Non ero mai stata a bordo di un elicottero, quindi non sapevo che effetto mi avrebbe fatto volare, ma una volta in alto non avevo fatto caso a niente, mi ero solo messa a fissare Seattle illuminata. Quelle luci che diventavano minuscole sotto di noi.
Quando arrivammo in alto non c'era più nulla da vedere, solo un gran buio. Chissà come faceva Toby a sapere dove andare. Toby era il nostro pilota; un uomo sulla trentina, con dei folti capelli ricci e biondi. Moira si era unita a noi. «Non posso perdermi lo spettacolo», aveva detto. Io non mi ero opposta, non mi avrebbe dato fastidio. Di questo ero certa.
Mi sistemai le fastidiossime cuffie grigio topo che avevo sulle orecchie e mi voltai leggermente per vedere Ryan che mi stava già guardando. Sorrise. Io non ricambiai completamente, alzai lievemente l'angolo della bocca.
Avevo fatto fatica a camminare con le zeppe; fortuna che Ryan mi aveva sostenuta. Speravo solo di cavarmela con quei tacchi che mi aspettavano.
«Quanto dura il volo?» chiesi a nessuno in particolare.
Mi rispose Moira senza neanche guardarmi. «Meno di un'ora.»
Ero davvero impaziente. Poche ore mi separavano da Slow, quindi da mio fratello. Dalla vendetta per i miei genitori.
Presto tutto sarebbe finito.
«Carter», aprii gli occhi di scatto e vidi la nuca di Toby ma al contrario.
Mi mossi piano, e mi resi conto che non stavamo più volando ma eravamo ben posizionati al suolo.
Alzai lo sguardo e vidi Ryan. Ero appoggiata sulla sua spalla.
Mi rimisi subito dritta e mi guardai intorno.
«Siamo arrivati?» chiesi sbadigliando.
Ryan mi fissò con un sorriso beffardo sul viso.
«Benvenuta a Portland.»
Il cielo era tinto di arancione quando arrivammo all'albergo; alla fine avevamo optato per il Clifford Hotel.
Dopo essere atterrati, Toby era sparito per poi fare ritorno con una macchina a vetri scuri. La nostra prima tappa era stata la residenza di Sebastian Slow, e da lì avevamo girato in tondo, calcolando la distanza dalla villa a ogni hotel nelle vicinanze. Il Clifford Hotel era a soli dieci minuti di macchina.
Feci per scendere dall'auto ma Moira mi fermò. «Ehi, dove pensi di andare conciata così?»
Io la guardai. Ma conciata come? E va bene che non mi aveva mai vista vestita come una signora elegante ma non ero mica in mutande!
Si sfilò il foulard tricolore che aveva al collo e me lo porse. «Copri quei lividi con questo per ora, poi vedremo di coprirli con del trucco.»
Oh, ecco a cosa si riferiva. Avevo ancora i lividi sul collo che mi aveva lasciato quel coglione qualche sera fa. In verità non mi ero accorta subito di averli, ci avevo fatto caso solo mentre mi provavo il vestito. E Ryan non mi aveva avvertita.
Annuii e mi sistemai il foulard al collo.
Aprii lo sportello e vidi Ryan aspettarmi all'entrata. Avrei dovuto camminare da sola su quei dannati cosi!
Feci un respiro profondo e iniziai a camminare, il più disinvolta possibile. Salii le scale dell'hotel, e non feci una piega. Bene, per ora tutto bene, pensai.
«Cos'è quello?» chiese Ryan, con un lieve sorrisino, accennando al foulard.
«Lascia perdere», troncai il discorso e mi affrettai ad entrare.
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Revenge [ COMPLETA - DA REVISIONARE ]
Action" «Non me ne importa un cazzo. Per me, possono parlare fino a quando non scoppiano loro le corde vocali. Non sanno quanto io mi rompa il culo. Non lo faccio per me, ma per lui. Magari non è il modo migliore per aiutarlo, ma so fare questo. Rubo, se...