Capitolo 4

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Per tutta la durata della cena, non potei fare a meno di smettere di sorridere, e il mio stomaco era talmente in subbuglio che non riuscii a mangiare quasi niente.
Mio padre si era accorto del mio umore, ma fortunatamente non fece domande, e mia madre mantenne il segreto.
Una volta finito, mi fiondai in camera mia e controlli l'ora, avevo ancora venti minuti buoni per prepararmi.
Non appena ci pensai, il panico si impossessò di me.
Cosa cavolo dovrei mettermi?
Ieri sera non mi sarei mai immaginata di incontrare Mauro Icardi al parco, ed ero uscita di casa praticamente in pigiama.
Ma adesso... come avrei dovuto presentarmi?
L'ansia si impadronì del mio corpo e tutto ciò che pensai fu che avevo bisogno delle mie migliori amiche; così mi accesi Skype e le chiamai.
Grazie a Dio, risposero al primo squillo.
"Sei pronta?" Disse Emma  saltellando come una bimba in un negozio di caramelle.
"Cosa ti prende?" Chiese Vichy preoccupata notando l'espressione che avevo in viso.
"Non so cosa indossare... insomma, dovrei vestirmi elegante? Non ho la minima idea di cosa fare, e se non dovessi piacergli? Se .."
"Amanda calmati, fai un respiro profondo e mettiti seduta." Rispose Emma; fra tutte era la più razionale, e nelle situazioni di difficoltà sapeva sempre come comportarsi.
Feci un lungo sospiro e mi appoggiai sul letto.
"Ieri ti ha vista in tenuta da casa, non penso che dovresti metterti troppo in tiro. Vestiti in modo normale, come se dovessi andare a lezione.
Perché da quello che ho potuto vedere e da quello che ci hai detto, a lui piaci così come sei." Disse dolcemente.
"Non posso essere più d'accordo.." Rispose Vichy.
Nel sentire le loro parole, il panico svanì e sulle mie labbra tornò il sorriso.
"Dio... come farei senza di voi?"
"Lo sappiamo!" Dissero insieme.
Scoppiai a ridere.
"Adesso vestiti, e mi raccomando dopo scrivici subito ok? Altrimenti verremo a casa tua nel bel mezzo della notte."
"Certo capo!" Risposi ad Emma con un cenno da militare.
Chiusi la chiamata e andai dritta verso il bagno per rinfrescarmi un po' il viso.
Guardai la mia immagine riflessa e decisi di applicare un po' di mascara per far risaltare le mie iridi verdi.
Dopo di che, mi avviai al guardaroba e meditai velocemente su cosa poter indossare.
Ripensai alle parole di Emma, e decisi di mettere un paio di jeans neri skinny con sopra un maglione bianco di lana a collo alto.
Infilai i miei soliti stivaletti con un po' di tacco e afferrai il piumino più pesante che avevo.
Quella sera la temperatura sarebbe scesa sotto allo zero, e non avevo per niente voglia di prendermi l'influenza.
Alle nove in punto, Harley si presentò in camera mia col guinzaglio in bocca.
Non potei fare a meno di ridere, ormai ero abituata a vederla così, ma era comunque la cosa più buffa che avessi mai visto.
Andai velocemente in camera dei miei genitori per avvisarli che sarei uscita.
"Mamma vado al parco va bene?" Dissi con un sorriso ebete stampato in faccia.
Non ero mai stata brava a nascondere le cose.
Mia madre mi guardò e annuì sorridendo.
"A che ora torni cucciola?" Chiese mio padre uscendo dal bagno.
"Ehm .. non lo so, però non ho intenzione di fare troppo tardi!" Dissi abbracciandolo.
"Va bene, fa attenzione." Rispose sorridendo.
"Come sempre! E poi Harley sarà con me, è difficile che qualcuno si avvicini."
"Stai bene tesoro? Mi sembri un po' su di giri!" Chiese sospettoso, notando la mia espressione sognante.
Lanciai un'occhiata a mia madre, chiedendole con lo sguardo cosa potessi dirgli, e mio padre per mia sfortuna se ne accorse.
"Che cosa mi state nascondendo voi due?"
"Ehm.. te lo racconto domani va bene? Ora devo scappare!" Dissi dandogli un bacio sulla guancia, e poi mi avviai di corsa verso la porta.

