•Sea•

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Ricordo quando andammo per la prima volta a vedere il mare.
Eravamo già abbastanza grandi, io avevo appena undici anni mentre tu ne avevi oramai quindici.
Tu eri molto più grande di me eppure dicevi ti piacesse passare del tempo insieme a me, eri strano.
Ammetto che a volte quasi mi inquietavi, sembravi sempre triste e cupo, solo poche volte facevi vedere alle persone quello che eri veramente, perché ti nascondevi?

Il mare era così bello quel giorno, calmo e limpido, si poteva scorgere la sabbia sotto ad esso per quanto fosse trasparente e pulita l'acqua.
Non v'era nessuno quel giorno, il Mondo sembrava nostro ed io ero così felice...
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Il grigio si svegliò lentamente, era ancora stordito, aveva come l'impressione che qualcuno lo avesse colpito in testa.
Forse quando aveva perso i sensi aveva davvero battuto la testa per terra, adesso non ricordava molto, gli occhi stavano cominciando a schiudersi sempre di più, infastiditi da una fredda luce davanti a se.

Provò ad alzare il braccio ma il movimento venne bloccato da un rumore metallico fastidioso, il cigolio di una catena gli fece capire che fosse legato a quello che sembrava un freddo tavolo di pietra.

<<Finalmente, ti sei svegliato, Jiminie.>> ghignò qualcuno, era Jungkook, o meglio, quel demone maledetto.

<<C-cosa avete f-fatto a Yoongi..?>> chiese ingenuamente il ragazzo, il moro sorrise a quella domanda, <<Lo hai visto anche tu: Namjoon lo ha ucciso davanti ai tuoi fragili occhi.>> rispose, adesso ricordava tutto quello che fosse
successo prima del suo risveglio, non poteva essere vero...

<<L-lasciami andare!>> quasi urlò il grigio, con le lacrime agli occhi, il moro si avvicinò al suo viso e sorrise, <<Andare dove? Oramai sei solo Jimin, non c'è più nessuno pronto a salvarti!>> rispose il demone, toccando con un dito la fredda pelle di Jimin.

Jungkook si allontanò per qualche secondo mentre Jimin continuava a dimenarsi sempre di più, tentando di liberarsi da quelle catene maledette.
Venne distratto da alcuni leggeri ansimi, provenienti dalle sue spalle, girò leggermente la testa per scorgere di cosa si trattasse e rimase terrorizzato da quella vista:
il corpo inerme di Tae-hyung era accasciato a terra, anche lui legato a delle catene, ricoperto di ferite, sangue e sudore.
Poi quelle grandi ali dietro la sua schiena.

Non riuscì a proferir parola, dopo aver capito le brutali intenzioni di quel mostro.

Cominciò ad urlare a squarciagola, continuando a dimenarsi sempre di più, ma era tutto vano, nessuno poteva sentire quelle urla strazianti.

Il demone ritornò con in mano il pugnale che aveva ucciso sia Hoseok che Yoongi, era ancora sporco di sangue.

Dall'altro lato spuntò Namjoon, i due indossavano un camice sporco di rosso, sangue molto probabilmente.

<<Allontanatevi! Siete pazzi, ANDATE VIA!>> continuò ad urlare Jimin.

Jungkook si avvicinò al ragazzo piantandogli il pugnale in pieno petto.

La stanza continuava a riempirsi delle strazianti urla del ragazzo che continuarono fino alla sua morte, dopo svariate pugnalate al petto.

Alla fine, una lacrima blu scuro uscì da un occhio del grigio, blu come il mare di notte.

E mentre il suo incarnato diventava sempre più pallido, quella lacrima scendeva, fino a cadere sul freddo tavolo in pietra, adesso sporco anche del suo giovane ed innocente sangue.
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Ricordo quando andammo per la prima volta a vedere il mare.
Eravamo già abbastanza grandi, io avevo appena undici anni mentre tu ne avevi oramai quindici.
Tu eri molto più grande di me eppure dicevi ti piacesse passare del tempo insieme a me, eri strano.
Ammetto che a volte quasi mi inquietavi, sembravi sempre triste e cupo, solo poche volte facevi vedere alle persone quello che eri veramente, perché ti nascondevi?

Il mare era così bello quel giorno, calmo e limpido, si poteva scorgere la sabbia sotto ad esso per quanto era trasparente e pulita l'acqua.
Non v'era nessuno quel giorno, il Mondo sembrava solamente nostro ed io ero così felice...
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