Da quando la madre era morta, tutte le sue giornate erano tutte monotone. Passava la gran parte del tempo dentro casa, anzi non gli capitava mai di uscire ad ammirare la luce del sole. Il padre glielo aveva sempre impedito, solo raramente gli permetteva di mettere piede fuori la proprio dimora e in quei casi era sempre e comunque, per andare a comprare alcool. Ormai il suo corpo si era unito con tutta l'oscurità che lo circondava, difatti camera sua, ad esempio, era sempre nel buio più totale. Aveva cominciato a conviverci, l'oscurità era parte fondamentale della sua esistenza. Pochi anni dopo il lutto, il padre cominciò a cadere in depressione e in un completo stato di disperazione. Per l'uomo, sua moglie era stata per tutto quel tempo l'unica ragione di vivere ed anche il sole che illuminava le sue giornate, rendendolo più sereno e tranquillo. Cominciò a perdere la ragione, ed ora non aveva più un lavoro e si divertiva a bere e a picchiare il figlio. Forse per scaricare la rabbia, o forse perché Tadashi con quelle sue lentiggini gli ricordava troppo la moglie defunta. Ed era proprio a causa di questo che il ragazzo si era nascosto da tutti e tutto; quei colpi erano diventati parte della routine e avevano cominciato a incanalarsi dentro di lui tutte le parole che di solito l'uomo più grande gli urlava contro nel mentre della sua opera. Dagli insulti più leggeri come "sei stupido" ad altri più pesanti come "non meriti di esistere, sei un rifiuto, non dovevi nascere". Il povero lentegginoso si odiava per questo, inoltre il padre era solito anche accusarlo per la morte della madre, senza un apparente motivo. Un giorno come gli altri, si sedette nel suo solito posto davanti alla finestra che dava la vista sul giardino, dove da quel giorno, non aveva trascorso più tempo. Lo osservava con lo stesso sguardo di sempre, cupo e vuoto. Improvvisamente l'uomo alcolizzato corse verso il moro e, prendendolo per il colletto per poi sbatterlo per terra, gli disse che aveva finito tutto l'alcool e che ne aveva bisogno assolutamente. Yamaguchi non era entusiasta all'idea di vedere la luce del sole, ma puntualmente, dopo aver preso il necessario ed essersi preparato per uscire, cominciò a piovere. La pioggia era diventata la cosa più amata dal moro, il quale passava ore sentendo il suo continuo rumore. Senza neanche un ombrello si incamminò a testa bassa, guardando i proprio piedi camminare dentro le pozzanghere. Il quartiere dove si trovava il supermercato non era di quelli affidabili, dove vivevano famiglie civili, erano per lo più vagabondi, ma poteva andare unicamente lì essendo l'unico negozio più vicino alla sua casa. C'erano vari vicoletti prima di questo, e non erano esattamente sicuri e accoglienti. Per questo decise di passare più velocemente in quei punti, sperando di non avere a che fare con nessun malvivente o cose simili. Quasi arrivato alla sua meta, sentì all'improvviso una mano coprirgli la bocca ed un'altra prendergli il braccio e trascinarlo all'interno di uno di quei vicoli. Il lentigginoso agitatissimo, provò a liberarsi, ma gli vennero legate le mani e l'uomo che lo aveva aggredito gli aveva bloccato maggior parte del corpo, impedendo al moro qualsiasi tipo di movimento. Ma non si trattava di un uomo adulto, bensì di un ragazzo, più alto di lui con i capelli biondi e dagli insoliti occhi color miele, messi in evidenza dalla bella pelle diafana, cortornati da un paio di occhiali neri. Non apparve agli occhi di Tadashi come un cattivo ragazzo e, anzi, rimase incantato dalla sua bellezza.
《Dammi i tuoi soldi》 disse il più alto minacciando Tadashi
《Non ho nulla》rispose lui, cercando di rimanere più calmo possibile.
《Ho detto dammi i tuoi soldi》
《Ho detto che non ho nulla》
Il biondo iniziò a frugare in tutte le tasche del giacchetto del più basso togliendogli anche quest ultimo, rimanendo con una misera t-shirt addosso. Il più alto non potè non rimanere incantato dalle lentiggini che si riuscivano a vedere anche sulle spalle del ragazzo, pensando che fossero davvero bellissime. Però notò anche i vari lividi e tagli che rovinavano il fisico magrolino, forse fin troppo, di Yamaguchi. Li guardò per un attimo e poi alzò lo sguardo verso il moro che, invece, aveva iniziato a guardare il pavimento come fosse la cosa più interessante al mondo.
《Scusa la domanda ma questi come te li sei fatti?》 Domandò curioso
《Sicuramente non sono affari tuoi》
《Non hai per davvero nulla... eppure credevo stessi andando al supermercato》
《Stavo andando lì infatti》
《Con quali soldi vorresti pagare? Non sembri uno che ruba e nemmeno uno dei tipi che vive da queste parti》
《E nemmeno tu sembri un aggressore》
Tadashi non avrebbe mai immaginato che l'incontro con quel ragazzo avrebbe cambiato la sua vita, tantomeno che lo avesse riportato a vedere i colori che non vedeva da fin troppo tempo.
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𝐃𝐞𝐚𝐝 𝐭𝐨 𝐦𝐞🌸||𝘛𝘴𝘶𝘬𝘬𝘪𝘺𝘢𝘮𝘢
Fanfiction"All'alba dei suoi 17 anni Yamaguchi Tadashi, aveva ancora l'usanza di fermarsi ad osservare tutto ciò che era stato e ciò che non sarà mai più. Ogni foto, video, ritratto qualsiasi cosa che avesse a che fare con la madre era scomparso. Come la sua...