Il parco era a due passi da casa mia, e una volta arrivata entrai nel recinto per cani e sganciai Harley, che iniziò a correre e a giocare coi rami che trovava in giro.
Mi guardai in giro; Mauro non era ancora arrivato, così mi sedetti sulla mia solita panchina e ascoltai un po' di musica per calmare i nervi.
Ero talmente assorta nei miei pensieri, che saltai quasi in aria per lo spavento quando due mani mi pizzicarono i fianchi.
Tolsi subito e le cuffie e mi voltai, notando Mauro che rideva fino alle lacrime.
Mi portai una mano al petto, per il mancato infarto che mi aveva fatto prendere.
"Oggi ti diverti proprio a spaventarmi vero?" Dissi lasciandomi trasportare dalla sua risata.
"Come faccio a non divertirmi se ci caschi sempre?" Rispose a fatica.
Alzai gli occhi al cielo e gli diedi un colpetto sul braccio.
"Non ti sopporto!" Dissi fingendomi arrabbiata.
Mauro smise di ridere e sulle sue labbra comparve il sorriso più bello che avessi mai visto.
Dio...
Il mio battito cardiaco cominciò ad accelerare.
"Non è vero..." rispose in un sussurro.
Mi guardò intensamente per diversi secondi, e poi come una stupida tornai a osservare Harley.
"Come è andata la giornata, vicina?" Chiese dolcemente sedendosi sulla panchina.
"Mmm .. è stata inutile e noiosa, e la tua?" Risposi prendendo posto di fianco a lui.
Mauro emise una risatina.
"Faticosa e complicata" rispose guardando i nostri cuccioli giocare.
C'era qualcosa di strano nel suo sguardo, come se fosse celato da un velo di tristezza; lo stesso che avevo visto anche stamattina.
"Stai bene?" Chiesi preoccupata.
Mauro fece un lungo sospiro, poi si voltò verso di me e mi sorrise.
"Si è solo che ... ho molte cose per la testa, tutto qui."
"Okay.. ma se hai bisogno di parlare con qualcuno, in qualsiasi momento ci sono va bene? Sono brava ad ascoltare." Risposi sorridendo.
"Già... l'avevo capito.." Rispose spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Non appena le sue dita sfiorarono la mia pelle, rabbrividii e un esercito di farfalle esplose nel mio stomaco.
Restammo così per un tempo che mi parve infinito, finché la pallina con cui stavano giocando Coco e Harley gli finì addosso.
Scoppiai a ridere nel vedere la sua espressione spaventata.
"Molto divertente vero?" Disse infastidito.
"Scusa è che.. dovevi vedere la tua faccia!" Risposi non riuscendo a trattenere le lacrime.
"Ah si eh ?" Mauro mi guardava con una strana espressione, come se volesse fare qualcosa da un momento all'altro.
Oh no..
Capendo subito le sue intenzioni, mi alzai velocemente dalla panchina e iniziai a correre.
Ma non andai molto lontano, Mauro era un calciatore ed era famoso anche per la sua capacità straordinaria di andare come un razzo.
In un attimo mi afferrò da dietro, e mi fece voltare.
Tutti e due cominciammo a ridere ancora di più, quando mi sollevò e mi caricò sulle sue spalle come se fossi stata una specie di sacco.
"E adesso che fai?"
"Mettimi giù!" Urlai ridendo.
"Prima mi devi chiedere scusa!" Rispose offeso.
"Ti prego Mauro!" Dissi continuando a dimenarmi.
Dato che le mie scuse non arrivavano iniziò a correre e girare in tondo.
"No, no, no, no!! E va bene scusami!"
"Cosa? Non ti sento bene! Cosa hai detto?" Disse continuando a farmi girare la testa.
"Ti chiedo scusa!! Ti prego mettimi giù!" Risposi implorandolo.
Una volta a terra però, iniziò a girare tutto ancora di più, così persi l'equilibrio e caddi a terra.
Nel farlo però mi aggrappai a lui e lo trascinai giù con me.
Ci mancava quasi il respiro da quanto stessimo ridendo; non mi divertivo così da tanto, e non avrei mai pensato di poter essere così felice proprio con lui.
Quando riaprii gli occhi, notai che Mauro era finito sopra di me, e le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie.
In un attimo le nostre risate si spensero, e nel completo silenzio di quella serata si sentivano solo i nostri battiti del cuore.
La sua mano mi spostò ancora volta i capelli che mi erano finiti sul viso.
"Lo sai..? Sei la prima persona che è riuscita a farmi ridere in questo modo, da tantissimo tempo.." Disse dolcemente.
Gli sorrisi, e le farfalle si ripresentarono nella mia pancia.
"Beh... vale lo stesso per me" Risposi in un sussurro.
I suoi occhi incrociarono di nuovo i miei, e il suo viso si avvicinò sempre di più al mio.
Ma anche stavolta, la magia si spense per colpa del suo cellulare.
Non appena lessi il nome sul display, il mio cuore perse un battito.

" It's always been you " Mauro Icardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora