6.

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George sospirò. L’unico rumore che riempiva la casa era il ticchettio dell’orologio appeso alla parete. Eleonora era braccia conserte, lo sguardo fisso nel vuoto.

George sospirò.

Tic tac.

George sospirò.

“Hai finito?” gli chiese Eleonora alterata.

George sospirò un ultima volta. “Sì. Non ti senti nemmeno un po’ in colpa?” chiese indicando con un cenno del capo la porta appena sbattuta.

Eleonora sbuffò e si alzò di malavoglia dal divano mugugnando qualcosa tipo: “Inglesini perfettini fissati con le buone maniere.” Ma George non sentì bene.

La ragazza aprì nuovamente la porta di casa, un guizzo di speranza attraversò gli occhi scuri di JJ, che ancora attendeva fuori.

Eleonora non gli rivolse neanche uno sguardo. Bensì, si chinò per raccogliere la rivista e rientrò in casa.

“Fatto” disse a George che la fissava stupefatto.

Una ragazza come Eleonora…Quel ragazzo doveva sicuramente averle fatto qualcosa di orribile per scatenare una simile reazione da parte sua.

I suoi pensieri furono interrotti dagli ennesimi colpi alla porta.

“Rain?” chiese George corrugato quando la vide bloccarsi per un secondo.

“No, no Rain!” si alzò di scatto dal divano e la afferrò da dietro quando vide che la ragazza era partita nuovamente a passo di carica con la rivista stretta tra le mani.

“Dai Nora, aprimi! Ho fatto un lungo viaggio per venire qui!” La voce di JJ arrivò sfumata alle orecchie di Eleonora. Un po’ perché veniva da dietro la porta e un po’ perché sentiva di star perdendo le forze.

L’arrivo di JJ non aveva fatto altro che peggiorare la sua condizione di malattia.

“Ehi, ehi” sussurrò con dolcezza George all’orecchio della mora quando se la sentì quasi svenire tra le braccia.

Le tolse la rivista di mano, che lanciò su un mobile lì vicino e la prese tra le sue braccia a mo’ di sposa.

La portò al piano superiore, in camera sua, dove sarebbe stata più tranquilla.

“Stai qui okay? Me ne occupo io. “ George si premurò di rimboccarle le coperte e Eleonora si affievolì.

“Okay.”

“Okay” ripetette George. Sorrisero entrambi.

Poi scese i gradini a due a due e aprì di slancio la porta.

L’unico motivo per cui non aveva ancora cacciato via quel ragazzo a suon di pugni, e sì, lo avrebbe fatto data la reazione che aveva avuto Rain, la sua Rain, alla sua vista era perché era fin troppo educato.

“Spostati” disse arrogante JJ cercando di sorpassarlo per entrare in casa.

George caricò la mano sul suo petto e lo spinse indietro, facendo cadere a terra lo zaino che teneva in spalla.

“Tu non vai da nessuna parte” gli ordinò con un tono che non sapeva di possedere.

JJ inarcò le sopracciglia e socchiuse le labbra.

“Devo parlare con Nor…Eleonora” disse in tono duro.

“Non quando ci sono io.”

Stanco e scocciato dalla situazione, JJ decise di fare retromarcia. Raccolse lo zaino e dopo aver mandato un’ultima occhiata di fuoco e George fece per andarsene. Per quella notte, decise, si sarebbe dovuto accontentare di stare in hotel.

Un altro giorno senza te. - [G.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora