100 Challenge (Doctor Who)

11. Name

Avvertimenti:
- Danny Pink aka "Come molte altre creature di Steven Moffat meritava di meglio"
- AU/Missing moment, non ne sono sicura
- Eleven!Doctor

Danny Pink, professore di matematica, quella mattina voleva semplicemente prepararsi in orario per scuola.

Stava finendo di radersi quando suonarono alla porta.

Controllò l'orologio al suo polso: era in perfetto orario, non poteva perdere nemmeno un secondo.

Finì e si asciugò la faccia, mentre il campanello continuava insistentemente a suonare.

"Arrivo! Arrivo! Dannazione!"

Inciampò nel mobiletto del bagno.
Sbattè il mignolo contro la porta, ma raggiunse la porta tutto intero, su per giù.

Davanti a lui c'era un ragazzino con la faccia ridicola, un sorriso gigante, le orecchie leggermente a sventola e un mento enorme.

"Salve!" Esclamò, agitando la mano come un bambino.

"Salve..." ripeté Danny, sperando che spiegasse che diavolo facesse lì "Lei è..."

"Non è importante. Mh... È lei Danny Pink? Ha chiamato per l'assistenza..."

"Oh, dannazione, certo, il computer!" Si sbattè il palmo della mano sulla fronte "Ma è stato quasi due settimane fa" si ricordò.

"Già, il tempo! Che bubbola palla di complicate... Lasci perdere" il ragazzino si intrufolò velocemente nell'appartamento "Dov'è questo computer?"

Danny non fece troppe storie e gli mostrò il portatile, sul tavolo della colazione. Era lì da quasi un mese, inutilizzabile.

"Ha provato a metterlo in carica?" Domandò il giovane, terribilmente serio.

"Ovvio, l'ho lasciato due notti ed è sempre morto..."

"Mh"

Il moro si sedette al tavolo e provò ad accendere il portatile in modo convenzionale.

Vedendo che non portava a nessun risultato, provò a spingere vari tasti, ma Danny era abbastanza sicuro che lo stesse facendo a casaccio.

"Posso chiedere come ha avuto il mio numero?"

"Era nei numeri di emergenza della mia ragazza. Assistenza tecnica"

"Già, già..."

Rigirò il computer e tirò fuori dalla tasca della sua giacca uno strano aggeggio. Sembrava una torcia.

Ora che Danny ci faceva caso, quel tipo era bizzarro anche nell'abbigliamento.

Sembrava uscito da uno romanzo del 1800, con quel ridicolo farfallino in tinta con il completo.

Che razza di assistenza tecnica manda certo personaggi?

"Posso sapere come si chiama la sua ragazza? Probabilmente è... già nostra cliente"

Passò quella strana torcia sul retro del computer poi aprì il vano batteria senza usare un cacciavite.

"Oh... come? Si, certo. Clara, Clara Oswald. Lei invece..."

"Clara!" Esclamò l'altro, sorridendo "Clara, Clara, Clara!" Ripeté, controllando la batteria.

"La conosce?"

"La batteria è fallata... non è quella originale!"

"Si,beh... quella ha avuto..."

"Non mi interessa, deve cambiarla!"

Il ragazzo sistemò il computer in ordine e si rialzò.

"Beh, qui ho finito. È stato un piacere!"

"Non dovrei pagarla?" Domandò Danny, seguendolo all'ingresso.

Il giovane rimase in silenzio prima di rispondere.

"Per gli amici di Clara, questo e altro"

"Sono il suo ragazzo" specificò con un sorriso tirato.

"Quello che è. Ora vado"

"Ma potrei sapere almeno il suo nome? Se conosce Clara..."

Danny fece un passo di troppo, tentando di fermarlo.

Il giovane sconosciuto sbattè la porta alle proprie spalle e il piede di Danny, scalzo, quello a cui si era già fatto male poco prima al mignolo, rimase tra lo stipite e la porta.

Danny evitò di urlare ficcandosi una mano tra i denti e stringendo più che poteva.

Riprese l'auto controllo con un profondo respiro.

Poi urlò i peggiori insulti che aveva imparato nell'esercito e fu come scaricare lo stress di una vita tutto insieme.

Non era poi tanto grave, così che una volta vestito di tutta fretta andò ugualmente a scuola.

Cominciava lezione la terza ora, ma aveva cose da sbrigare fin da subito.

Tra queste cose, una portava il nome di Clara Oswald.

La trovò, banalmente, nella sua classe. Bussò per palesare la sua presenza.

"Ciao..."

"Ehi! Come stai?"

[...]

"Come mai sei diventato così saggio?"

"Esattamente come tutti. Ho avuto una brutta giornata"