Chapter 6

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Cammino per le strade trafficate di Londra. Non so dire esattamente come mi sento. Ho perso i miei genitori, la persona più importante della mia vita non mi rivolge la parola e io ho fatto una gran cazzata. Mi sono messa proprio in un bel guaio. Mi sento come se qualcuno avesse scavato nel mio petto. I sensi di colpa mi divorano, ma avevo bisogno di liberare la mente e di non pensare troppo ai miei problemi e in questo momento James è stata l'unica alternativa. Non ha nessuna colpa lui, anzi, è stato davvero gentile e cordiale nei miei confronti. Abbiamo preso un caffè e abbiamo chiacchierato del più e del meno. Non mi ha sfiorata neanche con un dito. Insomma non è come il resto della sua cerchia di amici. Ma sono stata io la stupida ad accettare. Diamine, sono fidanzata. Devo smetterla di agire d'impulso.

Mentre mi sto maledicendo mentalmente, d'impatto una mano mi tappa la bocca e l'altra i polsi. Mi dimeno con forza per liberarmi ma invano. Sussulto e il mio corpo trema inconsciamente. Non riesco a capire chi sia il mio aggressore, ma posso sentire il suo fiato sul collo.

"Io e te abbiamo qualcosa in sospeso" sussurra al mio orecchio quella voce che riesco a riconoscere essere di Niall. Dalla mia bocca escono lamenti e lui stringe ancora di più la presa su di me. Mi trascina fino a buttarmi nel sedile del passeggero della sua macchina. Cerco di aprire la portiera per poter fuggire ma è bloccata. Mi sale il panico e i miei respiri si fanno sempre più corti. Entra in macchina sbattendo la portiera. Mette in moto per poi accelerare a tutta velocità verso una meta a me sconosciuta.

"Dove mi stai portando?" queste sono le uniche parole che sono riuscita a dire. Isabella cazzo non te lo dirà mai. Penso tra me e me. Infatti non ricevo risposta.

Continuiamo il tragitto per altri venti minuti fino a quando non giungiamo di fronte una landa desolata. Il mio corpo continua a tremare, non riesco a muovermi. L'auto si spegne e veniamo travolti da un silenzio tombale, silenzio che accresce ancora di più la mia paura. Non c'è una casa, o un edificio a cui possa chiedere aiuto.

Il ragazzo seduto di fianco a me si volta con sguardo compiaciuto. Io lo guardo terrorizzata aspettando la sua prossima mossa. "che cosa vuoi?" Domando spaventata. "shh fa silenzio" mi zittisce portandosi un dito alla bocca. Viscidamente mi accarezza la guancia e io rispondo con uno scatto. Il suo viso si avvicina sempre di più al mio e la sua mano scende fino ai miei jeans. Ho il cuore in gola, una lacrima bagna il mio volto. La sua bocca tocca il mio collo lasciando piccoli baci. Ma non baci delicati, dolci come quelli di Luke. Baci di un ragazzo perfido, violento. Tento di scansarlo ma più ci provo, più afferra violentemente le mani nella mia carne, sbattendomi sul sedile. Sono spacciata.

Per fortuna la mia mente prende lucidità e con la mano mi avvicino alla maniglia della portiera, che spero sia sbloccata. Mi faccio coraggio e con tutta la forza gli sferro un calcio sull'addome facendolo sobbalzare all'indietro. Colgo quell'attimo per aprire la portiera, che non so grazie a quale dio, è aperta. Inizio a correre più veloce che posso.

Corri. Corri. Corri.

Le uniche parole fluttuanti nella mia testa. Ho paura a voltarmi. Non voglio sapere se mi sta raggiungendo . Voglio solo arrivare in un centro abitato per sentirmi al sicuro. Ho il cuore che mi esplode, sono affaticata , con il fiato pesante. Sembra quasi che mi manchi il respiro.

Ho perso la cognizione del tempo , non so che ore sono quando in lontananza noto degli edifici. Tiro fuori il mio cellulare per localizzare la posizione. Digito la via della mia casa e noto che non è molto distante. Riprendo a correre più veloce di prima.

Arrivo davanti casa. Mi gira tutto e non riesco a reggermi in piedi. A fatica raggiungo il portone e mi trascino dentro.

Sono salva.

A passo svelto mi fiondo in camera mia buttandomi a peso morto sul letto. Mi guardo intorno e la mia stanza è in completo disordine. Come il mio stato mentale. Abbraccio forte il mio cuscino affondandoci la testa e finendo in un lungo pianto liberatorio. Ripenso a quello che mi è appena successo e a tutta questa giornata che mi auguro volti al termine . Sono stata quasi stuprata. È questa l'esatta definizione. Se solo mio cugino Harry lo sapesse, in realtà non so quale sarebbe la sua reazione.

Tra mille pensieri mi si chiudono gli occhi e inconsciamente cado tra le braccia di Morfeo.

***

Eccola lì che suona di nuovo. Stramaledetta sveglia. Con un lamento la spengo e rimango a fissare il soffitto. Sblocco il mio cellulare e guardo che non ho nessuna notifica. Sbuffo e a passo lento mi trascino in bagno per preparami.

Esco di casa, e come le mattine precedenti mi metto in cammino. Sarei potuta rimanere a casa lo so, ma preferisco andare a scuola che sorbirmi tutte le domande di mia zia di prima mattina.

La musica risuona nelle mie orecchie e per fortuna questa mattina non c'è nessun biondo ad accompagnarmi. Ho già causato troppi problemi.

Giungo davanti scuola e in lontananza scorgo i miei amici, nonché Luke. Da lontano mi salutano e io accenno solo un sorriso. Poi sposto lo sguardo verso di lui, che non ricambia. A testa bassa raggiungo l'ingresso ed entro, lasciando interdetti i miei amici. Ogni mattina prima di entrare è fisso incontrarci davanti scuola. Ma adesso la situazione è abbastanza delicata.

Da dietro sento chiamare il mio nome. Di scatto mi giro e guardo che James mi sta venendo incontro. Quando mi raggiunge noto che ha uno sguardo.. desolato? "ascolta, non prenderla a male ma ecco..." si gratta la nuca, mostrando ancor di più i suoi muscoli. Li rivolgo uno sguardo interrogativo, inclinando la testa e incentivandolo a finire la frase. "forse l'uscita di ieri non è stata una buona idea. Non dovremmo più vederci" lo guardo scettica socchiudendo le labbra. "Niente di personale comunque" si giustifica , come se volesse rassicurarmi. "Ora devo andare, stammi bene " mi sorride dolcemente per poi toccarmi la spalla e sparire tra la folla, non lasciandomi ribattere.

Rimango lì immobile, con centinaia di studenti che percorrono i lunghi corridoi della scuola. L'universo non sta girando dalla mia parte e non capisco perché.

Beside You (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora