Quando non so più da dove cominciare - A Mafia KiriBaku moment

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15/06/2018

Madotsukidisperatafancazzista presents

"Please take my hand forever"

A short KiriBaku songfic

"1920s America AU"

***

Nelle ultime ore nere di una notte qualunque a San Francisco, il palco del Junk Bebop odorava di tabacco e olio bruciato. Tra i boccheggi vaghi del basso, le ultime ballerine spiumate erano già sparite dietro i drappi rossi delle quinte per lasciar spazio a nuove luci soffuse, che ora avvolgevano col loro calore artificiale il volto e le spalle di un giovane cantante dagli occhi grandi come stelle. Dopo aver accarezzato la testa argentata del microfono, lo aveva tirato a sé: e con la profondità di un attacco in vibrato aveva fatto lo stesso con i musicisti, ombre vaghe come i sogni alle sue spalle, che riposavano in quell'ultima canzone d'amore prima dell'alba, consapevoli di condividerne il cuore, eppure ignari del reale significato di quelle parole.

" Break it through me gently"

I capelli rossi, sciolti e soffici, gli incorniciavano il viso sofferente. Con lo sguardo cercava tra i tavoli bianchi in disordine, i mozziconi dei sigari caduti, gli uomini addormentati tra bottiglie di alcolici, i candelabri tempestati di pietre colorate, i lampadari penzolanti nell'aria pregna di squallore, le pareti tappezzate di cornici con foto di tanti adorabili sconosciuti, vissuti troppo poco per essere ricordati. Come loro.

"So my tears... my tears won't fall too fast"

Ricordi sopiti tra gli scatti abbaglianti dei giornalisti perseguitavano il suo canto ad ogni glissato di pianoforte, pronto a spezzarsi sotto il peso di ogni titolo di giornale. Erano sulle sue tracce ormai da troppo tempo. Sapeva che presto l'avrebbero ritrovato, come le terze armoniose del coro che si levavano fino al soffitto, paradiso dei dannati. Giù al bancone, l'ultima bottiglia di Moonshine  finiva sotto la smorfia soddisfatta del biondo barman.

Non era più il tempo dei piaceri. Era quello della guerra.

"If you must go, then go slowly"

Ma cantando, non poteva fare a meno di constatare come tutte quelle volte in cui erano rimasti l'uno nelle braccia dell'altro, nel silenzio di uno squallido nascondiglio, forse sarebbero bastate a mettergli il cuore in pace. Anche se distante, lo cercava con la musica, il pensiero perpetuo dell'ultimo bacio che ultimo non sarebbe stato, perché lui non lo avrebbe mai permesso anche a costo di farsi ammazzare come un cane con un colpo di fucile. Ma sapeva bene in realtà che sarebbe morto da eguale: come uno sporco ingrato che aveva tradito la famiglia pur di assaporare il gusto di altre catene. Quelle d'amore.

"Let me love you to the last"

Catene che gli stringevano le braccia al letto, catene di cui non voleva liberarsi. Un altro figlio bastardo era scappato come lui, senza padre né patria, aveva fatto i soldi e ora ne era invischiato fino al collo, mentre ansimava desideroso sul suo collo e gli accarezzava le cosce aperte in attesa dello spasmo di gioia che gli avrebbe provocato. Erano quelli gli unici momenti in cui gli era permesso dimenticarsi dei loro personaggi, il capo e il fattorino nero, due facce della stessa moneta, due amanti inconsapevoli, due lupi di città da abbattere.

E allora ogni nota se la gustava fino in fondo, come se fosse stata la sua lingua nella parlata d'amore, palpitante tra i tocchi secchi del charleston, ancora decisa a percorrergli il costato. Lo aspettava e lo avrebbe aspettato ancora, mentre le voci morivano e le sedie si svuotavano. Pregava chiunque ci fosse in cielo, anche se forse non lo avrebbe mai perdonato per quei suoi sentimenti, di lasciare che quell'anima maledetta lo corrodesse anche all'inferno. Perché sapeva bene che quello era il posto in prima fila che spettava a entrambi. Ma se gli avessero offerto un letto e una bottiglia di whisky ogni volta che gli andava, né a lui né a Bakugou sarebbe dispiaciuto farsi a pezzi tra le lenzuola anche laggiù. Sì, non sarebbe stato niente male. Avrebbe fatto ancora più caldo.

"Love me just a little longer"

A quel desiderio, gli occhi si erano finalmente posati su di lui, una figura in nero comparsa come per magia all'ingresso, che ora stava appartata e mangiava ogni suo movimento con gli occhi, nascosti dal cappello inclinato sul suo capo. E allora Kirishima non si era lasciato divorare, ma aveva provocato con una risposta in La, offesa e affascinata, ancora più voglia di inseguirsi fino a che il futuro non li avrebbe destinati a finire le loro vite in un'afosa mattina di agosto, sotto gli spari sferrati dal vento della fine.

Era ancora amore quello che provava ora ed oltre.

Ancora le loro mani stringersi.

"Cause I'll never love again"

"Cause I'll never love again"

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...

Scritta di getto e per sfogo perché ho troppa roba da aggiornare e gli esami mi stanno seppellendo viva. Però anche il resto ritornerà, date tempo al "tempo"...

Già.

Spero... spero vi sia piaciuto (?). Cioè, sapete no, mafia... MHA... maialate...

Già.

YOKOHAMA CONTINUA! YOKOHAMA CONTINUA! YOKOHAMA CONTINUA!

YOKOHAMA CONTINUA! YOKOHAMA CONTINUA! YOKOHAMA CONTINUA!

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Vabbé dai, potete picchiarmi.

Good night people

Good night people

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-Madotsuki

MadoCheComunicaCose (2017-2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora