Capitolo 5

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Nello sguardo di Mauro lessi di nuovo quel senso di amarezza, che aveva mostrato anche poco prima.
Si alzò da terra, e mi tese una mano per aiutarmi.
Non volevo ascoltare la loro conversazione, così una volta in piedi tornai alla panchina per prendere il guinzaglio e recuperare Harley.
La telefonata durò pochissimo perché Mauro stava già tornando verso di me.
Cercai di sembrare il più disinvolta possibile, non volevo dargli l'impressione di essere la classica ragazzina gelosa alle prese con una cotta adolescenziale.
Lui non era mio, non lo sarebbe mai stato.
Così appena mi raggiunse gli sorrisi continuando a mettere nella borsa le cose di Harley.
"Devo andare ... anche se non sai quanto mi piacerebbe rimanere qui insieme a te, ma Francesca è agitata e in questo momento ha bisogno di me." Disse con sguardo rivolto verso il basso.
Ogni volta che parlava di sua figlia, mi scaldava il cuore.
Non potei fare a meno di sorridere e mi avvicinai a lui.
"Non preoccuparti, domani ho una lezione alle otto e non posso saltarla.. anche se mi piacerebbe davvero tanto." Dissi facendolo ridere.
Tornò a guardarmi e come sempre i suoi occhi finivano per ipnotizzarmi.
"Ma ... vorrei rimanere qui anche io."
Quasi come se avessero capito, i nostri cuccioli ci raggiunsero e ci avviammo verso casa.
Una volta arrivati davanti al mio portone, tirai fuori dalla borsa le chiavi e iniziai ad aprire.
"Mandy..."
"Si?" Risposi voltandomi.
"Prima che entri... volevo chiederti una cosa." Disse nervosamente, dondolandosi sui talloni e tenendo le mani in tasca.
Mauro Icardi stava arrossendo, o era solo una mia impressione?
"Domenica giocheremo a Torino contro la Juve, e beh mi chiedevo ... mi chiedevo se ti andasse di venire con noi in trasferta." Rispose visibilmente imbarazzato.
Spalancai gli occhi per quella richiesta inaspettata, non sapendo proprio cosa dire. "Oh..." fu tutto quello che uscì dalla mia maledetta bocca.
"È un si?" Chiese sorridendo.
In quel momento non riuscivo a pensare, la mia testa era andata in tilt.
"Ma .. non ci sarà anche Wanda? Insomma ci saranno i tuoi amici, e ci saranno le telecamere.. io .. voglio dire .. cosa penserà la gente? E se tutti mi odiassero?"
Bene, avevo dato di matto di fronte all'unica persona con cui non dovevo farlo. Mauro venne verso di me, e intrecciò le sue mani alle mie.
Il mio cuore perse un battito, e un calore improvviso si sprigionò in tutto il mio corpo.
"Ok, Amanda... guardami." Disse cercando il mio sguardo.
Con tutta la forza di volontà che mi era rimasta, riuscii a ricambiarlo.
"Fai un bel respiro... Wanda domenica non sarà presente, i miei amici ti adoreranno, e nessuno potrà odiarti... sarebbe una cosa impossibile da fare." Disse dolcemente. Dopo aver sentito queste parole, mi calmai e per l'ennesima volta mi scappò un sorriso.
"Se ti fa stare più tranquilla puoi chiedere a qualcuno di accompagnarti, va bene? Così non sarai da sola." Continuò tenendomi ancora le mani.
I miei occhi si illuminarono e pensai subito di chiedere ad Emma e Victoria di venire con me; non avrebbero mai rinunciato a un'occasione del genere.
"Ma dove staremo? I biglietti ormai saranno finiti e dovremmo prenotare un hotel.."
"Non preoccuparti di questo, penso a tutto io." Rispose facendomi l'occhiolino.
"Ti prego, dimmi che verrai." Disse vedendomi ancora titubante.
Cercai di riflettere ancora un attimo su quello che mi aveva appena detto, ma sentivo addosso il suo sguardo e non riuscivo a stare concentrata.
"Va bene.. verrò con te" dissi senza pensarci ulteriormente.
Mauro tirò un sospiro di sollievo, e in un attimo fui tra le sue braccia.
Chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare dal suo profumo che mi inebriava tutti i sensi.
Non potevo credere a quello che stava succedendo, il mio cuore sarebbe esploso da un momento all'altro e le mie gambe sembravano fatte di pasta frolla in quel momento.
Dopo un tempo che mi parve infinito, mi sciolsi controvoglia dall'abbraccio.
"Francesca ha bisogno di te ora... ci sentiamo domani va bene?" Dissi accarezzandogli una guancia.
Al mio tocco chiuse gli occhi, e notai che anche il suo respiro era diventato affannato. "Grazie per stasera...non stavo così bene da tanto tempo." Rispose guardandomi intensamente negli occhi.
Dio.. prima o poi mi avrebbe ucciso.
"Anche io..."
Mi guardò ancora per un attimo, poi si avvicinò ancora.
"Buonanotte vicina.." Disse dandomi un bacio sull'angolo della bocca.
E quando riaprii gli occhi, si era già voltato per incamminarsi verso casa sua.
Come sempre la mia stupida sveglia suonò proprio nel momento migliore del sogno che stavo facendo.
Dopo quella sera al parco, non avevo fatto altro che rigirarmi nel letto e pensare a lui, ed era stato inevitabile sognarlo.

Controvoglia mi alzai, e mi diressi verso il bagno per sciacquarmi la faccia con l'acqua gelida.
Guardando la mia immagine riflessa, non potei fare a meno di pensare di essere un completo disastro; il trucco era sbavato sotto agli occhi e i miei capelli sembravano avere appena preso una scossa.
Dopo aver perso venti minuti cercando di pettinarli, applicai del correttore e del mascara per rendermi un minimo presentabile.
Per niente soddisfatta, andai verso il guardaroba e decisi di vestirmi come ieri sera, ma al posto del maglione, avevo indossato la felpa nuova della Supreme che mi aveva portato mio padre da New York.
Una volta vestita e truccata, infilai il computer e l'agenda nello zaino, e uscii di casa. Per colpa del mio stomaco, non riuscii a mangiare niente; pensai fosse un principio di nausea, ma infondo sapevo che era ben altro.
Stupide farfalle.
Fuori dal portone, notai che avevo ancora un po' di tempo per fumare una sigaretta, così ne tirai fuori una e l'accesi per calmarmi.
Continuavo a pensare a quanto fosse stato bello ieri sera, a quanto mi abbia fatto sentire bene, come non mi sentivo da tempo, ma quanto sarebbe durato tutto questo? Nel profondo sapevo che ne sarei uscita col cuore in mille pezzi, ma non riuscivo a pensare ad altro che a lui.
In pochi giorni era riuscito a farmi provare cose che non mi sarei mai immaginata di provare.
Neanche Gio era riuscito a darmi quello che Mauro mi aveva dato in pochissimo tempo, ed eravamo stati insieme due anni.
Chiusi gli occhi, e ripensai al suo sorriso, alle sue fossette, e al suo sguardo che ogni volta sembrava perforarmi l'anima.
Poi, all'improvviso, qualcuno afferrò dalla bocca la mia sigaretta e la gettò a terra. "Non dovresti fumare."
Maledizione... quella voce mi avrebbe fatta impazzire.
Ancora del tutto incredula per ciò che aveva appena fatto, alzai la testa e lo osservai. Sulle sue labbra c'era un ghigno fastidiosamente sexy.
"Come stai vicina?" Chiese come se niente fosse.
"Ti odio." Dissi incrociando le braccia.
"Sto bene anche io, grazie." Rispose sorridendo.
Poi iniziò ad avvicinarsi lentamente, e io d'istinto indietreggiai, fino a ritrovarmi appoggiata contro il muro.
Il cuore prese a martellarmi nel petto, e iniziai a sentire tremare le gambe.
Le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio, e una scia di brividi si cosparse su tutta la mia schiena.
Il mio respiro era sempre più veloce.
"Non è vero che mi odi.." Disse sussurrando.
"Si invece .."
La mia voce fu interrotta dal suono di un clacson.
I suoi occhi si chiusero e gli sfuggì un'imprecazione.
Merda... proprio adesso Emma?
Mauro mi guardò per l'ultima volta e poi si scostò da me.
Con fatica, mi staccai dal muro e andai verso l'auto, in cui trovai anche Vichy.
Le mie migliori amiche avevano entrambe un'aria stupita e meravigliata, probabilmente avevano assistito anche loro a quello che era appena successo.
Alzai gli occhi al cielo e mi sfuggì una risatina.
"Ragazze scendete un attimo!" Dissi aprendo la portiera.
Gli occhi di Emma si illuminarono, e si precipitò subito fuori dalla macchina.
Mauro era rimasto vicino al mio portone, con le mani in tasca e dondolandosi sui talloni, era visibilmente nervoso; ma era sempre stato così, timido e riservato. "Mauro loro sono le mie migliori amiche, Emma e Victoria." Dissi sorridendo.
Mauro strinse le mani a tutte e due.
"Molto piacere!" Disse sorridendo.
Scoppiai a ridere nel vedere le loro buffe espressioni; sembravano sotto shock, ed erano rimaste per la prima volta senza parole.
"Wow! Ehm... noi ... beh noi ti aspettiamo in macchina va bene? È stato bello conoscerti!" Balbettò Emma.
Dopo di che trascinò via Vichy, e tornarono in auto.
"Devo andare.." Dissi continuando a sorridere.
Mauro si avvicinò a me e mi diede un bacio sull'angolo della bocca.
"Ti farò sapere tutti i dettagli per domenica va bene?" Rispose sussurrando.
Annuii con la testa, incapace di proferire parola.
"Buona giornata vicina.." Si girò e andò verso casa sua, lasciandomi completamente frastornata.

" It's always been you " Mauro Icardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora