Ti odio!

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Camminavo senza una meta ben precisa, a mano a mano sentivo le urla dei bambini diventare sempre più squillanti e mi resi conto che stavo andando al parco. Una volta all'interno, mi avvicinai al mio albero e mi sedetti per terra, appoggiando la schiena al tronco ormai consumato dalle mie numerose incisioni. La prima cosa che vidi fu la data di morte di Nick: "15/04/2011". Si trovava accanto al cuoricino che avevamo inciso insieme e forse per questo faceva ancora più male.

Come poteva quella vocina dirmi che stavo sostituendo Nick, come? Il dolore che avevo provato la sera dell'incidente non era mai diminuito d'intensità e oltre a questo si era aggiunta anche la rabbia verso l'idiota ubriaco che aveva provocato la morte del mio ragazzo, ma che nessuno era mai riuscito a rintracciare. Come potevano fargliela passare liscia? Che mondo ingiusto! E allora perché una cazzo di vocina doveva dirmi che quella ingiusta ero io? Io che ho sofferto più di tutti e che nonostante il tempo trascorso da quella sera, continuo a farmi divorare dal dolore. Nessuno capirà mai quello che ho provato a meno che non succeda la stessa cosa anche a loro. Credevo che osservando le persone sarei riuscita a pensare ad altro, quindi mi misi a guardare una bambina che giocava con la madre, erano così dolci e felici. Felici come io non ero mai stata con la mia. Grazie alla forza di volontà mi alzai e uscì dal parco, dirigendomi verso casa Smith.

Ad aprirmi fu stranamente Ashley con un sorriso ebete sul volto.

-Oh, ciao Wendy, entra pure. Ti voglio presentare una persona.-disse trascinandomi nel salotto.

Appena entrata mi ritrovai con una finta bionda sul divano. Era bella, però aveva un'aria molto seria e le occhiaie accentuavano questo dettaglio.

-Lei è Chelsey, la ragazza di Josh.

-Ah? -fu l'unica cosa che riuscì a dire.- Lui non ha una ragazza.

-Beh, ci siamo persi per un pò, ma ora siamo qui entrambi e questo evidentemente è un segno del destino. Io lo amo!

Erano bastate tre parole a farmi tremare dalla rabbia. Era questo che meritavo, lo sapevo che la fortuna non sarebbe mai stata dalla mia parte.

-È da quando siamo arrivati a Londra che la cerco e una settimana fa l'ho trovata. Abita a venti minuti di macchina da qui, ma l'ho dovuta convincere affinché parlasse con Josh e ci sono riuscita. Mi sento Dio!

-Ma smettila!- disse la bionda.

-Amore, mi sa che devi cambiare Naya.- disse Josh entrando nel salotto con una bambina in braccio.

Ma che cazzo? Ma stavo sognando? Mi aveva detto che stava bene con me, e ora? Ora era arrivata lei e giustamente io non contavo più?

Rimasi pietrificata e quando finalmente riuscì a riprendere il controllo del mio corpo me ne andai sbattendo il portone.

Avevo avuto davanti il quadro della famiglia felice e non avevo intenzione di rovinarlo. Non sarebbe stato giusto portare via il padre a... Naya? Si, mi sembra si chiamasse così.

-Wendy, aspetta, ti prego.-sentì gridare alle mie spalle, ma nonostante questo continuai a camminare.

Il ragazzo mi raggiunse e mi prese dal braccio per farmi girare.

-Wendy, ti prego ascoltami. Non ne sapevo niente io.

-Josh, ascolta tu. Sarà vero che non ne sapevi niente, ma l'hai chiamata amore! Mi avevi detto che con me stavi bene, mi stavi mentendo vero? Mi volevi usare per riempire il vuoto che aveva lasciato lei? Bene, lei è tornata e ora potete vivere felici e contenti.

-Io sto bene con te, ma per lei provo qualcosa di più forte. Spero che non mi odierai e che riuscirai a capirmi un giorno. Ti chiedo scusa Wendy e non smetterò mai di farlo.

-Non importa Josh.-dissi voltandogli le spalle per iniziare a camminare.

Non avrei più dato la soddisfazione a nessuno di vedermi star male. Volevo essere felice anch'io e lo sarei stata solo accanto a Nick.

Decisi quindi di andare al cimitero perché era da un pò che non ci andavo.

Mi avvicinai a quella lapide da me tanto odiata perché sopra c'era il nome più bello al mondo "Nicholas Tomson" con le date "26/02/1994-15/04/2011. Questo bastò a farmi scoppiare in lacrime, ma non ci sarebbe stato nessuno ad aiutarmi. Nessuno mi avrebbe mai più detto: "Non piangere, ci sono qui io ad aiutarti!". Già, perché nessuno sarebbe stato LUI, il mio lui era in cielo, troppo occupato a prendersi cure degli angeli. Presi il vaso di fiori e lo lanciai contro la lapide, mandandolo in frantumi. Presi un coccio e lo avvicinai al polso.

Volevo essere felice, volevo stare con Nick e questo sarebbe stato l'unico modo.

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