77. Ink

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Avvertimenti vari:
- 4thDoctorxRomana
- School!Au
- No spoiler, quanto sono brava.
- Soulmate!Au; se ti disegni qualcosa sulla pelle, appare anche su quella dell'anima gemella
- 707 parole

Per essere solo Maggio, faceva già un caldo del diavolo. La scuola era quasi finita e già ci si preoccupava poco dei compiti e molto dell'ultimo ballo.

- Quindi, lo inviterai?

Tom era seduto al solito tavolo della mensa con il suo migliore amico, ma non aveva affatto fame ed era invece concentrato su ben altro.

Indossava una vecchia maglia da calcio della squadra che tifava suo fratello quando ancora vivevano assieme; in effetti gli stava un po' strettina.

Comunque aveva tirato su le maniche fino alle spalle per poter riempire le braccie di scarabocchi con un pennarello nero.

- Dai per scontato che sia un lui e comunque se continui così ti verrà qualche intossicazione...

A prima vista non si trovava una giustificazione al fatto che un tipo come Harry frequentasse un tipo come Tom.

Era il classico tipo di nerd con i vestiti troppo curati, i capelli troppo pettinati e gli occhiali sempre puliti.

Gli occhiali di Tom erano invece incastrati nella sua chioma indominata di capelli ricci; lui avrebbe detto che lo faceva perché così il disegno veniva più artistico, ma la realtà era che le lenti erano talmente sporchi che vedeva meglio senza.

- Beh, lo spero per te; la parte del lui, intendo. Perché se è davvero una ragazza, dovresti quanto meno risponderle, no? Altrimenti diventa una furia e non sarò lì a salvarti. Vuoi?

Finì un bocciolo di rosa che sbucava fuori da alcuni mattoni, indicando la stellina di penna glitter sul pollice dell'altro.

- Avvelenati pure, grazie. Io tengo alla salute. - sbottò, allontando da sé il pennarello.

- Come vuoi - e Tom riprese poco lontano dove aveva finito e iniziò a scrivere una citazione dall'ultimo libro che aveva letto.

- Hai intenzione di colorare tutto il braccio?

- Stai sviando il discorso del ballo - fece notare senza alzare lo sguardo - Comunque sì. La mia anima gemella non vuol neppure dirmi come si chiama perché, e cito testualmente, "non credo che le anime gemelle siano una regola ferrea e indiscutibile. Mi innamorerò di chi voglio. E smettila di chiedermi di venire al tuo ballo scolastico: non accetterei neanche se riempissi tutto il tuo corpo di disegni."

Indicò un paio di righe sbavate sull'altro braccio, intorno alle quali iniziò a disegnare stelle e pianeti.

- E lei non sapeva che sei un artista mancato affetto da horror vacui.

- Già.

- Cavoli. Si è cacciata nei guai.

- Lo penso anch'io.

Sul palmo della mano di Tom apparve una scritta in blu: "Apprezzo la citazione di Jean Michel Guenassia, ma smettila".

Tom ridacchiò e iniziò a disegnare sul palmo della mano, sperando che fosse abbastanza come risposta.

- Tom, smettila. La farai impazzire! - lo bacchettò Harry, con la testa appoggiata a una mano, ma un sorriso divertito stampato in faccia.

"Smettila" apparve in piccolo tra i ghirigori barocchi.

"Ballo" fu l'unica risposta scritta che Tom le regalò.

"No"

Intanto sulla guancia di Harry apparve una riga di biro, come se fosse stata fatta all'improvviso.

Tom se ne accorse e rimase a fissare l'amico confuso.

- Che succede? - chiese quello.

- Hai qualcosa sulla faccia - rispose Tom e senza motivo si guardò intorno e in tavolo vicino stava accadendo qualcosa che, se gliel'avessero raccontanto, non ci avrebbe creduto.

Ma stava accadendo davanti a lui, quindi credette.

A un tavolo poco lontano, erano seduta due ragazze. Quella dall'aria più tranquilla e disponibile stava sbuffando sonoramente, mentre l'altra, dall'aria più antipatica e una biro blu ancora sistemata dietro l'orecchio, provava a toglierle un segno di biro sulla guancia con una salvietta.

- Scusami Sarah, mi dispiace, ma questo tipo non mi da pace.

- Lo capisco. Il mio non si degna neanche di rispondere, comunque potevi evitare di agitare così quella penna! Potevi acceccarmi, Romana!

- Scusa, scusa...

E per sbaglio, o per un mirabile colpo di fortuna, si voltò verso Tom, che aveva notato solo in quel momento le sue braccia che non erano coperte dalla maglietta dei Rolling Stones; erano pieni di disegni, tutti neri, e non era molto lontana, quindi riuscì a distinguere un fiore che sbocciava da un muro di mattoni.

Vide anche chiaramente, le sue labbra sillabare: "Oh, no"

Harry era troppo impegnato a fissare sta il confuso, l'estasiato, il terrorrizzato e il sorpreso quell'altra ragazza dall'aria gentile, e non vide l'amico sillabare di rimando:

- Oh, sì!

100 Challenge (Doctor Who)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora