Capitolo 2

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Apro gli occhi e mi trovo davanti un uomo robusto, spettinato, gli occhi stanchi, l’alito puzzolente. Ha un sorriso minaccioso. “Ciao” mi dice ammiccando, con la stessa voce roca che ho sentito prima.
Vorrei gridare ma dalla mia bocca non esce alcun suono, la testa mi sta per esplodere. L’uomo si avvicina ancora di più, costringendomi a voltarmi dall’altra parte per non sentire quella puzza di alcool provenire da lui, abbassa le mani e mi sfiora il vestito, la scollatura. Questa volta riesco ad urlare, sperando disperatamente che qualcuno che mi senta venga ad aiutarmi.
Cerco di spostare quest’ubriacone, ma è più forte di me e non lo allontano neanche di un centimetro.
Scorgo due persone camminare indifferenti, e imploro gridando di aiutarmi. L’uomo che mi tiene contro il muro sembra non essersene neanche accorto, e mentre cerca di levarmi l’abito, continua a sorridere maliziosamente, da far paura. Non voglio che questo succeda, non voglia le mani sudicie di questo pazzo sul mio corpo, voglio che si fermi subito, voglio tornare a casa.
Uno dei due uomini in strada si ferma e guarda dalla mia direzione, e dopo qualche minuto di riflessione si avvicina lentamente, senza far rumore, ma poi si allontana. Ecco, se n’è andato.
Mi copro la faccia con le mani, rassegnata, ma all’improvviso l’uomo davanti a me si ferma. Apro gli occhi e lo vedo in terra, stordito, e a fianco a lui un uomo con una tavola di legno in mano.
Ci guardiamo per qualche secondo senza dire niente, io ancora appoggiata alla parete, le gambe che tremano.
“Stai bene?” Ha una voce bella e tranquilla, gli occhi blu che continuano a guardarmi. Ha un cappello da pirata, i vestiti sporchi e strappati, e i capelli umidi che gli arrivano alle spalle.
“Si...si. Grazie…” aggiungo subito.
“Ti sei persa?” “Io… si. Ero nella piazza…”
“Vieni con noi, ti riportiamo là”.
Li guardo bene. Dovrei fidarmi? In fondo non lo conosco… ma mi ha aiutato, e non conosco nessuno qui, comunque.
“Dai forza!” mi incoraggia lui.
Gli sorrido, e lo seguo.
“Come ti chiami?” mi chiede mentre ci dirigiamo alla piazza.
“Catherine”
Sorride: “Piacere, io sono Scrum”.

Cuore di PirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora