/Mark Keathley/
Quella mattina mi svegliai con sentimenti di sollievo, sensibilità e consapevolezza di me. Mi sentii un adulto. La scorsa notte segnò la nascita di una nuova e libera Indiana, una in cui ero in grado di demolire tutto quello che mia madre mi aveva indottrinato e che aveva deciso per me quello che avrei dovuto considerare giusto e sbagliato.
E Harry, era un po' di entrambi.
"Giorno." Parlò con voce stridula, il suo braccio si mosse intorno al mio bacino mentre si trascinava più vicino.
"Hai dormito bene?" La mia schiena era premuta contro il suo petto, le nostre gambe erano annodate sotto le lenzuola. Per quanto mi sentissi a mio agio e protetta, non avevo mai dormito accanto ad un uomo nudo, perciò non dormii tanto.
"Sto bene." Un sospiro ruppe le sue labbra, inondando la mia spalla nuda. "Non penso di sentirmi così bene da un po'."
"Penso che mi alzerò" mormorai, cercando i miei vestiti nell'angolo della stanza.
"No, dormi un po'" esortò. Il suo braccio si strinse intorno a me, sfiorando appena il fondo delle mie tette.
Quando passò un momento con me congelata sul posto, sospirò soddisfatto e tracciò le sue dita lungo il mio fianco, cerchiando lentamente la curva dell'osso.
"Harry, dovrei davvero andare."
Le sue dita si fermarono. "Andare dove?"
"Lo sai dove, Harry" espirai. "La casa di mio padre nel Michigan. Dovrei andare."
Il suo braccio si strinse di nuovo intorno a me. "Non devi avere paura di nessuno o di niente, Dia. Questa è la tua vita e non me ne frega un cazzo di quello che qualcun altro dice o fa, puoi stare qui se è quello che vuoi fare."
"Questa è la mia decisione" dissi piano, sperando che non lo sentisse.
Si fermò per un secondo prima di lasciarmi andare e spostarsi all'indietro. Sentii una folata di aria fresca correre lungo la mia schiena, mandandomi brividi lungo la spina dorsale.
Era silenzioso alle mie spalle.
Sospirai di nuovo, cominciando a sentire il senso di colpa salire in gola. Mi voltai verso di lui e feci scivolare la mia mano sulla sua ruvida guancia, accarezzandola dolcemente. "Hai fatto così tanto per me in queste ultime settimane, Harry, mi hai mostrato cose che non pensavo avrei mai avuto modo di provare... ma devo andare. È la cosa migliore per me adesso."
I suoi occhi verdi si chiusero. La sua mascella sporse un attimo prima che la serrasse. Mi allungai per baciare delicatamente le sue labbra tenere e gonfie, sebbene lui si muovesse appena. La sua bocca aveva lo stesso sapore di sempre; sigarette e menta. Come, non lo so nemmeno. Sconnettei le nostre labbra e stampai baci lungo la sua mascella affilata, l'ultimo appoggiato sulla pallina della mascella.
"Per favore inizia ad indossare un casco" mormorai, liberando un pesante respiro.
Distolse gli occhi da me. "Il pensiero potrebbe vagamente attraversare la mia mente."
Sorrisi leggermente, anche se un peso era ancora sepolto nel mio petto.
Mi ero fatta una doccia e mi ero cambiata, avevo raccolto tutte le mie cose dal suo bagno e stavo uscendo dalla porta quando sentii la sua lenta e barcollante voce dal letto.
"Se hai bisogno di me per qualsiasi cosa, chiamami."
Lo guardai pensierosa, ma lui si stava scompigliando i ricci arruffati con una mano, i suoi occhi fissi sul lenzuolo increspato dove giacevo.
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Styles of Expressionism H.S [Italian Translation]
Fiksi PenggemarEra un tatuatore di giorno, un pittore di notte. Possedeva ciò che è comunemente nota come una personalità dipendente. Forse ereditata, forse sviluppata. Era sempre stato così. Gli piaceva l'inchiostro sul suo corpo. Gli piaceva ricoprire i polmoni...