ㅡ second chapter ❀

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jimin aveva bisogno di aiuto.
jimin aveva bisogno di yoongi.

yoongi scosse la testa e lasciò scivolare per l'ennesima volta quei torvi pensieri nel dimenticatoio della sua mente

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yoongi scosse la testa e lasciò scivolare per l'ennesima volta quei torvi pensieri nel dimenticatoio della sua mente. dopotutto jimin lo stava aspettando e non poteva farlo attendere ancora.

bussò ad una delle finestre del piano terra. pochi secondi dopo, con qualche scricchiolio e sibilo, la porta principale si aprì. yoongi salutò silenziosamente la signora park, che rispose con un sorriso un po' tirato.

« mio marito è uscito. jimin è in camera sua, penso ti stia aspettando. »

yoongi annuì e fece per salire la scala che portava nella stanzetta del suo amico.

« e, yoongi, grazie per essere tornato, ancora una volta. »

yoongi si girò verso la signora park e cercò di esibire il sorriso più rassicurante che riusciva a fare. alzo il pollice un po' imbarazzato e salì velocemente i gradini della scala.
arrivato davanti alla porta della stanza di jimin, bussò tre volte ed entrò.

la stanza era in disordine, come sempre. libri e fumetti erano sparsi sul pavimento, la lampada sulla scrivania era accesa e le rose nel contenitore di vetro sul davanzale della finestra erano appassite, i petali imbruniti sparsi ovunque. jimin era tranquillamente seduto sul suo letto, un gran sorriso stampato sul volto.

« ciao hyung! hai visto che bella serata? »

yoongi era abituato ai cambi d'umore di jimin, così cercò di sorridere e di comportarsi come se fosse tutto normale.

« sì jimin, l'aria punge un po' ma è pulita e tranquilla. adesso potresti dirmi come mai mi hai chiamato a quest'ora della notte? »

« mi sentivo solo. »

« quindi per questo? »

« e la mamma gridava. con tutti i rumori della notte, mi faceva paura. poi ho visto papà uscire in fretta dalla porta, qualche minuto fa. » indicò la finestra e sospirò, abbassando lo sguardo sulle sue gambe.

yoongi tacque. respirò profondamente e si sedette accanto a jimin. iniziò ad accarezzargli con la mano i capelli, ora neri.

« mi dispiace per chiamarti sempre così tardi, hyung. mi dispiace davvero tanto per averti svegliato anche stanotte. »

yoongi si girò verso di lui, smise di carezzargli i capelli e lo guardò negli occhi. quello era un discorso che jimin gli faceva ogni volta che lo chiamava.

« non preoccuparti, jimin-ah. non stavo neanche dormendo, e lo sai che non è un problema per me venire a farti compagnia. a qualsiasi orario. »

« mi dispiace darti sempre fastidio e scaricarti il mio cattivo umore addosso. »

« non dispiacerti e non scusarti. quando mi chiami sono solo felice di esserti utile. »

jimin taque, elaborando nella sua testa la risposta di yoongi. yoongi voleva essergli utile? e lui, chiamandolo e disturbandolo in quel modo, se ne approfittava? jimin aiutava yoongi aiutava come yoongi faceva con lui?

e lui, era utile a yoongi?

jimin non lo sapeva, ma in quel momento giurò a se stesso che sarebbe riuscito a scoprirlo.

BLOOMING DAYS。 yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora