83. Risk

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Avvertimenti vari:
- Nine!Doctor
- Spoiler fino al finale della prima stagione
- RosexDoctor
- Scritto post-ripassone brutto brutto della prima stagione

P.s. Caro Christopher, manchi un sacco

Forse non avevano avuto giornate peggiori.

Beh, certo, quella volta a Justicia...

Comunque sia, era stata davvero una giornata terribile.

Escluse le solite corse, a cui ormai entrambi erano abituati, lo stress e la paura non erano mai stati tanto immani.

Per un secondo, persino il Dottore, detentore di tutta quella poca speranza rimasta all'universo, aveva creduto che la sua vita sarebbe terminata lì, su quel pianeta esotico, senza alcuna possibilità di rigenerarsi.

Questo non l'aveva spaventato, quanto invece la possibilità che anche Rose, con lui, facesse la medesima fine o comunque che ci fossero buone probabilità che sarebbe rimasta da sola con il Tardis, senza sapere come tornare a casa.

In un modo o nell'altro, comunque, erano sopravvissuti ancora una volta e ora, al sicuro nel Vortice del Tempo, non potevano far altro che riposarsi.

O quanto meno, Rose si riposò.

La ragazza era talmente stanca dall'ultima fuga dalla morte, non si curò di arrivare alla sua stanza, nonostante l'impegno del Dottore e del Tardis per renderla il più accogliente e terrestre possibile.

Si sedette su uno di quei sedili nella stanza della console, troppo lontani per usare i comandi da seduti.

Un secondo, mentre il Dottore controllava di aver inserito con attenzione le coordinate e che la sua macchina le seguisse ubbidientemente, e la ragazza si era addormentata.

Osservandola in silenzio, rannicchiata su un fianco, il Dottore non poté pensare a quanti rischi continuava a farle correre, spesso senza neppure rendersene conto, fino a quando non era troppo tardi.

Forse avrebbe dovuto smettere una volta per tutte di fare entrare primati nella sua cabina, eppure...

Lei era lei.

Cercò il pulsante di avvio tra i vari comandi, perché l'universo solo sa quando lo aveva usato l'ultima volta.

Quando finalmente lo indovinò, dopo aver acceso e spento le luci due volte e rischiato di uscire troppo presto dal Vortice, vide una piccola lucina rossa lampeggiare.

Il Tardis lo stava registrando e si sentiva un po' come un maldestro neo-politico, poco usuale alle telecamere.

Si sistemò ritto sul posto e pensò di apparire più tranquillo che mai: stava registrando un programma di emergenza, non un holo-vlog.

- Questo è il programma di emergenza uno.

Meglio essere concisi e chiari, fin da subito.

Mentre cercava le altre parole, per un'occasione così catastrofica, si ritrovò a sorridere.

Eccolo che come al solito pensava alla morte, alla sua morte.

L'agogniava tanto, ma ad ogni occasione scappava lontano, verso la vita.

Era più un suicida o un codardo? Difficile dirlo: sicuro era un idiota.

- Ascoltami Rose - e per un solo attimo ascoltò come quel nome rimbombare nel silenzio della stanza; lo adorava e la adorava. - È importante.

Lei era importante.

- Se questo messaggio si è attivato, allora significa una cosa sola: siamo tutti in pericolo, e intendo letale. - rise piano, per non svegliarla - E finalmente, aggiungerei! Oh, sono così vecchio, mi servirebbe proprio un po' di riposo... eterno riposo... Dicevamo? Oh, sì! Sono morto o sto per morire da un momento all'altro - non ho via di scampo - ma non importa, spero sia una buona morte.

E rise ancora, sempre piano, mentre Rose si raggomitolava con uno sbuffo nella sua giacca rossa.

Probabilmente il suo giaciglio non era così comodo com'era sembrato appena addormentata.

- Che poi a chi importa? Se solo avessi il coraggio... una morte vale l'altra, basta che sia degna di questo nome!

Sospirò, abbassò per un secondo gli occhi e ritornò al suo discorso.

- Ma ho promesso di badare a te ed è quello che sto facendo: il Tardis ti sta portando indietro.

Rose sussultò nel sonno, come se l'avesse invece davvero sentito e il Dottore, da parte sua, apprezzò la puntualità.

- Scommetto che ti stai agitando e brontolando. Come adesso. Oh, diamine, sei così bella. Credo di essermi innamorato. È tipico.

Scrollò la testa: avrebbe dovuto concentrarsi sul momento o fare quella registrazione un'altra volta.

- Ora ascolta quello che devo dirti. Si, ascoltami: non fare come tuo solito, non essere testarda, per favore - e quel tono supplichevole da dove era uscito? - Il Tardis non potrà tornare a prendermi: il programma di emergenza uno significa che sto affrontando un nemico che non dovrà mettere le mani su questa macchina.
Allora, ecco cosa devi fare: lascia morire il Tardis.

L'astronave sussultò con dissaccordo, ma come al solito il Signore del Tempo non ci fece caso, come sempre.

- Fa accumulare la polvere su questa vecchia cabina.
Nessuno potrà aprirla e nessuno la noterà.
Lascia che diventi una buffa e dimenticata cosa all'angolo di una strada; nel corso degli anni, il mondo progredirà e la cabina verrà sepolta...

La cabina subì un forte scossone, quasi a farlo apposta.

Il Dottore rimase in piedi e controllò alla sua sinistra: Rose dormiva ancora come se niente fosse successo.

- Smettila di essere così rognosa. Cos'altro dovrei fare? Lasciarti a lei? Lasciare l'universo a lei e a Ricky?

Scosse la testa, ridendo a una battuta che aveva capito solo lui.

- Si, vale la pena perdere per sempre entrambi gli ultimi figli di Gallifrey, se lei si può salvare, se lei può vivere al sicuro. Il rischio esiste e non posso permettere che lei vaghi nell'ignoto senza di me - spiega, pazientemente.

Il Tardis sospirò profondamente, imitando quasi un mugugno interrogativo.

- Cosa? No, non sono egoista. Non mi conosci più? Piuttosto, dov'ero rimasto? Ah, ecco... Se vuoi farmi felice, dovrai fare una cosa sola, solo una, un'unica cosa. Non credo sia tanto. Ho poche pretese, mi conosci. Mi bastano le stelle per essere felice. Mi basta vederti entusiasta davanti ad una nuova galassia per toccare il cielo con un dito. Mi basta vederti con lui per chiudermi nel Tardis e aspettarti nel silenzio.

E così si voltò verso di lei, che sorrideva per chissà quale immagine onirica.

- Una cosa, Rose. Una sola, se davvero per te sono qualcosa di più che un taxista d'oltre universo... - e dicendo questo fece il miglior sorriso che quella faccia poteva regarle - Vivi la tua vita, fallo per me, Rose, io ti auguro una vita fantastica e piena di amore. Ti auguro tutto quello che ho perso, Rose, perché ti amo

Voltandosi nuovamente verso la console, spense la registrazione.

- Taglia i pezzi superflui o quelli che non voglio che senta

Grazie al collegamento telepatico che aveva con il suo pazzo Signore del Tempo, quella mansione per il Tardis era poco più che un gioco da ragazzi, ma, per sicurezza, lo chiese ugualmente.

- Si, anche quella parte. Soprattutto quella.

Così tornò a Rose. Pensandoci, avrebbe voluto portarla in camera, così che al risveglio non avrebbe inveito verso chissà che cosa per un terribile torcicollo.

Un secondo di più, e capì che avrebbe potuto svegliarla e certo era l'ultima volta che voleva fare.

Così la lasciò lì, la coprì con la sua giacca di pelle e se ne andò per i corridoi del Tardis, fischiettando una ballata persa nella memoria dell'universo.

- Anch'io, Dottore. Anch'io

100 Challenge (Doctor Who)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora