DEAD APPLE e il declino di Bungou Stray Dogs

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1/01/2020

Signore e signori, bentrovati.

Il tempo è giunto.

QUESTO E' IL CAPITOLO BRUTTO SU DEAD APPLE  CHE AVREI DOVUTO FARE UN ANNO E UN PAIO DI X MESI FA MA OKAY TAGGO SUBITO SUBITISSIMO LatSakunosukesin-honey

E' ora di prendere a botte l'anime del cuore e ridurlo malissimo. Ebbene sì, in questo capitolo parlerò male di Bungou, uno dei miei anime/manga preferiti (o almeno le prime due stagioni). Non solo del film, ma in generale della piega che ha preso tutto il franchise nell'ultimo anno e mezzo, precisamente dopo l'uscita di DEAD APPLE (giusto per concludere questo diario cor botto). E partiamo col primo fatto.

DEAD APPLE è stato la ROVINA.

Sì, non ci girerò attorno. E non è una cosa che penso solo io, se questo può confortare me e far innervosire ancora di più voi. Ma partiamo dal principio, parliamone di sto filmone.

Voglio cominciare con un dato di fatto inequivocabile, che se mi dite che non è così vi prendo a biscottate: ogni opera di intrattenimento viene creata allo scopo di guadagnarci qualcosa, sempre artisticamente e umanamente, su larga scala e anche a livello concreto (cioè soldi). Questo significa che ogni anime, un tipo di intrattenimento creato per tantissime persone, viene prodotto da uno studio di animazione (in questo caso la Bones, a.k.a. I Nostri Personaggi Sono Sexy e Ci Infoiano Abbestia) per avere un certo profitto economico, più precisamente un ricavo tra le spese dei costi di produzione (animazioni, suoni, musiche, doppiaggio, etc...) e il guadagno delle vendite complessive dell'opera, quelle della stessa o collaterali se all'interno di un franchise, il che ci porta inevitabilmente anche al merchandise se dipendente dallo studio stesso (che in questo caso è forse l'unica forza trainante della Mela, sia come simbolo che come unica protagonista e vittima senziente della storia).

Perché sto facendo tutto questo discorsone? Per due motivi: il primo è il rapporto tra la creatività personale e l'apprezzamento degli altri, cioè quel compromesso sempre presente tra il fare quel che si vuole nutrendosi di sé, e l'accontentare i gusti di più persone avendo potenzialmente di più in cambio; il secondo, collegato e più specifico alla nostra materia giappominkiosa, è la natura della conseguente scelta che degli autori o un gruppo di individui si ritrovano a fare quando, come in questo caso, bisogna creare una nuova storia nello spazio di un film, che rispetto a quello di una serie televisiva è ben più limitato. Insomma, giocare in difesa e farsi amare da tutti per il bene di un profitto immediato o rischiare e adattare mettendocisi di impegno con idee e materiali migliori anche se contrastanti?

La scelta presa, cioè accontentare a tutti i costi più fan respiranti possibili, è vergognosamente pigra e priva di inventiva non per l'idea in sé quanto per come è stata realizzata, vigliacca e mal posta, poco approfondita e persino bugiarda, non giustificabile come una mancanza di talenti ma semmai di audacia. Sì, mi sono sentita estremamente presa in giro da questo film. Ma mi chiarisco ancora meglio. DEAD APPLE non è un brutto film nel vero senso del termine. E' però sicuramente mediocre rispetto alla serie originale e non si lascia guardare più di un paio di volte, proprio perché la sua forza sta nell'hype che genera, ma che altrettanto presto si spegne. Non penso ci sia nulla di male in questo: ogni tanto ci vuole un film che non ci faccia pensare troppo, qualcosa di più leggero. Il problema è che c'è una bella differenza tra un film che mi fa passare una buona serata senza darmi grandi aspettative e uno che scena dopo scena mi bombarda di cose che ho già visto senza neanche la decenza di reinventarle (Dark Era e Odasaku messe UGUALI IDENTICHE per far piangere aggratis) e domande che non troveranno mai risposta se non in un "eh, ma perché faceva figo". Se è vero che la figaggine è un elemento di cui tutto Bungou Sai Doveteloficco è intriso (perché non mentiamoci, il sex appeal fa, eccome se fa), è anche vero che la storia canonica si regge in gran parte sull'elemento giallo (o per gli amici, mistery), sia nelle situazioni create che nelle caratteristiche di molti personaggi (voglio dire, Ranpo è un detective e Dazai ha l'intuito di una volpe giusto per fare degli "esempini"). In Dr. Dead Dapple l'investigazione è totalmente tranciata via per lasciare posto a un azione frenetica e mal scritta in una sterile battaglia a chi ha l'esplosione (e la dotazione di frames arrapanti) più grossa. Non parliamo poi della crescita emotiva dei personaggi, colonna portante di ogni buona di storia e di cui l'originario Bungou Serio Doggobello ha sempre saputo fare buon uso: qui se va bene resta ferma a zero, se no è cannata del tutto per la salvezza di un fanservice invasivo, ma soprattutto di scarsa qualità. Perché purtroppo è questo il punto: il troppo storpia, sempre e comunque, sopratutto se quel troppo è fanservice fatto male all'unico scopo di far gridare migliaia di ragazzine senza un minimo di filo logico con il mondo narrativo creato in precedenza. Piccola digressione: non ho nulla contro il fanservice, anzi! Il problema sorge quando dietro quel contentino per i fan non ha nulla di significativo dietro e non aggiunge nulla alla storia, ma addirittura la peggiora e la rende stucchevolmente votata alla ricerca costante di approvazione perché non ha altro di concreto da offrire.

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