Paulo prese la mano di Emma, e poi posò il suo sguardo su Vichy.
Anzi, la squadrò proprio da capo a piedi
"Ciao." Le disse sorridendo.
"Ciao..." Ripose Vichy timidamente, nascondendo il viso fra i lunghi riccioli corvini.
"Vuoi..." Paulo si schiarì la voce.
Sbaglio o anche lui era in imbarazzo?
"Ehm.. vuoi bere qualcosa?" Chiese a disagio dondolandosi sui talloni.
"Io?" Vichy si guardò intorno, come per essere sicura che stesse parlando con lei.
Paulo rise, e le si avvicinò.
"Si, tu."
Vichy, lo guardò e l'imbarazzo iniziale svanì quasi del tutto. Poi, finalmente accettò la sua mano e andarono verso il bancone.
"Ma che cavolo è successo?" Chiese Emma guardandoli divertita.
"Non ne ho la minima idea." Scoppiai a ridere, e stavolta non riuscii a trattenermi.
Mauro rise con me, cingendomi i fianchi.
"Ciao Blondie!" La voce profonda di Rafael, spense le risate di Emma.
O cavolo.
"Noi andiamo a fare un giro." Disse Mauro con sorriso malizioso, e mi trascinò verso il centro del locale.
Lanciai uno sguardo alla mia migliore amica, che mi implorava con gli occhi di aiutarla.
"Divertiti!" dissi muovendo le labbra sperando che capisse, e dallo sguardo di fuoco che mi lanciò capii che aveva afferrato il messaggio.

" It's always been you " Mauro Icardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora