3.

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Eleonora era seduta a gambe incrociate al centro del suo letto, lo sguardo rivolto verso il cellulare di fronte a lei.

Erano passati giorni da quando la sua migliore amica aveva rinunciato a contattarla, dato che da parte di Eleonora non c’era stato che silenzio.

Sapeva di essersi comportata da stronza, ma le faceva male pensare che lei fosse lì, in Italia, a casa con i loro amici mentre a lei era stato portato via tutto.

Sospirò ansiosamente, senza cambiare posizione.

“Eleon-“ la madre entrò nella sua camera senza bussare, ma si bloccò osservando stranita quello in cui la figlia era impegnata.

Spostò più volte lo sguardo dal cellulare alla figlia, che la ignorò,  prima di chiudere silenziosamente la porta borbottando un: “Non ne voglio sapere niente.”

Eleonora si morse il labbro inferiore e emise un mugolio frustrato.

“Tutto questo è ridicolo” affermò poi e colta dall’impeto del momento, digitò il numero della sua migliore amica, che sapeva a memoria.

Tuut.

Eleonora sbuffò tremolante.

Tuut.

Quel suono la innervosì ancor di più. Cominciò a torturare il bordo della sua maglietta color cioccolato.

Tuut.

Stava per riattaccare, quando la sua migliore amica rispose.

“…Pronto?” disse esitante.

“Ehi” mormorò Eleonora.

“Ciao.” 

“Mi dispiace” sospirò prendendosi la testa tra le mani.

“Lo so.”

“Mi manchi” confessò Eleonora.

“So anche questo.”

Seguì una piccola pausa.

“Non hai intenzione di dirmi niente?” provò allora Eleonora, col timore di aver mandato tutto a puttane quella volta.

La sua migliore amica sospirò profondamente prima di rispondere.

“Non so cosa aggiungere. Anche tu mi manchi. E ti capisco. E se te lo stessi chiedendo, sì, sei perdonata per avermi ignorato” la rincuorò.

Chi hai conosciuto?” le chiese poi, facendo rimanere Eleonora sbigottita.

“Come fai-“

Deve essere successo qualcosa di importante dato che hai trovato il coraggio di chiamarmi” gongolò la sua migliore amica, che conosceva Eleonora fin troppo bene.

“Si chiama George” ammise alla fine Eleonora.

“Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!” trillò la voce dall’altra parte. Quella reazione strappò una risatina alla ragazza.

“E a dirla tutta sono anche in ritardo. Sai, dobbiamo veder-“

Uscite già insieme? Wohoo, qualcuno qui ha fatto colpo eh!”

“Non usciamo insieme!” Eleonora quasi urlò, sgranando gli occhi e arrossendo lievemente.

Beh, non farlo aspettare. Anzi, chiamami quando torni a casa, voglio i dettagli!”

Eleonora scosse la testa divertita e dopo averla rassicurata che avrebbe fatto tutto ciò, chiuse la chiamata e si ritrovò con un peso in meno sul cuore.

Un altro giorno senza te. - [G.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora