La casa di carta - Il romanzo

Tutti pronti

Rio si limitò a ridacchiare silenziosamente e intervenne nuovamente Mosca per ripristinare l'ordine.

Mosca: "Ehi"

Denver: "Ho ragione io. Senti... Se un tipo bifolco con la pistola, si presenta con una maschera di topolino, la gente capisce subito che è matto, che farà una strage. E lo sai perché? Perché i bambini e le armi sono due cose che non devono MAI stare insieme.

Mosca: "Be, se la metti così è più pericoloso. No?"

Berlino: "Allora una maschera di Gesù farebbe ancora più paura no? E' ancora più innocente"

Mosca: "Be, per questo si dice -come un cristo con due pistole-"

Rio: "no, è -il santo con due pistole-"

Mosca: "Dai, è praticamente la stessa cosa"

Era ovvio che alla banda servivano delle donne. Le donne ci mettono ore per un paio di scarpe, ma un minuto per comprare una maschera da rapina.

Mosca scese dal furgone velocemente, non appena Oslo inchiodò con il piccolo ma spazioso veicolo. Con una mano teneva un enorme mitra e con l'altra faceva il resto.

Aspettammo un secondo e lasciammo Mosca li, in mezzo alla strada. Con un costume rosso e una maschera di un importante pittore spagnolo. Quante persone si vedono così? 

Noi tornammo nella villa, ci sistemammo, caricammo le ultime cose e tutto quello che avevamo programmato da mesi, con la fatica di tutti, si stava per realizzare. 

In quelle decine di secondi prima dell'inizio del grande colpo, mi vidi passare nella mente tutte le vite delle persone completamente innocenti che avremmo marchiato a fuoco. 

Come una vacca da latte.